Ascoltare un nuovo disco spesso può diventare un’azione meccanica, un po’ come preparare la moka tutte le mattine quando il sole è ancora ben nascosto dietro le montagne, mentre voi, con gli occhi mezzi chiusi dal sonno, non capite per quale inspiegabile motivo riusciate a sbattere ripetutamente contro ogni spigolo della cucina. Tra i pochi stimoli offerti dalla routine quotidiana almeno la musica dovrebbe poter ancora essere un utile diversivo per milioni di persone che vogliano cominciare la giornata senza necessariamente far scendere santi dal paradiso ogni due per tre.
La rotazione radiofonica mattutina non è sempre indulgente con tutti ed è forse per questo che avere un cd o un buon lettore mp3 a portata di mano rimane l’unica soluzione per superare le 24 ore a venire. Il primo incontro con Gnut è avvenuto in una di queste mattinate, tra un cornetto alla Nutella mangiato di corsa e un paio di sneakers allacciate male.
Classe 1981, Claudio Domestico, in arte Gnut, è un cantautore napoletano dall’anima folk e con una forte vocazione al viaggio. Dal 2003 porta in giro la sua musica, la strada è ripida, ma a premiarlo sono il talento e le sue spiccate doti comunicative. A seguito del discreto successo ottenuto nel 2011 con il suo secondo album, Il Rumore della Luce, firma insieme ad altri artisti come Joe Barbieri, 24 Grana e Foja la colonna sonora de L’Arte della Felicità, piccolo gioiellino d’animazione made in Naples del regista Alessandro Rak, presentato alla 70° Mostra del Cinema di Venezia ed accolto con grande entusiasmo.
Ad uscire proprio oggi per l’etichetta torinese INRI è Prenditi Quello Che Meriti, terza fatica del virtuoso chansonnier cresciuto all’ombra del Vesuvio. In controtendenza rispetto alle sonorità più cupe e malinconiche che avevano caratterizzato i suoi precedenti lavori, qui ogni canzone viene rischiarata da una luce nuova nonostante la costante ambientazione notturna.
Gnut ha navigato sulla sua zattera in mare aperto come un Robinson Crusoe 2.0, per poi approdare sulle sponde di un’isola completamente deserta: in Non è Tardi basta una fisarmonica per venire trascinati in meno di pochi istanti da un’inaspettata brezza primaverile, da quell’iniezione di positività che accompagnerà l’ascoltatore durante tutto il viaggio attraverso le undici tracce di Prenditi Quello Che Meriti.
E’ l’amore, la voglia di scoprirsi e insieme meravigliarsi che muove la trama invisibile del disco, ne è la conferma Fiume Lento, uno dei brani più forti e toccanti, duettato insieme a Giovanni Gulino dei Marta Sui Tubi, così come Quello Che Meriti, dove il profumo del mare rievoca una tenerezza quasi rustica e dissacrante. Storie di famiglia, di donne coraggiose, di una lotta lunga un’intera vita, questo e molto altro nei due minuti e poco più di Solo Una Carezza. Gnut ha il dono della sintesi, una voce randagia come quella di Vinicio Capossela e la passione di Pino Daniele.
Chiudere gli occhi è un po’ come ritornare ai tempi dei nostri nonni, comprendendo che ogni azione ha un ritorno effettivo nella realtà: Dimmi Cosa Resta è una parabola, la cura per sopravvivere alla vita è camminarci sopra, in bilico come un funambolo che imbraccia una chitarra nell’Estate in Dagdad. Autunno e primavera, pioggia e polline, Gnut accorda i propri spazi vitali attraverso i vuoti, ritrova gli odori, i respiri e i silenzi del tempo, risalendo alle parole urlate nel vento dai suoi antenati. Non c’è delusione, né disprezzo in Foglie di Dagdad, solo la rivendicazione della propria appartenenza ad un mondo giusto per tutti, a misura d’uomo.
Come un gomitolo di lana che viene districato, Prenditi Quello Che Meriti è un disco veloce e lento insieme: si passa dai toni accorati delle chitarre di Torno ad Ora Che Sei, ninna nanna in continuo crescendo, fino ad Universi, canzone da bar alle due del mattino, quando la notte è finita, ma ancora tutto può accadere se solo il destino lo vorrà.
Gnut è un artista poliedrico, interprete moderno della canzone napoletana ed osservatore del genere femminile, lo dimostra eseguendo Passione di Libero Bovio, a cui non solo dà la voce, ma ne imprime anche il sigillo più autentico. Probabilmente non c’è nulla di più reale che continuare a sognare con la mente anche durante le prime pigre ore del mattino: Claudio Domestico ha la capacità di tenere incollate le notti con i giorni, così come lo sono le pagine di un libro avvincente.
Ordinate al bar caffè corretto Gnut!
Prenditi Quello Che Meriti – INRI, 2014