All’indomani del ridimensionamento della leadership di Berlusconi, sebbene sia stata scongiurata la scissione del Pdl, grazie al colpo di teatro del Cavaliere che ha infine votato la fiducia al governo, di fatto continua la divisione tra le due anime interne: quella dei lealisti al fianco di Silvio e quella dei governativi che sostengono Angelino.
Il ritrovato quid ha consentito ad Alfano di serrare le fila dei moderati del Pdl, contenendone l’esodo verso una risuscitata Forza Italia e a blindare così l’esecutivo delle larghe intese. Le guerre intestine al Pdl fanno bene al Pd, che stando al sondaggio dell’Atlante Politico di Repubblica, condotto da Demos, conquista il 32% dei consensi e diventa il primo partito. Risale il Movimento 5 Stelle attestandosi intorno al 21%, mentre i Pdl-FI scivola al 20%, con una perdita di 6 punti percentuali. È morto il Re, viva il Re.
Il presidente del Consiglio Enrico Letta, intervistato per SKY Tg24 da Maria Latella definisce “concluso il ventennio” berlusconiano, su La 7 è stato finanche ritrasmesso “Il Caimano” di Moretti, mentre Alfano smorza i toni e chiede al Pd di “non interferire” su questioni interne al suo partito. A nessuno par vero che il ventennio sia davvero finito, meglio essere cauti quando si parla di Berlusconi, uno che “non muore nemmeno se lo ammazzano”. Eppure le ultime immagini lo ritraggono stanco, mentre si divide tra il cagnolino Dudù, la fidanzatina pretenziosa e i suoi avvocati con i quali deciderà la destinazione per i servizi sociali.
La fronde estremiste del Pd e del Pdl sembrano per il momento emarginate, nonché quella eversiva dei pentastellati. Renzi, favorito alle Primarie del Pd, in una intervista su La Stampa rassicura Letta “Con me segretario, il governo sarebbe più forte, non più debole’‘. E aggiunge: ”Gli ho detto che se diventassi segretario del Pd non mi chiederei ogni giorno cosa fare per danneggiare lui e Alfano. Il mio non sarà mai un partito con la matita rossa per fare le pulci al governo’‘. Nessuna ombra all’orizzonte sembra poter minare le ritrovate larghe intese. Ora potete godervi in pace la diarchia neodemocristiana Letta-Alfano. Il rischio di tornare alle elezioni ormai appare un’ipotesi lontana, mentre per il Paese la situazione resta grave, ma non seria.