Hegel definiva lo spirito come “seconda natura” per la sua capacità di edificare, in quanto ragione, un mondo proprio, indipendente da quello della Natura, basato oltre che sulla libertà e l’autonomia degli individui sopratutto sulla realtà etica, intesa come realizzazione della libertà sotto la forma di istituzioni razionali. In maniera illuminante, sintetica e comprensibile ci spiega questa teoria hegeliana in un frammento del documentario che, non a caso, ne prende il titolo l’avvocato Gerardo Marotta.
Il regista Marcello Sannino rimase folgorato dalla personalità di Marotta quando lo conobbe durante le riprese de L’ultima Treves, lavoro del 2007 sulla chiusura della storica libreria di Via Toledo a Napoli: da quel momento gli venne in mente prima di tutto di documentarsi sulla vita di quell’uomo e poi di raccontarlo in un documentario che ne seguisse non solo i passi quotidiani ma che riuscisse ad esemplificare parte di quella personalità da cui era rimasto folgorato.
Gerardo Marotta è una delle figure più importanti della cultura e della società napoletana, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo per l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, fondato nel 1975 con la figlia di Benedetto Croce, e di cui oggi è ancora presidente. Da avvocato è stato protagonista di battaglie che hanno fatto Storia sopratutto al fianco dei contadini espropriati delle loro terre, ma il ritratto che ne fa in maniera eccezionale e commovente Marcello Sannino mostra ciò che col tempo è diventato Marotta arrivando a sacrificare parte di quella vita che si era costruito oltre che del suo patrimonio familiare: un mecenate, un umanista contemporaneo perennemente in lotta per la diffusione della cultura come mezzo fondamentale per l’affermazione della giustizia sociale.
La macchina da presa segna le varie fasi del documentario alternando i momenti in cui diviene interlocutore-auditore del protagonista a quelli in cui lo segue, quasi spiandolo, negli incontri nella sede dell’Istituto nello splendido Palazzo Serra di Cassano a Monte di Dio, nelle sue passeggiate per l’uscita o il rientro a casa così come in alcuni istanti di quotidianità familiare: caratteristica impressionante che non slega nessuno dei momenti narrati da Sannino è la dimostrazione di come Marotta abbia vissuto e viva ogni istante cercando attraverso la filosofia, la cultura, di propagare la visione della vita come atto di resistenza per il bene comune, in nome dello spirito pubblico e in favore delle generazioni future.
Ascoltare i discorsi di Marotta sulla società, sulla decadenza politica, sulla rivoluzione del 1799, sulle perversioni storiche che hanno portato ad esempio Napoli ad essere condannata a non poter avere una classe dirigente all’altezza e degna di una città così importante e controversa, trasmette innumerevoli sensazioni che danno adito a riflessioni su cui solitamente non ci si sofferma: il senso dello Stato è andato scomparendo nella popolazione perchè a torto si accomuna alla classe politica che in Italia è sempre stato sinonimo di cattiva gestione e malaffare, mentre lo Stato è ben altra cosa e come spiega Marotta è il cittadino che deve riconoscersi in esso per aspirare al bene comune, per crearlo e pretenderlo non aspettando che arrivi.
La passione civile che sprigiona un personaggio come Gerardo Marotta rende La Seconda Natura un documentario affascinante e importantissimo come testimonianza di una realtà fondamentale non solo per la città di Napoli, ma per l’Europa tutta; quell’Europa, nella figura del Presidente della Comunità Europea, che grazie alle parole dell’avvocato Marotta e all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici è riuscita a bloccare l’insensata proposta avanzata qualche anno fa di eliminare dai programmi delle scuole l’insegnamento della Filosofia.
Durante la presentazione de La Seconda Natura alla XV edizione del Napoli Film Festival la platea è stata conquistata dall’intervento che, a proiezione ultimata, Gerardo Marotta ha voluto fare ripetendo il concetto sul senso dello Stato già presente nel lavoro di Sannino e gridando con tutte le sue forze la necessità di diffondere cultura per salvare un paese in cui non si studia più per l’importanza del sapere ma per raggiungere e scalare posizioni sociali che rendono arrampicatori insensibili al bene comune e sterili esseri umani interessati unicamente all’arricchimento e al beneficio personale: unendo tali concetti l’avvocato ha concluso con un grido di rabbia e dolore per il disinteresse, la scarsa considerazione, che negli ultimi anni le istituzioni hanno dimostrato nei confronti dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici da lui presieduto, con l’improvviso e totale taglio dei fondi pubblici, e per il sogno ancora irrealizzato di donare alla città di Napoli i trecentomila volumi raccolti negli anni da destinare ad una biblioteca pubblica, e che incomprensibilmente non hanno ancora una adeguata collocazione; emozionante, a riguardo, il finale del documentario che il regista dedica ad una panoramica di questa immensa raccolta riuscendo a far sentire attraverso le immagini la tristezza e il dolore per una tale magnificenza culturale ignorata dalle istituzioni.
La Seconda Natura è un ottimo lavoro documentaristico che conferma la bravura di Marcello Sannino: ormai da qualche anno il regista di Portici porta le sue opere nei maggiori festival cinematografici della penisola e con Corde, nel 2009, ha ricevuto numerosi riconoscimenti che hanno consolidato l’apprezzamento per il suo modo di lavorare tra colleghi ed addetti ai lavori. Dopo gli interessanti esordi con Decroux e il mimo corporeo(2003) e La Passione Suessana(2004), Sannino gira L’Ultima Treves(2007) che, per il sapore politico e civile, per la passione descritta non solo dalle tematiche narrate ma anche dalla scelta sul come tecnicamente seguire gli avvenimenti e le testimonianze, è collegato in maniera diretta, a mio parere, alla sua ultima fatica, il documentario su Gerardo Marotta. Vanno inoltre ricordate la partecipazione di Marcello Sannino al film collettivo del 2010 Napoli 24 , con la direzione di uno dei 24 frammenti di 3 minuti per raccontare la città, e la fotografia curata per il documentario In Purgatorio di Giovanni Cioni.
La Seconda Natura ha ricevuto una Menzione Speciale e il Premio UCCA – Venti Città al Torino Film Festival del 2012, guadagnandosi la distribuzione in numerose sale italiane e nei prossimi mesi verrà presentato in Germania e in altri paesi europei.