Mi chiedo come si faccia oggi a scambiare la mobilitazione e l’attivismo politico e di piazza per puro sfogo modaiolo. Oggi uno Sciopero di portata continentale si è fatto sentire, parlando non di semplici tagli alla scuola o di retorica antagonista, ma bensì di economia e welfare e lo ha fatto nel modo più “internazionalista” possibile. Si è chiesto alla Troika di smetterla, si è chiesto al tecnico Monti di finirla con il patto di stabilità e per manifestare con forza il proprio dissenso al Fiscal Impact.
Si legge, tra le varie dirette, di una forza collettiva impressionante: a Pisa si occupa una mensa e vengono distribuiti panini gratis; a Lisbona i sindacati hanno proclamato simbolicamente la “giornata di lutto”; a Bologna viene occupata la sede della Cisl; in Francia la protesta tocca le centotrenta città; la Merkel si è sentita in dovere di dare spiegazioni dicendo che “dobbiamo fare ciò che è necessario, sbloccare il mercato del lavoro, dare maggiori opportunità di impiego alle persone, creare più flessibilità in alcuni settori e soprattutto offrire di più ai giovani”, chiacchiere ovviamente che non hanno alcun riscontro pratico.
E il Pd continua ad imporre il suo carosello, con un Vendola e un Bersani che derubricano la violenza come mero momento buio di un corteo, come vandalismo. Nessun piddino candidato si chiede le ragioni di tale violenza e intanto sulle pagine di Repubblica volano le immagini di un casco della polizia rotto. Il Pd accontenta l’elettorato moderato e Repubblica insegue la facile indignazione italiota che si ferma ad osservare un feticcio rotto della polizia.
Non da meno il centro destra che, con un piangente Alemanno, sostiene che Roma è stata travolta dal corteo e si chiede quando il Governo deciderà di intervenire per regolamentare i cortei all’interno della Capitale. Ho il sospetto che il sindaco dalla croce celtica tatuata sul braccio non dovrà aspettare molto prima di ricevere una risposta.
Il Corriere invece apre il pezzo sul corteo con l’indignazione populista di una signora che guarda il vetro annerito della propria macchina e dice “è una cosa inconcepibile lasciare la macchina parcheggiata e ritrovarla così, è una vergogna”. La demonizzazione della guerriglia urbana e la sua conseguente stigmatizzazione nell’impero del “vandalismo” regna sovrana.
Tre arresti e cinquanta fermi è il bilancio provvisorio di una giornata importante, molti feriti e contusi che si sono presi dei lividi anche per i diritti di chi è rimasto a casa ad indignarsi, con un caldo plaid sulle spalle e con il proprio vino scadente da supermercato dato che anche il loro portafogli e il loro lavoro è stato spazzato via dal nostro amabile governo tecnico.
P.S.: State attenti, vi cadrà il naso a furia di storcerlo