Guardando alla discografia di How To Dress Well (al secolo Tom Krell) si notano due cose. La prima è che i testi di questo songwriter americano non hanno perso, nell’arco dei suoi tre disci, né d’intensita né di drammaticità. L’esperienza di vita resta la tematica focale dell’estetica di Krell, e in quest’opera assume un valore catartico, come se l’espressione della sofferenza passata potesse essere al contempo il rimedio alla stessa. Questo è senza dubbio un punto a favore di What is This Heart?, che però si discosta per altri aspetti dai suoi predecessori. La seconda cosa che si nota è infatti una progressiva pulizia del suono, che ci porta dalle persuasioni più lo-fi di Love Remains, a quelle essenziali di Total Loss, per approdare infine con quest’ultima fatica ad un suono più pieno, composto, a tratti ammiccante, ma senza per questo scadere nel paraculo. E nella paraculaggine il nostro avrebbe potuto tuffarsi a pesce senza remore, ma sceglie un percorso diverso, fatto di r&b, di tonalità calde e di un eleganza che mai scade in facili derive grevemente pop.
Il disco inizia con l’attacco squisitamente cantautoriale di 2 Years On (Shame Dream) e dei suoi delicati tocchi di piano e chitarra, senza fronzoli. Il registro cambia poi completamente con i delicati echi ambient di What You Wanted, sopra il quale la calda voce soul di Tom costruisce elaborate architetture melodiche, giusto prima dell’entrata in gioco di ritmiche misurate e mai invadenti. Seguono Face Again, pezzo irrequieto e dalle sonorità più frastagliate e dark, e See You Fall, con le sue tonalità oniriche che mi hanno ricordato moltissimo (ai limiti del plagio, se proprio devo dirlo) A Lullaby Hum For Tired Streets, l’album d’esordio dell’inglese Emphemetry. Repeat Pleasure rivendica con forza l’anima più pop dell’operato dell’artista, mentre Words I Don’t Remember e Precious Love fanno lo stesso con quella R&B. Pour Cyril è uno dei brani più intimistici del disco e si sviluppa tra intensi momenti orchestrali e un testo che apre alla speranza ed alla consolazione (There’s no shame in this love/There’s no pain in this love). E se di Childhood Faith In Love (Everything Must Change, Everything Must Stay the Same) va ricordato il maestoso crescendo finale, di A Power vanno invece sottolineati gli splendidi bassi e le atmosfere cupe. Very Best Friend è la traccia dal sapore più elettronico e frammentato e la chiusura, con House Inside (Future Is Older Than The Past), torna a sottolineare le tendenze cantautorali dell’opera, raffinate da melodie orchestrali che ricordano gli ultimi lavori di Justin Vernon.
Dal mio punto di vista What is This Heart? rappresenta un enorme passo avanti, un’evoluzione delle capacità e delle scelte compositive dell’artista. Se i testi di Krell meritano una veste, la veste datagli in questo terzo disco è quella giusta, ed è persino migliore delle precedenti. How To Dress Well è un progetto che non si ferma a dormire sui propri allori ma che ad ogni nuova uscita si reinventa, e lo fa pur conservando il nerbo della sua cifra stilistica, in un perfetto connubio tra originalità e continuità.
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Weird World Records, 2014