Che da anni (dovrei dire venti probabilmente, ma nel 1994 avevo dieci anni) non cambi nulla te ne accordi dai ritardi dei treni, dalla faccia delusa di un presidente di seggio chiaramente bersaniano fin dentro lo spirito, così bersaniano da abbozzare uno ”speriamo” di circostanza (speranze vaghe, senza oggetto). C’è un riflessione interessata a cura di Wu Ming su Beppe Grillo e il suo movimento che varrebbe la pena leggere in questa circostanza: M5S è riuscito lì dove hanno fallito tutti i movimenti di protesta. Ha intercettato un dissenso lì dove c’era un vuoto di protesta, proprio mentre in altre parti del mondo alla rassegnazione di rispondeva con la primavera araba e i movimenti di occupy col cancelletto o senza.
Mi è capitato in queste giornate strane di incrociare una signora tunisina che vive da anni in Italia, era ancora entusiasta e fiera della primavera araba, ”siamo stati i primi in Tunisia!”, ripeteva. Alla fine mi dice di aver votato Grillo, io le ho sorriso perchè capivo cosa volesse dire: voleva protestare, anche se non sapeva bene in che modo farlo in Italia, mica poteva votare la Lega che le ha messo strani complessi in testa, l’ha urtata al punto che a un tratto mi ha chiesto con troppa gentilezza di farle uno squillo per trovare il telefono smarrito nella borsa, e poi mi ha passato il cellulare dicendo che era corretto che cancellassi il mio numero, anche se il mio numero ce l’hanno persone ben peggiori.
Il Pd dal canto suo ha fatto veramente tutto quello che era umanamente possibile per perdere, tipo scegliere l’indistinguibile carisma di Bersani a guidarlo. Il carisma di un uomo a cui nessuno crede quando dice ‘’farò la legge sul conflitto di interesse’’ (sticazzi). Hanno messo gli elettori della sinistra nella solita condizione di sempre: o voti sta minestra o vince B, e ci stupiamo che i grillini si sentano i dissidenti? Bisogna accettare che siamo una minoranza, perché quello che vediamo intorno non ci piace.
Non ci piace il mainstream berlusconiano, che ha portato all’impoverimento di tanti nostri discorsi: siamo seriamente pronti a sentir parlare ancora di B o dell’anti-B, a guardare Santoro credendo sia un gesto di resistenza nazionale? No.
La politica dovrebbe essere quella cosa di cui non parlare al bar, perché abbiamo tanto altro di cui discutere: cinema, letteratura, musica. Questa eterna condizione di sorvegliare i sorveglianti ci sta impoverendo. E invece questo mainstream berlusconiano ha creato un corto-circuito da cui è nato il grillismo, ossessionato da caste, privilegi e via dicendo.
Il M5S è un riflesso del mainstream B/anti-B. Mi ricorda il momento in cui è uscito Facebook in Italia e tutti, persino gli impensabili, avevano un profilo. Da qualche tempo gira questo morbo, la gente è ossessionata dalla casta, dalla politica, dagli articoli contro il Parlamento e i portaborse, gli incatenamenti pubblici, e via dicendo. Così ossessionati che ci dimentichiamo di Bertold Brecht. E’ questo l’impoverimento: mentre in Francia vanno in libreria da noi si vanno a fare sit-in contro il numero dei parlamentari; mentre a New York si occupa Wall Street con concerti e interventi di filosofia pratica in Italia si fanno comizi in piazza inneggiando al vaffanculo ad cazzum.
Siamo sicuri che è questo quello che ci aspettiamo e vogliamo ancora dal nostro paese? O possiamo fare qualcosa di più reale per interrompere questo corso disgraziato?