La produzione musicale casalinga ha travolto i vecchi paradigmi e cambiato l’industria dei beats.
Che tu sia David Guetta, Nicolas Jaar o il sottoscritto, una serie di software per fare musica elettronica e non (leggi Reason, Ableton, Fruity Loops…) sono disponibili sul mercato a prezzi relativamente modici, nonché facilmente craccabili per chi si senta in vena dei sempre di moda espropri proletari.
Ciò che nella produzione musicale tradizionale veniva ottenuto con diversi strumenti fisici, sintetizzatori e la necessità di uno studio di registrazione, oggi può essere fatto nella propria camera con un computer.
Che questo faccia bene o male alla creatività, il futuro dell’industria musicale è fortemente legato a questi software, sia per il fatto che chi li crea ha un’influenza diretta sulla musica che verrà prodotta negli anni a venire, sia perché ha portato il DIY (do it yourself) ad un livello che il punk aveva solo sperato di raggiungere.
Ebbene? Bellissimo da un lato, perché chiunque o quasi può fare musica, dall’ altro South Park li prende per il culo tutti.
Da quelli che “la mia musica è organica, registro con l’iphone i suoni delle porte che si chiudono” a quelli che, come Deadmau5, lasciano sapere al mondo che sul palco schiacciano un bottone e Ableton fa il resto.
Io dico che anche una rivoluzione musicale ha il sacrosanto diritto di essere sfottuta.
South Park poi ci riesce particolarmente bene.