Voto: 7,5/10
Göteborg non è solamente la città dei metallari In Flames. Ogni tanto la Svezia rende noti gruppi dalla sensibilità rara. I brusii della mente si lasciano trasportare dai gelidi venti del Mare del Nord. Battiti silenziosi, ombre danzanti sulla costa, riflessi cristallini e spruzzi d’aurora boreale: sono tutto questo gli Immanu El. Poco più che ventenni, hanno all’attivo un ep e tre album. Un’adolescenza consacrata alla musica, una carriera che vede il suo inizio al compimento dei sedici anni, quando i ragazzini al massimo si dilettano a strimpellare gli strumenti nel garage di casa propria. Una sfida più che mai riuscita quella di In Passage, disco della conferma. Tutte le otto tracce che ne fanno parte conservano un’armonia alla Sigur Ròs, che è il marchio di fabbrica dei cantori artici. Puliti nei suoni, sinergici tra loro. Sospiri caldi che fendono i ghiacci. Una luce forte acceca la vista, i volti rarefatti dal chiaroscuro vengono sopraffatti dalle tenebre e poi una detonazione improvvisa. E’ così che si apre l’album, con la chimerica “Skagerak”. E’ un richiamo implicito alla storia, alla notte tra il 31 maggio e il primo giugno del 1916, quando divampò la battaglia dello Jutland, il più grande scontro navale della Prima Guerra Mondiale che portò alla morte di 8000 anime. Qui le acque del Baltico si mescolano a quelle del Mare del Nord. Da un lembo di terra si vede la costa danese, si ode quasi il chiacchiericcio in un’altra lingua. In un susseguirsi di note alte e basse, le lacrime toccano il suolo, rotolano verso le distese innevate, spezzano ogni freddo turbamento dei sensi. Otto minuti di apnea. Una languida voce ricorda che l’inverno finirà e che avrà la forma di un pianoforte, dei suoi tasti e di quelle dita affusolate che vi si appoggiano, trasformando i silenzi in un canto carezzevole.
Ritmi vellutati si ritrovano anche in “The Threshold” e in “Comforting Dawn”, pezzi della buonanotte, che di onirico hanno tutto, dall’inizio alla fine. Il mare è dappertutto, coste frastagliate, montagne che si innalzano dagli abissi: è un fiordo quello che viene interpretato in “To an Ocean”, canzone d’amore per una nazione che non è fatta solo di terra. La vita risiede nelle creature dei fondali, sono il respiro dei venti, la pace ritrovata dall’uomo.
Così, in un viaggio immaginifico, alla scoperta del paese dei Nobel, degli ABBA e dell’Ikea, si profilano nuove diapositive di una tradizione testuale ben definita. Gli Immanu El rispolverano ciò che è stato, svecchiandolo di almeno cinquant’anni, e impreziosendolo dei nuovi suoni del XXI secolo. “Into Waters” ci riporta con il pensiero a soffici sensazioni, a trasgressioni concesse solamente dove la corrente diventa torbida. E’ questa canzone l’esempio di una rincorsa verso il passato, verso quei sussurri che si sentono in mezzo alla foresta, confondendosi coi colori caldi dell’autunno, cavalcando animali mitologici fino a che il sole non scompare dietro i monti. Occupando paesi inesplorati come in “Conquistador”, dove suggestioni scandinave si mischiano a quelle dei paesi latini: punti di vista diversi a confronto. Il conquistatore e il conquistato, il vichingo e lo spagnolo. L’atmosfera rock è la cornice del brano, più arpeggi chitarristici ad accompagnare il piano sempre presente e un finale nostalgico. Una finestra disillusa sugli errori e sui vantaggi dei tempi che furono.
Gli Immanu El sono adesso in tour nel nostro paese e dichiarano di amare il sud Europa. Non c’è modo migliore per passare una serata prenatalizia lasciandosi cullare dai suoni del nord. Aprite occhi ed orecchie, sentirete qualcosa di mai udito prima.
Tracklist:
- Skagerak
- Conquistador
- The Threshold
- Comforting Dawn
- Into Waters
- To an Ocean
- While I’m reaching for You
- On wide shoulders