Sul Papa dirò le solite banalità che pensiamo tutti ma ci diciamo troppo poco. In fondo è come quelli lì che sembrano parlare nel vuoto: io ti dico ”non usare il preservativo” ma tu lo usi lo stesso; io ti dico ”non accoppiarti con persone del tuo stesso sesso”, oppure – con l’estremismo di chi non riesce proprio a farsi i cazzi suoi – ”non masturbarti”, ma lo facciamo lo stesso. Apparentemente non se lo fila proprio nessuno, perchè tu nella tua stanza continui a sentirti libero, e l’aborto non è poi una pratica illegale nonostante il proliferare dell’obiettore di coscienza. Negli ultimi giorni Benedetto, dopo il grande esordio in rete che lo ha lanciato come paladino del tweet da iPad si è espresso contro i tre mali del secolo, tre minacce alla pace e alla giustizia: aborto, eutanasia, e unioni omosessuali. Si dirà, ma chi lo ascolta?
Prendiamo solo il caso del magnifico risultato di twitter per confutare la domanda: in pochi giorni Pontifex (nome d’arte di Benedict XVI) ha racimolato più di un milione di followers da tutto il mondo con pochissimi tweets (è molto interessante da notare che il Papa followa solo se stesso). Poi ci sono le messe della domenica, situazioni in cui Ratzinger esprime i suoi pensieri più fantasiosi alla mercè di un numero sempre esponenziale di spettatori, del tipo: ‘‘Se oggi un angelo andasse dalla Vergine i media non se ne accorgerebbero” (8 Dicembre). Insomma, anche se nei nostri letti, nelle nostre case, nelle nostre teste, restiamo padroni incontrollabili della libertà di espressione personale, anche se siamo soliti credere alla folle idea di dover decidere da soli come consumare le nostre vite, e addirittura di scegliere se sia o meno il caso di morire, anche non fosse una nostra preoccupazione quotidiana, esiste pure chi lo prende sul serio, per dire la redazione de Il Foglio in qualche suo momento illuminato.
Insomma ci sono delle banalità fondamentali da dire che poi presuppongono certi diritti da difendere:
1. Mi dispiace per tutti quelli che ci credono, ma non è vero che l’aborto, l’eutanasia e le nozze gay costituiscano una minaccia alla pace mondiale. Una minaccia alla pace è la libertà di vendere armi in certe parti del mondo. Minacciosa per la pace è la fame. La resa quotidiana. Il ridurre i sogni delle persone a brandelli. Incattivirli. L’ignoranza, pure. Il non lasciare la libertà di decidere nelle mani delle persone, farle sentire ridicole, invise, cattive.
2. Il Papa ha capito di essere vecchio, sta tentando di adeguarsi ai nuovi mezzi di comunicazione, ma ormai il suo contatto con la realtà è andato perso (oddio, i contatti della Chiesa con la realtà son sempre stati deboli). Le spara grosse, vuole incendiarci l’uno contro l’altro. Ma non ha speranze, la sua battaglia è perduta. E’ inutile che continui a difendere il concetto che il sesso è possibile solo per l’accoppiamento della specie, concetto da cui nascono poi tutte le sue battaglie contro: preservativo, masturbazione, omosessualità, e via dicendo. Perchè è inutile il tentativo di leggere le cose diversamente: l’unica questione che interessi sul serio alla Chiesa è l’accoppiamento, cioè la perpetuazione della specie (preferibilmente in versione cattolica), e la famiglia – modello classico, senza deviazioni. Ora, se tu fossi una brava ragazza (come cantava Tenco) adesso staresti cercando un marito con cui scopare solo al fine di far continuare la specie, il piacere è bandito, il sentimento neanche a parlarne. Nel caso contrario, sei tale e quale al gay, e al masturbatore solitario davanti a YouPorn, o a quell’africano medio che ha messo il preservativo dopo una campagna di qualche associazione occidentale contro l’Hiv.
3. Affrontare i temi come l’aborto e l’eutanasia in poche righe è veramente difficile, perchè non stiamo parlando di sesso, però vale lo stesso concetto fondamentale, nudo e crudo: dobbiamo lasciare la libertà individuale di scelta in mano alle persone e non delegarla a quale fantomatica idea ultraterrena che ci viene ripetuta ad libitum da qualcuno che pare essersi proclamato il contatto con la divinità.
Quello che conta alla fine è questo: fate quello che volete. Poi, anche vi foste sbagliati, non andate a pregare – è controproducente.