Voto: 8/10
Una natura dall’aspetto quasi mistico, alberi che fanno da cornice a lunghi monologhi riflessivi, cieli impenetrabili e una luna limpida a stagliarsi come unica fonte di luce tra nebbie e oscurità: il mondo musicale di Phil Elverum, già The Microphones e oggi al lavoro con il progetto Mount Eerie, si nutre di immagini evocative e contemplative in cui si muove un individuo alle prese con interrogativi esistenziali dei quali, forse, la risposta è nella natura stessa (“I meant all my songs / not as a picture of the woods / but just to remind myself / that I briefly live”).
Registrato in una chiesa sconsacrata di Anacortes, Washington, “Clear Moon” mescola intimismo folk e imponenti derive psichedeliche sotto la guida di una voce vellutata, talvolta accompagnata da un cantato femminile con il quale si vengono a creare intrecci affascinanti, come avviene in “Through the trees pt. 2” e “The place I live”.
Gli arrangiamenti corposi, in cui trovano ampio spazio sintetizzatori ed elementi di elettronica, conferiscono ai suoni una costante aura di spiritualità, uno spiazzante lirismo dominato dall’Io narrante in cui si rimane sorprendentemente immersi. “The place lives”, con le sue sonorità trascinate, è ipnotismo puro, e se “Lone bell” rimanda alle atmosfere più avvolgenti dei Radiohead “post-Ok Computer”, la ritmata “House shape” sembra spostare l’asse verso un intelligente quanto inquieto pop elettronico.
Passando per le due “(something)”, intermezzi strumentali che a colpi di synth squarciano le nubi dipinte tra una traccia e l’altra, si giunge agli episodi più impervi: è, infatti, nella seconda parte dell’album che l’approccio sperimentale si fa più ampio e complesso, fino a raggiungere picchi di drammaticità nel canto lento e corale di “Over dark water” e nella lunga coda psichedelica, dal sapore pinkfloyidiano, di “Clear Moon”.
Avviato, così, verso la conclusione dallo slowcore di “Yawning sky”, che lentamente sfuma i contorni tratteggiati nelle precedenti tracce, e dall’outro ambient “(synthesizer)”, “Clear Moon” si presenta come un lavoro che brilla di una propria incantevole personalità, oscura ed evocativa sì, ma ammaliante nella sua articolata complessità.
Quella stessa complessità che segna il lungo cammino alla ricerca di se stessi all’ombra del “monte Eerie”, accarezzati da una natura benevola e sollevati da una musica di sottofondo dal fascino che merita solo di essere ascoltato.
Tracklist:
- Through the trees pt. 2
- The place lives
- The place I live
- (something)
- Lone bell
- House shape
- Over dark water
- (something)
- Clear moon
- Yawning sky
- (synthesizer)