“As many of you know, I’ve been suffering from angioedema since September. It can attack at random & is extremely frightening and dangerous when it hits my throat, windpipe, or tongue, and I’ve been hospitalized for it eight times since the first attack. Unfortunately, I have to postpone my European tour until nextyear, so I can return home and re-engage myself back into my health regimen. Thanks to everyone for their love and support.”
Questo è ciò che ha dichiarato Chan Marshall,in arte Cat Power,ufficializzando l’annullamento del tour europeo e dunque delle due date italiane di Milano e Bologna,il 3 e 4 dicembre. La sua decisione è stata resa nota in una lettera aperta di cui pubblichiamo un estratto. La causa è quella già nota:l’angioedema che affligge l’artista e che l’ha già costretta al ricovero per ben 8 volte dall’uscita dell’ultimo lavoro Sun. Ma chi è Cat Power?
Ritenuta come una delle migliori cantautrici emerse della scena alternative rock degli anni novanta, la sua è una storia tipicamente americana fatta di nomadismo e passione. Figlia di genitori divorziati(il padre è un pianista blues),a causa del patrigno ha dovuto sempre spostarsi tra il North Carolina, la Georgia e New York. Con un carattere tipicamente ermetico vive la sua adolescenza sola se non accompagnata dalla sua passione per la musica di Otis Redding, Aretha Franklin, Bob Dylan. Dopo un lungo vagabondaggio per le strade americane,approda a Manhattan dove in occasione del concerto a fianco di Liz Phair, incontra il batterista dei Sonic Youth Steve Shelley e il chitarrista dei Two Dollar Guitars Tim Folijahn, che accettano immediatamente di unirsi a lei. Da quel momento in poi, Chan si fa chiamare Cat Power e inizia a prendere sul serio il suo lavoro. Pervade in lei comunque una timidezza cronica che le crea difficoltà nei live. “Odio quando la gente applaude e tu devi dire ‘grazie!’ – racconta – È un momento imbarazzante. Preferirei che rimanessero buoni e zitti, e ascoltassero”.
1992-1996: Myra Lee
Pubblicato il 2 marzo del 1996, dall’etichetta indipendente Smells Like Records, il disco venne registrato da Edward Douglas, nel dicembre del 1994, in un piccolo studio attrezzato in uno scantinato dalle parti di Mott Street a New York. In quelle stesse session vennero registrate anche le tracce del precedente disco Dear Sir della musicista americana.
Tutte le tracce, con la sola eccezione del brano “Still in Love”, composto dal cantautore Hank Williams, vennero scritte dalla stessa Cat Power che, per il titolo dell’album, decise di rendere omaggio alla propria madre intitolando il disco con il suo nome.Questi primi lavori rivelano già un grande talento compositivo ed interpretativo, un incrocio fra l’essenza poetica del rock alla Patti Smith, l’intensità psichedelica alla Grace Slick e una fatale e annoiata Lydia Lunch.
1996-1998: Moon Pix
Registrato in Australia con la collaborazione di Jim White e Mick Turner, rispettivamente batteria e chitarra degli australiani Dirty Three. Il disco ripropone la musica rudimentale ed embrionale di Marshall, forte di una struttura melodica tanto scarna quanto enigmaticamente affascinante. Le canzoni di Cat Power sono trasposizioni di flussi di coscienza, trascrizioni in musica di una seduta psicanalitica o di una confessione a cuore aperto. “Quando suono la chitarra e faccio una nota – racconta Chan – quella nota la sento vibrare sulle mie braccia e sul mio corpo, nelle ossa, nel cuore. E nella mente vedo dei colori e riaffiorano dei ricordi, delle atmosfere. Così, quando mi metto alla chitarra è quello che mi tengo dentro a portarmi ad esprimermi e a cercare di comunicare queste immagini, queste speranze, il mio dolore o la mia gioia, insomma tutto quello che sento in quel momento.” Durante il tour promozionale che seguì l’uscita dell’album, tuttavia, Chan avvertì una certa insofferenza nei confronti della propria produzione musicale, aumentata anche dalle grandi aspettative generatesi per il seguito di Moon Pix, cosa che rese difficile per lei vivere quella che lei chiamava “una vita normale”. Queste motivazioni generarono prima la scelta di programmare tutta una serie di esibizioni soliste in cui proporre solo ed esclusivamente brani di altri artisti e, in seconda battuta, di pubblicare addirittura un album di sole cover, decisione osteggiata dalla Matador, che invece avrebbe voluto capitalizzare il successo del disco precedente.
1998-2006: The Greatest
Con l’uscita di “You Are Free”del 2003,la sua voce fragile, che a volte sembra essere sul punto di spezzarsi, ma sa essere anche affascinante e misteriosa, con le sue canzoni tese e asciutte, Cat Power racconta storie che possono far piangere, come “Names“, in cui elenca in maniera breve e incredibilmente commovente storie di bambini vittime di violenze.
“Durante la mia infanzia – racconta – molti ragazzini mi raccontavano tante cose e presto ho realizzato che c’erano tanti di loro che erano stati oggetto di abuso, avevano perso la loro innocenza, subendo violenze sessuali o percosse. E la cosa assurda è che sembrava così normale. Mi dispiace di non essere stata all’epoca una persona più forte, non sapevo come reagire di fronte mia amica che mi raccontava che suo padre faceva sesso con lei fin da quando era piccola. E ora che sono adulta mi rendo conto che queste cose succedono continuamente, anche se nessuno ne parla“. Chan Marshall si rivela a noi completamente, si mette a nudo. Eppure c’è qualcosa nella sua musica che ci sfugge, qualcosa di inafferrabile; forse è quella parte dell’altra metà del cielo che gli uomini non riusciranno mai a cogliere. O forse è questo il segreto di un capolavoro. La popolarità ragiunta con questo album tutta via può diventre un problema: “Non sono spaventata, semplicemente non la voglio e non mi piace – racconta Cat Power in un’intervista a Mtv – Ti ricordi le persone popolari al liceo? Ecco, generalmente erano le più crudeli. E lo stesso meccanismo lo si ritrova nella società: la ricerca della popolarità, il tentativo di ottenere soldi, potere e avanzamento sociale. È tutto una bugia e io non la voglio nella mia vita“. Se con “You Are Free” Cat vi aveva insegnato ad essere liberi ,in “The Greatest”(2006) cambia ancora.La sua anima soul emerge,giochicchiando con archi, pianoforti scalcinati e chitarre from Memphis, non disdegnando certo quel suo delicato folk-blues per cui il mondo ha imparato ad amarla.
Circondata, tra gli altri, da musicisti del calibro di Teenie Hodges (chitarra), Leroy Hodges (basso, già alle prese con Al Green e Hi Rhythm Section) e dal batterista Steve Potts, la ragazza della Georgia apre le danze con la ballatona della title track, pregna di delicata emotività e con la voce adagiata in un letto di archi, mentre tutto plana su dolci accordi pianistici. The Greatest non è un disco brutto tout court, ma resterà tra i lavori minori della cantautrice georgiana.
Subito dopo l’uscita del disco, adducendo motivi di salute causati da stanchezza mentale e l’abuso di alcool, Marshall annunciò la cancellazione del successivo tour promozionale che l’avrebbe dovuta portare in giro per tutti gli Stati Uniti. Questa sua reticenza ad esibirsi dal vivo era stata manifestata, dall’artista, già in passato, in alcuni casi attribuita alla sua paura del palcoscenico e, in altri casi, ai suoi problemi con l’alcol. I suoi spettacoli, spesso caratterizzati da una caotica e totale mancanza di struttura o con canzoni che iniziano e terminano bruscamente o mescolate l’una a l’altra senza soluzione di continuità, sono stati a volte interrotti senza alcuna ragione apparente.
2007-2012: Sun
Dopo sei anni di inattività,inframezzati dall’ennesima tempesta sentimentale, Cat Power fugge nuovamente da se stessa, stavolta per suggellare nell’immagine e nel suono un momento che tra l’altro corrisponde al giro di boa dei suoi quarant’anni. Scappa a Parigi, si taglia di netto i capelli e in soli tre giorni dà forma alle canzoni scritte e rimuginate per tanto tempo, affidandole alle cure di Philippe Zdar (Cassius), che vi aggiunge un’imprevedibile patina sintetica, ritmi elettronici e sincopi funky.
Di sicuro Sun è un lavoro diverso dai precedenti. “Sun è non guardare indietro, rialzarsi, e andare avanti con fiducia verso il proprio futuro, con forza e realizzazione” dice la stessa Chan.