A Napoli ci sta un detto: «acqua cheta fa pantano e feta». Penso si dica più o meno così. Vale a dire: non sottovalutate le persone quiete e puzzolenti come i dirigenti del PD. Ecco, io credo che la metafora dell’acquitrino calzi a pennello, acque morte che qualcuno vorrebbe agitare, ovvero uno dei principali motivi per cui sarebbe necessario votare Matteo Renzi. Questo secondo alcuni e non il sottoscritto, perché per quanto mi riguarda, l’unico motivo che potrebbe spingermi a votare Renzi è Piero Pelù.
Ad ogni modo la situazione è questa: la gente vuole il cambiamento, la grande svolta. Sia che si tratti di uno sfascio totale del partito che di una sua metamorfosi (blairiana-lampredottiana).Vedi Flores D’Arcais (leggi qui): lui dice di votare Renzi perché è il peggiore e perché in questo modo il PD va a puttane, cose che agevolerebbe Grillo e il M5S. Flores D’Arcais fa parte di quel genere di persone che si può permettere di dire cose simili perché a differenza della gente comune un intellettuale impegnato e con i contro cazzi come lui può fare la figura dell’intellettuale militante con i contro cazzi anziché quella dell’emerito deficiente. Si chiama intellighenzia italiana: pensatori e lettori d’azione, un cuore e una capanna.
L’alternativa è uno come Mario Adinolfi, che sta nel PD malgrado sia uno dei più grandi rompicazzi che c’hanno dentro al partito, perché, tutto sommato, è un “giovane” ciccione che sa smanettare con “l’internét”, oltre che per il suo passato paraculesco e democristiano. Ecco, lui è un renziano da quintale, visto che anni fa alle primarie del PD aveva preso solamente i voti dei fan di McDonald.
In parole povere ci sta un casino di gente che voterebbe Renzi o perché è (cripto)berlusconiana oppure perché vuole tanto male al PD. Praticamente dal voto come dovere civile si passa all’elettorato cinico. Di mezzo c’è stato il voto coprofago, quello della gente felice di avere la facoltà di scegliere tra popò e pupù (persone che aborro ma che intimamente invidio per la loro felicità dei sensi e la leggerezza dell’anima che mantengono nel tenere fede al mantra: “se la mangiano tutti non è merda per davvero”).
E poi ci sono quelli che non si vogliono fare gli affari tuoi, però ti dicono: «senti, saresti una persona migliore se domenica a votare ci vai, magari assieme ad un amico». Uno a caso: Pif. A proposito, complimenti per questo video. Si vede che il prossimo anno vuole passare in Rai.
Oltre a Pif c’è pure uno come Ernesto Maria Ruffini che, ne «L’Espresso», per amicarsi l’elettorato hipster, cita David Foster Wallace: pure lui andrebbe a votare alle primarie del PD. Se avesse scritto su «Rolling Stones» Ruffini magari avrebbe avuto il coraggio di citare, che so, Kurt Cobain.
E se non sono Pif e Ruffini a stimolarti la diuresi ci si mettono anche i comunisti, che sui social network dicono: «domenica non andare a messa, vai a votare uno con la zeppola». Quasi a voler dire: “ma dai, non fare lo sfigato, quando ci ricapita l’occasione di poter eleggere un gay cattolico?”. Questione di propaganda omoerotica. Peccato che Vendola non sia Pasolini.
Invece se siete gente più da serie tv che da libri allora sappiate che tra i supporters di Vendola non c’è nessuno del cast di Lost, però ci sta un casino di gente intelligente. Ad esempio il mio motivo preferito per non votare Vendola è Francesco Tricarico (del tipo: leggete la sua motivazione). Ma è bene che sappiate che nella lista oltre ad esserci il mio prof di Teoria della Letteratura ci sta anche Alba Parietti e Lino Banfi.
Nel frattempo la satira ha fatto terra bruciata attorno alle primarie del PD, complice il sarcasmo virale di internet e di certe testate che non si sono fatte perdere l’occasione di sputtanare, com’è giusto che sia, l’elettorato del Partito Democristiano ed il suo immaginario politico. Questo perché prendersela ancora con Berlusconi sarebbe come praticare della necrofagia.
Ad esempio quelli de Il Terzo Segreto di Satira si sono dimostrati talmente avanti da essersi già immaginati da mesi il Natale in casa PD, che io mi ero sempre prefigurato come una tombolata con un Bunga Bunga in meno e una Rosy Bindi in più.
Insomma, a prescindere da come andrà a finire (oltre al Gran Premio e alla partita Milan-Juve), il bello è che domenica non sarà solamente il giorno in cui si deciderà il prossimo Presidente del Consiglio, ma sarà anche il battesimo di Vogliamo Vivere, il nuovo movimento politico di Emilio Fede.
Sì, lui, perché Giuliano Ferrara nel frattempo si è dato al rap, questa volta seriamente. Ecco se il Movimento per la Vita di Ferrara incitava tutti quanti all’aborto, Vogliamo Vivere di Fede induce al suicidio di massa, manco fosse Church of Euthanasia. Questo per dire il fine settimana. Lunedì mattina ci sveglieremo tutti con una merda diversa per colazione, ma almeno saprò per chi non votare alle prossime elezioni politiche, quelle vere, cioè quelle che non conteranno niente.
Tanto a votare non ci andavo uguale.
Immagino che ora la vostra democrazia partecipativa vi stia togliendo un sacco di soddisfazioni. Ebbene sì: il cambiamento dell’Italia parte da qui. Dal giorno in cui l’elettorato scout avrà più potere decisionale di sempre per le sorti di questo paese.
P.S. Angolo del cronista politico serio: vincerà Bersani. Tutti gli altri si annullano i voti a vicenda, tipo Tabacci e Puppato utili solamente a rosicchiare voti a Vendola e a Renzi, il quale potrà vincere solo se a scendere in campo ci va anche il popolo del Partito dell’Amore che gli garantisce una chance al ballottaggio. E quindi, siccome domenica non ci andrà a votare l’intero elettorato italiano, la spunteranno i voti di apparato, lo zoccolo duro, che naturalmente è partitocratico e fedele alla linea come lo erano i CCCP e Lapo Elkann. Le vostre pippe politologhe mentali stanno a zero. Naturalmente se sbaglio il pronostico avete il sacrosanto diritto di prendermi per il culo.