Personalmente considero Beasts of the southern wild un vero e proprio gioiello, ed evidentemente non sono la sola a pensarla così, dati i riconoscimenti ottenuti a Cannes, al Sundance Film Festival e le quattro nomination agli Oscar; miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista, miglior sceneggiatura non originale (si basa su un testo teatrale di Lucy Alibar). Un esordio più che promettente quello dello statunitense Benh Zeitlin, per non parlare della giovanissima Quvenzhané Wallis, che all’età di nove anni e al suo primo film entra nella storia come la più giovane candidata miglior attrice.
In Re della terra selvaggia, questo il titolo italiano, interpreta Hushpuppy, una bambina alle prese con la malattia di un padre severo, Wink, e la mancanza della madre. Tutta la vicenda si svolge nel profondo sud della Louisiana, e tutto ciò che si vede, lo vediamo attraverso i suoi occhi. Il mondo in cui si muove Hushpuppy è un mondo difficile da descrivere; un mondo popolato spesso da creature ostili e governato da spinte primordiali, che si regge su un equilibrio delicato per cui ogni componente, anche la più piccola ed insignificante, risulta essenziale. Un mondo misterioso e traboccante di vita, anche “bestiale”, per l’appunto, ma dotato di una propria armonia, a differenza di una dimensione “civilizzata” che ci viene mostrata per poco, nella seconda metà del film, e che appare tutt’altro che rassicurante. Un mondo che sta andando incontro ad un declino e che assomiglia, in parte, a quello descritto da tanti film appartenenti al filone catastrofico; pertanto è bene che Hushpuppy cresca ed impari a sopravvivere, affrontando le proprie paure di bambina che si materializzano sotto forma di enormi creature preistoriche.
Si tratta di una storia di formazione al tempo stesso fin troppo realistica e fin troppo onirica, così cruda e così fiabesca, dalla grande potenza visiva ed espressiva, seppur priva di orpelli, realizzata con un budget ridotto e attori non professionisti. Un’opera prima di bellezza e delicatezza rare, che non diventa mai eccessiva, mai stucchevole.
“L’intero universo dipende da che tutto sia ben incastrato al suo posto. Se un pezzo, anche piccolo, si rompe, l’universo intero si romperà.”