Da un po’ di anni ha fatto “irruzione” sulla scena della cinematografia breve la bravura di Pippo Mezzapesa: trentenne videomaker pugliese si divide tra cortometraggi e documentari unendo le sue opere con un filo logico, anzi geografico, non tanto immaginario…il Sud; principalmente la sua regione, la Puglia, anche se non si può sottovalutare un’altra caratteristica fondamentale nei lavori di Mezzapesa, e cioè l’ironia, non la comicità costruita a tavolino ma la simpatia e l’umorismo che nascono dai paradossi dell’esistenza facendo ridere amaro il più delle volte. Si devono gustare i cortometraggi Come a Cassano e Zinanà (David di Donatello 2003) per comprenderlo: nel primo si racconta di un dodicenne di Bari Vecchia che si chiama Antonio Cassano, proprio come il campione suo concittadino, ma nonostante la passione e la buona volontà che mette in campo non ha molto talento né grazia nei piedi per diventare come il suo mito.
Zinanà è la storia di Arcangelo Turturro, uomo semplice intenzionato a suonare i piatti nella banda musicale del paese, ma ha il “piccolo problema” di non riuscire mai ad essere a tempo con l’attacco del maestro.
Ma di certo l’opera più spassosa e significativa di Mezzapesa è il suo documentario Pinuccio Lovero: sogno di una morte di mezza estate: Pinuccio ha un sogno piuttosto particolare da quando era bambino, quello di fare il becchino e un giorno finalmente viene assunto a tempo determinato nel cimitero di Mariotto, provincia di Bitonto. Passano i mesi e Pinuccio è ancora in attesa del suo primo funerale; in paese ovviamente sono felici che ancora nessuno sia passato a “miglior vita” ma il becchino novello è smanioso e fiducioso…prima o poi qualcuno morirà. Ancora più che negli altri lavori in questo documentario si avverte la voglia di raccontare la provincia meridionale, con le torride estati e la precarietà di un’esistenza sempre in bilico tra il comico e il tragico.
Il percorso lavorativo di Pippo Mezzapesa è formato da numerose esperienze di diversa natura che vanno dalla regia di spot pubblicitari ed elettorali a quella di videoclip musicali; apprezzato nell’ambito cinematografico è stato chiamato a realizzare il backstage del film Il passato è una terra straniera di Daniele Vicari e ha fatto scalpore il suo documentario del 2005 Produrre consumare morire con cui indagava sui disastri e le morti causate dal Petrolchimico di Brindisi.
La sua ultima opera breve è L’altra metà : divertente e malinconico il cortometraggio racconta in una decina di minuti la fuga di un’anziana donna da una casa di riposo in cerca del matrimonio della nipote a cui le avevano vietato di andare per motivi di salute.
Se potessi scommettere su un nome per un esordio cinematografico di sicura qualità punterei senza dubbio su Pippo Mezzapesa.
Finalmente è arrivato il momento di verificare se la scommessa è vinta o persa: al cinema esce in questi giorni il suo primo film, Il paese delle spose infelici.