Mezza giornata in ospedale con mio padre per una colonscopia. Un sacco di tempo per sfogliare i giornali, controllare i social e ascoltare i vecchi. Così, in mezzo ad over 60 in attesa di una visita di controllo, tra pre operati e malati in fila per ricevere un tubo nel sedere, mi sono reso conto di essere nel bel mezzo dell’elettorato di Renzi.
Armeggio tra cellulare e quadernetto per gli appunti. “Lei è qua per suo padre?” una vecchietta per attaccare bottone. Sai mai che così giovane son preso così male, tumore o chissà. In fondo lo sperano tutti qui. Dinamiche da sala d’attesa.
“Sì, mio padre. Ma, mi scusi, lei l’ha votato Renzi?”
Un qualcosa di simile ad uno sguardo di colpevolezza. Silenzio. “Si figuri, non c’è problema. Ad esempio io conosco un prete di sinistra” giusto così, per rassicurarla. “Ma lui ha votato Alfano. Pensi che una volta gli hanno ritirato la patente per l’alcol. Sa, tornava da un pranzo”.
Che poi è una storia vera, compreso il voto per Alfano. Il che, se ci pensate, è buffa come cosa: i preti e la loro smania di credere in persone che non esistono.
Ad ogni modo il succo del discorso è un altro. E cioè che il mondo è davvero molto strano e che, elezioni alle porte, nessuno aveva capito veramente un cazzo sull’aria che stava tirando. Ma a miracolo compiuto, il Pd al 40,8%, Renzi Super Sayan e tutto il resto, non mi sarei aspettato di passare dall’Election all’Erection Day nel giro di una diretta di Mentana con flebo e catetere.
Il risultato politico ha dell’incredibile. Il clima di giubilo, quello mi sfugge.
Voglio dire, dopo il culo della Bacchiddu, Auschwitz, Berlinguer, Vespa, i selfie elettorali dei grillini e le guide alle elezioni europee di Vice, era lecito aspettarsi di tutto. Meno che risvegliarsi in un mondo dove essere del Pd fosse bello e cool e il trionfo di Renzi un balsamo rigenerante.
La mia teoria? Fanalino di coda dell’Europa, spesso fonte di figuracce e oggetto di sfottò, l’Italia può finalmente vantarsi – politicamente – di non aver ceduto alle destre becere ed euroscettiche. Ok, ci può stare. Ma abbiamo mandato il Pd in Europa: concetto che dev’essere sfuggito ai più.
E quindi niente, il solito provincialismo ottusetto e rionale misto alla retorichetta della “speranza”, del “fare”, del “costruire”. Come se non stessimo parlando del Pd, dell’Italia, dell’Europa. E dei nostri soldi.
Avete presente lo Strano caso di Benjamin Button? Ecco, nel nostro paese siamo molto più estremi. Gli italiani sembra che nascano e muoiano ogni giorno, così che ogni 24 ore possano fingere di essere nati ieri.
Comodo permettersi di esultare una volta tanto. La vittoria degli gnorri.
Forse Renzi, fino all’altro giorno una specie di Godzilla neoberlusconiano, ha convinto davvero tutti? O la debacle di Grillo è sufficiente da giustificare gli ettolitri di social-sperma in faccia a Don Matteo?
Davvero credete di non aver fatto il gioco di Repubblica & Co, e gli anatemi inneggianti l’Horror Grilli?
Oppure è stato l’effetto Pelù dal palco del Concertone? Per ora non ci arrivo. Magari spero di rimediare ascoltando qualche vecchio album dei Litfiba, ad eccezione di Elettromacumba.
Davvero, certe cose non riesco a bypassarle. Forse un astensionista militante come me non dovrebbe pretendere di commentare delle elezioni. A dire il vero cerco sempre di stare alla larga dalle discussioni politiche a ridosso delle urne, soprattutto standomene zitto anche quando i sacerdoti del voto menopeggista coercitivo, tanto zelanti quanto fricchettoni e raggianti nel contemplare il voto come dovere “civile” e “morale”, festa collettiva, compimento assoluto della democrazia in nome del divertito e autoindulgente discernimento tra pipì e pupù, cercano di persuadermi con aria di complice, soddisfatta, e conformista aria di superiorità.
Lo chiamo quieto vivere. Non rompo il cazzo e non incolpo nessuno dello status quo politico in cui ci ritroviamo (già, tendo al fatalismo). Al contrario dei precitati, che, beh, pensano che non sia colpa loro ciò che esce dalle urne, ma nostra.
Osservazione che, si capisce, non sta in piedi nemmeno dal punto di vista logico, ma tant’è. Diciamo che sull’argomento faccio come Luttazzi: fate finta che questa cosa non l’abbia detta io ma George Carlin. E andiamo avanti.
Insomma, tutto questo per dire che il mio mood a pochi giorni dalle elezioni era più o meno questo.
Quello dei grillini: sabato 24 maggio.
Grillini: lunedì 26 maggio.
Facebook lunedì 26 maggio
“Meglio così che non hanno vinto i comunisti”. La vecchietta in sala d’attesa.
Già. Lì, nella sala d’attesa senza condizionamento, tra la tosse grassa, gli sguardi grigi e l’odore d’ospedale, nel cuore dell’elettorato italiano, capisco che il succo del discorso sta tutto, o almeno parecchio, nelle parole della signora.
Non hanno vinto i comunisti.
Dai, datele torto. Abbiate il coraggio di dirle: “ma no signora si sbaglia. Guardi che Renzi…” Impossibile, non ce la potete fare.
La verità è che in controtendenza con tutta l’Europa, il Pd si è dimostrata l’unica forza socialdemocratica a tenere botta e a stravince come mai aveva fatto prima d’ora. Il che è strano. Uno dei paesi più devastati dalla crisi, con i rasoi di Bruxelles a pochi centimetri dalle palle, la disoccupazione giovanile alle stelle, il crollo del costo del lavoro, il torchio della competività, il Pil a puttane, insomma, l’Italia, alla luce di tutto ciò, che fa?
Dà tanti ma tanti di quei voti al partito più filoeuropeista e lingua in bocca con l’Europa, la Germania e la Banca Centrale che abbia mai calcato le scene della politica italiana. L’ovvio paradosso di un paese che fino all’altro ieri mandava in Europa dinosauri e pagliacci in un clima da ‘sticazzi generale e ora, nell’acme di massa critica nei confronti delle politiche continentali, si affida alla più salda ed eurocentrica delle partitocrazie.
Ha ragione la vecchia, non possono vincere i comunisti. Cioè il male assoluto, l’orrore perturbante, mai così esorcizzato in tempo di crisi: la chimera rappresentata agli occhi dei mansueti. Ad esempio Grillo. Che proprio come gli ex comunisti, da Bersani in giù, probabilmente non potrà mai vincere né governare in Italia.
Dove i “comunisti” sono tutti coloro che esprimono alterità e discontinuità. Come dei punk, dei demolitori, degli avventurieri scavezzacollo. La vecchietta che vota non vuole tutto questo ma il bravo ragazzo con la camicia.
Peccato che ovunque, altrove, stia avvenendo qualcosa di completamente diverso. Il partito Socialista ha perso le elezioni. Il primo partito in Europa è costituito dai Popolari (PPE). Senza contare la destra che prende votoni in Francia, Inghilterra, Danimarca, Grecia e così via. E la cosa un po’ mi rallegra: sapete perché? D’ora in poi migliaia di antifascisti infoiati da anni di autoero(t)ismo potranno far finta di fare la differenza. Perciò vedremo. Se Maometto non va alla montagna…
Detto questo, al di là delle pippe mentali: 80€ spesi bene. Il Matteo nazionale sbarca il lunario con lo sconto sulla macelleria sociale: quanto gli basta per blastare il Gabibbo della politica italiana.
Un lavoro pulito, perfetto, coronato da percentuali da Alcide De Gasperi. Hannibal Smith avrebbe chiosato: “Adoro i piani ben riusciti”. Infatti applausi. Ora tutti contenti per il ritorno della Democrazia Cristiana Renziana.
Messa giù così fa un po’ tristezza. Eppure per la vecchietta quegli 80€ significano qualcosa, non sono mica bruscolini. Poco importa se effettivamente li ha ricevuti, se li riceverà. Lei o i suoi figli o i suoi nipoti. Rimane però la questione un po’ merceologica della cosa. Avere o meno il coraggio di chiederci: siamo o non siamo il paese dove Berlusconi vince togliendo l’Ici e rimonta con l’abolizione dell’Imu a prescidere DA TUTTO IL RESTO? Perché se fosse così siamo puttane pronte per essere comprate da chiunque. Vi lascio riflettere. Eppure con un pizzico di fantasia ve lo potreste immaginare anche adesso il Frankenstein di Arcore risalire la china mentre racconta barzellette sporche ai malati d’Alzheimer promettendo, che so, lo stipendio alle casalinghe, il Viagra passato dal welfare o Netflix free anche in Italia.
(in realtà Silvio ha preso zero voti, zero, persino a Cesano Boscone, provincia di Milano, dove l’hanno mandato a svolgere i servizi sociali. LOL)
Lo so che non può essere sufficiente la mancetta elettorale per giustificare il trionfo di Peppa Pig. Fortuna che come sempre c’è Christian Raimo che su minima&moralia fa puntualmente luce su tutto, da Mathias Ènard a Fabrizio Corona, da George Sauders a Gabriele Paolini (malgrado avesse battezzato male Renzi, “spompato”, in deficit di “carisma”). Un Beppe Severgnini engagé che magari sa pure suggerirti dove trovare del fumo al Pigneto. Avercene.
Insomma, leggi la lista di motivazioni e, niente da dire, tutto giusto, tutto condivisibile. Specie se parliamo a ritroso. La maledizione dei cronisti. Tutti ora hanno capito tutto.
Ma a mio modo di vedere rimane ancora ignota una puntina di misterioso X-Factor che scorre nelle vene del Matteo nazionale.
(un vero signore, qui ritratto in conferenza stampa)
(gentile, calmo, posato ma che dentro di sé aveva la Ventura in privée da Briatore)
Qualcosa di più impalpabile e indefinibile…
Rifletteteci un momento. Renzi viene eletto sindaco approfittando del momento di difficoltà di chi l’ha preceduto. Ottiene la segreteria del Pd che manco ha finito il precedente mandato, grazie al casino sorto dentro al partito. Poi diventa Presidente del Consiglio, così, a random, senza elezioni, in virtù di uno stallo politico e adesso sbaraglia tutti alle Europee senza praticamente aver fatto un cazzo, trovandosi contro due competitor dei quali uno è condannato e mezzo morto, mentre l’altro è semplicemente scemo.
(già che ci siamo: in questo video il meglio di Grillo in un remix di Jon Hopkins prima maniera)
Ci sono. Matteo Renzi c’ha un culo così!
Ma come si sa: la fortuna aiuta gli audaci.
Del resto non capita tutti i giorni di stravincere alla guida del partito più sfigato della storia contemporanea di questo paese, e allo stesso tempo, cosa che a me fa un po’ più di impressione, creare giubilo e ultraconsenso. Il carro dei vincitori oramai è diventato in pochi giorni una Costa Crociere pronta ad inclinarsi dal peso. A proposito, pure Schettino dice di aver votato Renzi.
Giusto per essere chiari: vincere è un’eventualità matematica. Nel caso del Pd è strano ma pur sempre comprensibile. Convincere e incantare un po’ meno. Intervengono questioni extrapolitiche, qualcosa che ha a che fare con la chimica della gente, della quale, so che magari può sembrare il contrario, conservo tutta la stima di questo mondo.
Dai forza tutti quello che non hanno ancora votato….affrettatevi…..altrimenti manca il quorum…o no ?
— massimo boldi (@MassimoBoldi) 25 Maggio 2014
Insomma, quello che voglio dire è che dietro a certi risultati c’è una grossa anomalia che ha reso Renzi il Mourinho delle Europee, anzi, il Carletto Ancelotti formato Champions League nell’animo della gente. E cioè quell’eccellenza italiana che malgrado lo sfascio (stra)vince ed esulta nella vetta d’Europa. A Lisbona Carletto si impone 4-1 sull’Atletico Madrid dopo aver rischiato il fallimento a causa di un gol di merda. Renzi arriva al 41%, quasi doppia il M5S e prende il 40% dei voti in più rispetto alle precedenti Europee. Impossibile non vedere in tutto questo una qualche congiunzione astrale. O meglio: una patologia.
Gramellini dice: in realtà Renzi è l’unico leader del centrosinistra che si è “sporcato le mani” rubando i voti degli avversari. Vero. Ma come può esserci riuscito?
Quit the Doner dice: è per via dell’assenza delle “vecchie zavorre” di partito, finalmente epurate/relegate in panchina per il bene di una leadership finalmente con i controcazzi (chissà cosa sarebbe successo se l’avessero fatto parecchi anni prima, si chiede il giornalista: e d’improvviso mi sovviene il volto sfolgorante, tonico e gagliardo di Walter Veltroni).
Quit non ha tutti i torti, ma a me vien da aggiungere una cosa più terra-terra e sicuramente più banale: fai due conti ed è probabile che in mezzo a quei due milioni e mezzo di italiani qualcuno si è accorto che Grillo non è di sinistra. Del resto non è che ci volesse un genio.
E poi, diciamocelo, vuoi mettere lo spirito conservativo del nostro elettorato? L’insopprimibile voglia di stabilità? In Italia, quando arrivi sul più bello, quando sei preso alle strette dalla Storia, finisce sempre che vincono i moderati. Hanno la meglio le vecchie in coda per la colonscopia. E sta di fatto che a casa nostra Silvio non è più il king dei medioman.
Renzi è il nuovo gattopardiano. Il topo partorito dall’elefantino. Quanto basta per convincere un bacino elettorale mai così compattato – grazie Beppe! – in un target che per la prima volta – dai tempi della Dc – potrebbe (potrebbe) convalidare un progetto politico di lunga gittata. Robe da bave alla bocca, immagino. Già vi vedo.
Mettiamola così: se fino adesso non avevate mai preso in seria considerazione la portata e il rischio del post berlusconismo quando facevate i girotondi del Popolo Viola e stappavate bottiglie per l’insediamento di Monti: ecco. Ora potete farvi un’idea.
nella foto Matteo Renzi, con la Madonna, San Giuseppe, il Bue e il Bambin Gesù.
(qui invece Matteo in viaggio dalla Merkel)
Dai deliri di onnipotenza che si sentono in giro (“Finalmente l’Italia dà lezioni di civiltà all’estero” et similia), alla crisi d’identità di gente come Michele Serra, che in diretta su Repubblica TV dice di sentirsi persino in imbarazzo per aver votato un partito andato oltre il 40%. Un tipico caso da “Sindrome di Nanni Moretti”. Numeri che dovrebbero far sbroccare l’elettorato hipster, come quella volta dell’endorsement di Civati a favore degli Stato Sociale.
Altro esempio: lunedì mattina ero per strada e in radio sento proposte del tipo “ora che siamo così forti in Europa potremmo anche ambire ad altre cariche importanti oltre a Draghi. Tipo la presidenza della commissione a gente come Mario Monti o Massimo D’Alema” (il Direttore dell’Europeo dixit). Cose che, così, di lunedì mattina, ti possono annichilire più di uno spoiler di Games of Thrones, o di un’iniziativa di riconteggio dei voti grillini tramite un Google Doc (FATELO GIRARE!11!!), o di una Giulia Sarti che sbrocca immaginandosi accerchiata da troll del Pd laureati in matematica.
Tutto questo mentre in tv e nel web sono in molti a reinventarsi sondaggisti e maestri di statistica. “Quelle cifre erano sbagliate!” (ma va?), “gli exit poll sono totalmente inutili e da abolire”. Anche qui, non mi sento di essere troppo d’accordo.
Indovinare i sondaggi, al giorno d’oggi, con la la cultura del segreto di voto, il sovraccarico di informazione, internet, la progressiva volatilità degli elettori, l’indecisionismo cronico e l’adesionismo frivolo, risulta impossibile. Inoltre le intenzioni di voto vengono raccolte anche due settimane prima, mentre sono in molti gli elettori a decidere qualche giorno più tardi, se non all’ultimo.
E poi chi lo dice che questo tipo di sondaggi sono inutili? Se non fai altro che strillare su tutti i giornali che Grillo è a un’incollatura dall’unico partito in grado di sbarcare il lunario allora, beh, capisci che un certo tipo di comunicazione potrebbe fare la differenza per una cosa piccola e insignificante che in Italia si chiama “ceto medio”. Spero sia passato il messaggio e che vi sia cresciuto un po’ più pelo sullo stomaco.
Detto questo lo so che ancora ubriachi di caroselli non aspettate altro che il ritiro di Grillo. Ma non fatevi delle illusioni, io sto ancora aspettando il suicidio di Mastella. Che non è Yukio Mishima né Majakovskij. Mentre Beppe non è Bersani né Papa Ratzi.
Ad ogni modo, se Renzi non vi basta a farvi contenti ve lo do io un elemento di inquietudine: Alessandra Mussolini ce l’ha fatta. Eletta con quasi 72.000 preferenze.
E poi c’è Roma Ladrona che elegge Borghezio (con l’aiuto delle “facce pulite” di CasaPound).
Che se la gioca con un altro WTF del giorno: a Maletto, in provincia di Catania, la Lega è il primo partito davanti a Forza Italia e Pd.
Della serie: lollate pure con #VinciamoPoi… #ContentiVoi
P.S. Anche dopo la vittoria in Champions League sarà difficile per Pippo Civati ottenere il rinnovo con rintocco dell’ingaggio. Come dice nel dopo partita Maurizio “Andrea-Scanzi” Pistocchi, sarebbe più auspicabile un suo passaggio al team Tsipras per la prossima stagione. Ma lui nicchia: “Noi saprei… ‘Sticazzi l’Europa League. Piuttosto sto fuori rosa tra i Galacticos”.
Daje Pippo…