Tra il 13 e il 16 settembre uscirà nelle sale italiane l’ultimo lavoro di Hayao Miyazaki, Si alza il vento (2013). Il film, commiato del disegnatore giapponese dal cinema di animazione e dal proprio fedele e amato pubblico, s’ispira a una delle grandi passioni che hanno colorato la sua vita: l’aeronautica.
Dall’Italia al Giappone: un viaggio nell’affascinante mondo dell’ingegneria
E’ la vera storia di Jiro Horikoshi, visionario ingegnere aereonautico giapponese autore dei progetti di numerosi caccia della seconda guerra mondiale. Miyazaki lo ritrae come successore indiretto del famoso ideatore dei bombardieri italiani della grande guerra Gianni Caproni. Sin dall’inizio del film egli è ritratto come un uomo tanto umile quanto geniale, semplice ma in grado di dare vita a creazioni di elevatissima complessità, una persona che ha accettato il dono del suo prezioso talento e che, laboriosamente, lo concretizza dovendosi poi, con muta rassegnazione, inchinare di fronte alla triste sorte del suo sfruttamento.
Durante le due (corte) ore del film seguiamo Jiro, partendo dalla sua infanzia in una cittadina di provincia, passando per un breve periodo trascorso in Germania, giungendo alla piena maturità vissuta a Tokyo con l’amore della sua vita Nahoko Satomi. Grazie ai riferimenti storici e geografici precisi e avvolgenti ci ritroviamo coinvolti in questo intenso viaggio, in spazi e tempi lontani, di una vita vissuta un po’ in terra un po’ in cielo.
Rispetto ai film passati c’è un cambiamento deciso, niente più lavoratori infaticabili a sei braccia o insetti minatori come in La città incantata (2001), basta pesci umani e divinità acquatiche in stile Ponyo sulla scogliera (2008), niente di riconducibile a castelli erranti o fedeli spaventapasseri saltellanti. Si alza il vento è un film realista, concreto, che si concede il tipico pittoresco onirismo del regista solo nelle brevi ma ripetute scene rappresentanti i sogni del protagonista.
Alleati sul campo, fratelli nel vento
E’ in quei sogni di Jiro che vi è il contatto diretto tra Italia e Giappone. In essi il giovane giapponese intrattiene lunghe discussioni e filosofiche riflessioni con un elegante, baffuto e italianissimo (sopra citato) ingegner Caproni. Il legame tra i due popoli non è più quello freddo, sterile e forzato di un’alleanza militare ma uno libero, spontaneo e commuovente di due uomini legati dalla stessa passione. Ed è proprio la passione il collante principale di questo film. La passione come forza e virtù che nobilita e rende speciale l’uomo, quella passione in grado di far dimenticare al singolo la sua limitatezza autorizzandolo a credere in un grande sogno comune come quello, dell’epoca, di potersi alzarsi in cielo, insieme al vento.
Avvertenza: per chi ha lacrime facili, munizione di fazzoletti consigliata.
Trailer: