C’è stato un giro di cose che mi ha fatto pensare che alcune delle morti dei santi cattolici fossero tarantiniane, splatter, pulp, o qualcosa del genere. Tutto è iniziato quando ho notato che il numero di eventi a cui siamo quotidianamente invitati via social network aumenta in modo vertiginoso, a volte sono così tanti che si sovrappongono, a volte in posti di cui neanche immaginavi l’esistenza: sono così tanti, pensavo, che bisognerebbe essere ubiqui come solo alcuni santi sapevano fare. Ho pensato dunque ai catechisti: se avessero dato insegnamenti come la magia dell’ubiquità o quella della trasformazione dell’acqua in vino, ci avrebbero fatto un favore. Invece capitava che inculcassero paure assurde, che raccontassero storie da film horror, tanto che per un periodo ho coltivato il personalissimo timore di un’apparizione della madonna o delle stigmate. Ho avuto così paura dei miracoli che ho accantonato la questione per non essere tra i prescelti. Così parlando a vanvera, ne è venuta fuori l’iconografia cattolica, che mi ha sempre messo una certa ansia: non riuscivo a guardare la faccia di quelle statue tristi di santi, tutti martoriati, e scolpiti al momento del martirio, nè a sentire quei canti lamentosi di certe processioni. È stata una breve storia di fuga.
Dopodiché qualcuno mi ha fatto un vago elenco di qualche storica morte di santi martoriati e ho pensato che fossero morti tarantiniane ante litteram. Parliamo degli occhi di Santa Lucia, se siano stati o meno strappati, se le sia stato conficcato un coltello in gola o meno: tutto questo per dire che sarebbe ottima fonte ispiratrice per una sceneggiatura di Tarantino una storia dei santi cattolici a puntate. Il problema è che ci farebbe pure ridere, e avrebbe un po’ l’effetto di certi vangeli apocrifi sconsacrati e male accettati in certi ambienti (un problema per le chiese ovviamente). Se solo già pensiamo alla crocefissione stiamo andando oltre lo splatter, alla mancata lapidazione della Maddalena (ma la Bibbia di lapidazioni ne è piena), alle decapitazioni, e via dicendo. La storia cattolica ha questo tipo di iconografia, come potrebbe non mettere una certa ansia da prestazione?
E ora parliamo di cattolici che non vivono quest’ansia da prestazione. Cioè, cattolici che vanno tranquillamente a messa e poi non reggono Kill Bill. Lettori veri di passi di bibbie e vangeli, con fustigazioni e maledizioni, che poi non reggono un intero film di Tarantino. Uno non può andare a messa e poi tornare a casa e vedere una telenovela come niente fosse, c’è una certa tensione narrativa da tenere in vita insomma, che bisogna coltivare quotiniamente, anche mentre si tagliano le cipolle, tenere alto il coltello e immaginare di sventrare un qualche infedele. San Sebastiano con le frecce, San Lorenzo bruciato sulla graticola, Santa Cecilia lasciata a sanguinare violentemente mentre la si decapitava quasi morta a terra. Tarantino, girala questa storia a puntate