Se ci trovassimo al cospetto di un americano o di un occidentale in generale il primo pensiero alla notizia del ritiro professionale sarebbe “sarà una mossa promozionale…questione di marketing“; visto che si parla di un giapponese, un orientale, l’idea non dovrebbe proprio sfiorarci. Il personaggio in questione è il regista Hayao Miyazaki, maestro indiscusso del moderno Cinema d’animazione. Partito come fumettista, disegnatore, sceneggiatore viene quasi iniziato alla regia grazie ai mitici cartoni animati di Lupin, di cui dirige alcuni episodi della terza serie nel momento più basso della fama dello storico ladro gentiluomo. Si tratta giusto dello spunto che fa capire a Miyazaki quale possa essere la sua strada professionale: ma non gli basta la regia, perchè le storie che ha in mente eludono i consueti paletti narrativi entro cui racchiudere le storie d’animazione mantenendole alla portata dei bambini. Miyazaki immagina un Cinema di esplorazione, di concettualità espressiva che non si limiti alla favoletta infantile ma utilizzi l’animazione per donare colore e gioia a storie emblematiche dai contenuti importanti.
Così dopo lavori di perfezionamento tecnico che servono principalmente come esperienza Miyazaki comincia finalmente a fare il Cinema che ha in mente creando e girando Il mio vicino Totoro: è il prologo di un viaggio affascinante fatto di racconti ecologisti e di favole formative che passano da Kiki a Porco Rosso, da Princess Mononoke a Il Castello errante di Howl e Ponyo sulla scogliera. Tra questi La Città Incantata definito da tutti il suo capolavoro assoluto, con un centinaio di riconoscimenti ricevuti in giro per il mondo tra cui Orso d’oro, Bafta e Premio Oscar come film d’animazione nel 2003. Miyazaki col passare degli anni, con il diffondersi dei suoi lavori è riuscito ad ampliare l’orizzonte del Cinema d’animazione, non solo rendendo affascinante ed istruttivo ciò che prima poteva risultare unicamente intrattenimento per bambini, ma innalzando ad opera filmica vera e propria il cartone animato distaccandosi formalmente e idealmente dal mondo Disney e dall’evoluzione tecnico-narativa occidentale senza per questo dedicare il suo lavoro solo allo spettatore adulto, anzi, mantenendo la profonda intenzione di partire dall’immedesimazione dei più piccoli nei personaggi che ha raccontato.
Leone d’Oro alla carriera a Venezia nel 2005, Miyazaki ha presentato in concorso alla 70a Mostra del Cinema, edizione 2013, il suo ultimo film, Si alza il vento, non accompagnando fisicamente l’opera al Lido ma inviando un messaggio di stima:”In passato sono stato più volte a Venezia, ho un bellissimo legame con la Mostra e con la cultura italiana“. Le parole in questione sono state lette da Koji Hoshino, il Presidente del Ghibli, il mitico studio per il Cinema d’animazione fondato da Miyazaki nel 1985; ed è stato lo stesso Hoshino durante la conferenza stampa di presentazione dell’ultimo film del maestro giapponese a dichiarare che proprio per l’affetto che il regista ha sempre nutrito nei confronti di Venezia e dell’Italia gli sembrava opportuno annunciare in quel contesto la sua decisione di ritirarsi dal Cinema.
I mormorii in sala stampa dopo l’annuncio facevano da sottofondo a domande che sono rimaste senza risposta e che hanno trovato in un “non posso aggiungere altro” la chiosa definitiva, per il momento. Ciò che pare certo è che Miyazaki nei prossimi giorni terrà una conferenza stampa a Tokyo per annunciare ufficialmente in patria il suo ritiro; ciò che è certo è che il regista ha 72 anni e almeno nelle ultime uscite pubbliche non solo non sembrava malato o provato dal suo lavoro, ma addirittura intenzionato a dare seguito a progetti che in passato aveva messo da parte; ciò che è certo è che i film vanno ai Festival non tanto per i concorsi ma per avere visibilità e per essere venduti per la distribuzione in tutto il mondo e sfido chiunque a dire che non faccia differenza l’annuncio del ritiro di Miyazaki dal mondo del Cinema sulla promozione e la commercializzazione della sua ultima opera ai distributori internazionali.
Per dirla tutta: non è da escludere che i marpioni abbiano anche gli occhi a mandorla e che la notizia sia stata data al momento giusto per essere sfruttata economicamente, non ci stupiremmo di questo; la speranza è che se la notizia, come sembra, è vera, il maestro Miyazaki in futuro ci possa ripensare perchè ciò significherà non solo che la sua decisione non è dovuta a cause di forza maggiore ma anche che il Cinema continuerà ad immergersi negli scenari incantati delle sue animazioni.