La Francia, baluardo storico di democrazia e laicità, è divenuta il nono paese della comunità europea a consentire il matrimonio omosessuale. Il 23 aprile scorso l’Assemblea francese ha approvato, con 331 voti favorevoli e 225 contrari, la legge che estende i diritti del matrimonio e dell’adozione alle coppie omosessuali. Entusiasmo tra le fila della sinistra laica di Hollande, “un grande giorno per la democrazia” ha dichiarato il ministro della giustizia Christiane Taubira.
Il “matrimonio per tutti” (Le mariage pour tous) puo’ essere considerato il coronamento di un processo di laicizzazione cominciato nel 1882 e che nutre l’ambizione di proiettare la Francia in una “nuova civiltà”. L’affondo del governo francese sul tema centrale della famiglia e del matrimonio non ha mancato pero’ di risvegliare nel Paese forti scontri e accesi dibattiti da parte della “resistenza” cattolica, che hanno finito per coinvolgere in modo trasversale tutto il popolo dei credenti. Non si è fatta attendere la replica sdegnata e la mobilitazione della falange cattolica romana: rappresentata per l’occasione dai giovani del Pdl, il Comitato “Giù le mani dalla famiglia”, Azione Universitaria, Militia Christi e Giovane Italia. Un sit-in di protesta a piazza Farnese davanti all’ambasciata francese per l’immancabile levata di scudi contro chi minaccia la “famiglia tradizionale” e in segno di solidarietà con i cattolici francesi. Ad accorrere in piazza anche i parlamentari del Pdl Maurizio Gasparri, Eugenia Roccella, Maurizio Sacconi, Carlo Giovanardi che indossavano magliette bianche sulle quali era ritratta l’immagine idilliaca di una madre, un padre e un bambino. Alle dichiarazioni di disappunto contro il governo francese sono seguite quelle profetiche di Giovanardi : “Il Pdl ritirerebbe immediatamente l’appoggio a un Governo che volesse realizzare le unioni di fatto. Credo che questo esecutivo nasce se espunge le cose più controverse del centrodestra e del centrosinistra”.
Ancor prima di venire faticosamente alla luce il nuovo governo pare vittima di condizioni non negoziabili imposte dal Pdl. Di fronte al pericolo del virus della laicizzazione che potrebbe diffondersi anche nel nostro paese Giovanardi ci tiene a tranquillizzarci: “Personalmente credo che la premiership di Letta, che è un credente, sia una garanzia in più su alcuni aspetti controversi. Temi come la liberalizzazione della droga o i matrimoni gay non possono far parte del programma di questo Governo”. Siate sereni dunque, il tema dei diritti civili potrà bellamente continuare ad essere ignorato. In fondo ora la politica è occupata a salvare il Paese o forse più che altro a salvare sé stessa.