Via Piraeus, Atene. Ennesimo luogo della vergogna in una Grecia in cui il razzismo sta prendendo potere grazie alla crisi economica. Alba Dorata – il partito neo-nazista portato alla ribalta proprio grazie alle disgrazie finanziarie elleniche – se la ride dietro le quinte mentre un giovane iracheno perde la vita in quello che è l’ennesimo atto xenofobo degli ultimi mesi.
La dinamica è figlia dello “squadrismo” che tanto ha contraddistinto l’ultra-destra nella sua storia. Cinque in motocicletta, dal volto coperto da un casco, giravano in lungo e in largo per quella strada cercando di aggredire prima un marocchino – che per sua fortuna è riuscito a scappare – e infine l’iracheno di appena diciannove anni. Lui non è scappato. Ha perso la vita di fronte ad una moschea illegale.
Il popolo degli immigrati ha finalmente reagito con una manifestazione corale, sentita e dai contenuti forti, in cui si denunciano ben cinquecento casi di razzismo esplicito e si risponde al governo greco che dopo il tragico fatto ha semplicemente commentato dicendo “Non tollereremo raid di brigate che si nascondono dietro simboli nazionalisti” – dichiarazione pervenuta proprio da Alba Dorata. Un po’ ridicolo.
Il sindaco di Atene è seriamente preoccupato di quanto sta accadendo e in più dichiarazioni sostiene di essere “ostaggio” di gruppi di neonazisti che vanno in giro armati a picchiare gli immigrati. Intanto la polizia ha già arrestato circa duemila immigrati clandestini, rendendo felice una larga parte del popolo ellenico che si è fatto convincere dalla propaganda xenofoba – in pieno stile Lega Nord – di “Alba Dorata”.
«Per salvare la Grecia dal pericolo causato dagli immigrati, dobbiamo sbarrare gli ingressi nel paese servendoci di campi minati al confine con la Turchia, lungo il fiume Evros, nei punti che registrano i maggiori passaggi di clandestini»: questa è solo una delle frasi infami di propaganda di Nikòlaos Michaloliàkos, fondatore del partito neonazista. Con questo tipo di comunicazione cosa c’è da aspettarsi se non bande armate e “giustizia” privata.
L’Unione Europea, l’ONU e le altre istituzioni che dovrebbero essere “garanti” della dignità dei popoli dovrebbero andare a nascondersi dato che ad oggi, per questi accadimenti, non si è pronunciata. Speriamo che presto non si arrivi a doverci trovare di fronte ad un Breivik ellenico o, peggio, a tanti di loro.