Dalle urne greche sono usciti fuori troppi partiti, nessuno sopra il 20%, perciò in questo momento la situazione è delirante: chi si accorda con chi, chi s’impastrocchia con chi altro, e via dicendo, sembra proprio non aver fine il tracollo greco. Del resto in questi giorni si parla anche di un ritorno di fiamma della dracma (addio euro).
Pareva fosse fatta per un accordo a tre tra Nea Dimokratia, Pasok e il partito dimocratico filoeuropeo, ma niente da fare, palla al centro e ripartenza. Intanto stiamo tutti a parlar della Grecia, e chi ora ha origini greche ma vive in America da una vita, riscopre (paraculisticamente) la propria terra per scriverci su editoriali d’alta indignazione; è il caso di Arianna Huffington (la fondatrice dell’Huffington Post che in questi giorni sta sbarcando anche in versione italiana).
«Seguendo la tragedia grecia di questi giorni, mi tornano in mente i 18 anni che ho trascorso ad Atene, nelle stesse vie oggi teatro di proteste e violenze», racconta sul New York Times.
Mentre i tedeschi (quei sani uomini che ragionano a bund e spread) invocano l’uscita della Grecia dall’euro però il popolo greco pare contrario: secondo i sondaggi l’80% dei greci è favorevole all’euro. Che si fa dunque? Vince sempre la Germania?
Al voto si tornerà il 17 giugno.