Voto: 8/10
La Scandinavia chiama, gli Stati Uniti rispondono. Il post-rock è territorio di conquista per i popoli del nord ma quando a scendere in campo sono gli Explosions in The Sky sembra quasi che l’asticella penda dall’altra parte dell’Oceano Atlantico. Dopo quattro anni di silenzio la traccia di apertura Last Known Surroundings lascia intravedere sprazzi di pura magia. Intendiamoci, Take Care Take Care Take Care non è un disco straordinario e non aggiunge nulla di nuovo al (magnifico) percorso musicale della band di Austin, ma chi ha amato senza remore i lavori precedenti del gruppo (Those Who tell the truth, Shall Die e All of a sudden… su tutti) non avrà nessuna difficoltà ad innamorarsi anche di questo disco. Perché è un disco degli Explosions in The sky, in tutto e per tutto.
Le chitarre di Munaf Rayani sono sempre quelle che da dieci anni a questa parte ci hanno fatto sognare: non si contano i crescendo emozionali. Il numero delle canzoni è ridotto all’osso (solo sei tracce) ma la durata media (sui nove minuti circa) presagisce una volontà nel condurre ogni singola nota nel punto più alto possibile. Nessun calo di tensione e nessun timore nel ribadire la leadership dell’ala americana, il trono del post-rock americano per il momento non è in pericolo.
Il sound della band è un marchio a fuoco indelebile, le costruzioni sonore della tensione emotiva (Let Me Back In) e gli arrangiamenti guitar-oriented (Trembling hands) si fondono con una consapevolezza e una maturità che rende gli Explosions in The sky, dopo dieci anni di carriera, senza dubbio una delle migliori band del post rock contemporaneo.
Un disco che non deluderà le aspettative di chi aspettava il loro ritorno.
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Alessandro Paldo