Col suo consueto stile irriverente Annalisa Van Delfan ha intervistato Nicola Manzan (in arte Bologna Violenta), violinista e polistrumentista. Leggete, e godetene tutti. Parole chiave: bervismo per più, religione, musica, fregna.
1) Bologna Violenta è un progetto musicale, Nicola Manzan un violinista, un musicista… in ogni caso, un uomo. Quanto vi influenzate e cosa vi differenzia.
Bologna Violenta e Nicola Manzan sono due “entità” molto vicine tra loro, non può esistere l’una senza l’altra, ovviamente. Ora più che mai il progetto musicale è anche progetto di vita, quindi mi vien quasi da dire che sia Bologna Violenta ad influenzare Nicola Manzan, ma è anche vero il contrario: le mie esperienze, lavorative o di vita che siano, si riflettono immediatamente nella mia musica e nei miei concerti. Certo è anche che come Bologna Violenta mi prendo delle libertà che non potrei prendermi nella vita reale, anzi, nella vita civile, ma questa è una delle fortune che ci regalano il palco e i dischi.
2) Se ti dico “Fantomatic” mi rispondi che un po’ di Mike Patton c’è nel tuo lavoro o confermi che ho preso un abbaglio?
Ti posso confermare che hai preso un abbaglio. Ammiro molto la carriera di Patton, lo ritengo un artista di altissimo livello, mi piacciono alcune cose che fa, ma non posso dire di essere stato influenzato dai Fantomas. Li ho ascoltati davvero pochissimo, non li sento un riferimento per quello che faccio io (nonostante alcuni me lo facciano notare); probabilmente sono il progetto “commerciale” (passami il termine, ti prego!) che più si avvicina alla mia musica (penso alle sfuriate grind tra parti melodiche, ma anche all’ispirazione presa dal cinema).
3) Prendendo il concetto di religione non strettamente legato alla Chiesa in quanto istituzione, dato che la tua posizione è chiara visto il tuo “sbattezzamento”, qualcuno diceva “La religione è l’oppio dei popoli”… oggi ci restano solo “La via della droga” o una “Bologna drogata”?
Sono ancora convinto che la religione sia l’oppio dei popoli. L’essere umano ha una forte spiritualità, soprattutto sente la necessità di aggrapparsi a qualcosa di più grande di lui nel momento del bisogno. Quindi è molto simile ad una droga (che sia la nicotina o l’oppio poco importa). I pezzi che citi tu hanno titoli presi da film, non sono necessariamente un “messaggio”, anche se devo ammettere che ho scelto questi titoli pensando a Via Zamboni, nota via universitaria dove per anni ci si comperava il fumo (ora non so se sia ancora così) e al fatto che l’eroina non è ancora passata di moda a Bologna (e non è solo qui, purtroppo…).
4) Collegandomi alla domanda precedente ti chiedo: l’hai fatta la cerimonia dello “sbattesimo”? Forse mi risponderai che te ne sei sbattuto.. hahahah (pessima, magari la depenno oppure fallo tu)
Non l’ho fatta. A dire la verità non c’era niente da festeggiare, come non ci sarebbe stato nulla da festeggiare quando sono stato battezzato. Semplicemente mi sono fatto togliere dai loro registri, non voglio essere “uno di loro”. Sia comunque chiaro che quando mi è arrivata la raccomandata ho goduto tantissimo e le urla di gioia si sono sentite parecchio lontano… (ecco, in questi casi mi lascio influenzare dall’irruenza – anche verbale – di Bologna Violenta!!!)
5) La Morte è il tema principale de “Il Nuovissimo Mondo”. Ti domando cos’è per te…
La Morte è la fine della vita, tutto qui. È un concetto semplicissimo, non dovrebbe avere in sé niente di strano, se non fosse che noi siamo vivi e la temiamo tantissimo, perché nessuno è potuto tornare indietro a dirci com’è. Il fatto di porre la parola FINE al termine di una vita ci sconvolge, perché sappiamo che anche per noi c’è questa parola che ci aspetta, e non sappiamo dove e quando.
Spesso la gente ne è intimorita al punto da evitare di parlarne, come per scongiurarla, ma ne è anche spesso morbosamente attratta. Di fronte alla visione di un cadavere la gente o distoglie lo sguardo oppure va alla segreta ricerca dei piccoli particolari che probabilmente contraddistingueranno anche il nostro corpo morto.
Ecco, col mio disco ho cercato di andare a stuzzicare entrambe le categorie, chi non ne vuole sentire nemmeno parlare (come per dirgli: ehi, guarda che è sempre dietro l’angolo!!!) e chi la guarda con fare troppo voyeuristico (come per dirgli: che cazzo guardi? cosa ti incuriosisce? il dolore del tuo prossimo? oppure approfitti del fatto che non era il tuo turno per vedere come potrebbe andare a finire?).
6) Ci sono due pezzi del disco dei quali mi piacerebbe conoscere la storia, il motivo o il punto di vista insomma; si tratta di “Blue Song” e “La donna nel mondo”… me le racconti?
Blue Song e La donna nel mondo sono in scaletta da moltissimo tempo. Dovevo suonare come ospite ad una serata di Italia Wave e mi è stato chiesto di fare anche un pezzo col violino. All’epoca avevo solo pezzi con la chitarra, ma mi interessava mettere qualcosa di diverso nel concerto, quindi ho preso la palla al balzo e ho fatto la cover in versione orchestrale del pezzo “portante” della colonna sonora di Milano Trema (Blue Song, appunto). Mi piaceva anche l’idea di usare lo stesso strumento per far vedere le due facce della stessa medaglia, quindi ho fatto.
La donna nel mondo nasce da alcune clip audio prese dal film Quel motel vicino alla palude. Il titolo, in questo caso, è successivo, risale a quando ho registrato Il Nuovissimo Mondo e mi sono reso conto che non poteva che intitolarsi La donna nel mondo, come il mondo movie degli anni Sessanta.
7) “Bervismo per più” è il tuo slogan o più correttamente si tratta di una filosofia tramite la quale proponi di vedere la vita in maniera diversa: più in positivo che in negativo. Allora facci un esempio pratico di bervismo che hai visto o vissuto nelle ultime ventiquattr’ore!
Sono stato alle Poste, ieri. Ho chiesto dei moduli per spedire di pacchi e mi sono stati dati consegnati anche se non mi servivano subito, ma per future spedizioni. Non è così semplice per gli impiegati, perché poi il conto delle bustine e dei moduli non torna, devono dare delle spiegazioni ai superiori. Ma l’impiegato di ieri ha messo la gentilezza davanti all’ottusità. Ecco, la gentilezza è un atto bervista.
8) Il “GAY” ricorrente scritto sul dorso della tua mano durante i concerti…PERCHÉ?
Direi “pura e semplice provocazione”. Mi fa sentire punk… eheh… Più seriamente, vorrebbe essere un messaggio al machismo imperante, al fatto che “i maschi” spesso hanno atteggiamenti che non capisco e non condivido. Sarà per questo che sono eterosessuale?
E comunque a volte sulle mie mani compaiono delle stigmate, quando sono in vena di santità lascio perdere le scritte e mi abbandono nel fragore mistico…
9) Se ti fossi trovato al posto del fratello del Gobbo, Er Monnezza, durante la perizia psichiatrica a cui vieni sottoposto cosa avresti risposto alla parola “Fiore”?
… Fregna!!!
10) Questa è l’ultima domanda, si tratta di uno spazio bianco da riempire come vuoi… Marzullo la tradurrebbe con un “Fatti una domanda e datti una risposta”.. prego! hahaha
Intanto colgo l’occasione per salutarti e ringraziarti!
Ne approfitto per dire che Il Nuovissimo Mondo Tour è in fase conclusiva. Sto per mettermi a registrare il nuovo album, quindi dopo più di cento date ho voglia di un po’ di tranquillità. La cosa bella è che questi concerti hanno setlist sempre diverse, provo dei pezzi nuovi, insomma, cerco di godermi le ultime serate prima della ripartenza tra qualche mese, con, spero, un bel po’ di novità.
Ti ringrazio molto per lo spazio che mi viene concesso e per l’interessamento.
Per la musica underground il supporto di persone come voi è fondamentale!
A presto!
NESSUNA POLITICA
NESSUNA RELIGIONE
BERVISMO PER PIÙ