È una questione di influenze, di fatti che cambiano la normalità, di coincidenze che portano alla definizione di sé. Nel 2004 esplodevano i treni a Madrid e iniziava l’era Zapatero, Bossi veniva colpito dall’ictus ed usciva il primo album omonimo dei Franz Ferdinand, trasformando l’indie rock in un genere di massa, facendolo finalmente uscire allo scoperto dopo anni passati nei club alternativi e poco frequentati, da quei posti freddi da cui la stessa band scozzese proveniva, scegliendosi un nome che di fama ne aveva già e che hanno contribuito ad accrescere, anche se la guerra questa volta non ha causato danni, se non di udito per il volume troppo elevato. Nove anni fa era il tempo di Take Me Out, dell’amore non corrisposto di Jaqueline e della follia di Michael. L’anno dopo quello di You Could Have So Much Better, prima di dover aspettare quattro anni per le sperimentazioni di Tonight: Franz Ferdinand e il 2009 per il mini Ep Blood: Franz Ferdinand. Di nuovo quattro anni di attesa per arrivare ad un album completo e Right Thoughts, Right Words, Right Actions, quarta fatica della band di Alex Kapranos. Forse perché sono i Franz Ferdinand, forse perché deve andare così e le grandi band si fanno attendere ma ogni loro uscita è percepita come un evento, anche questa volta, forse perché credi che sia arrivato il tempo di crescere e che anche loro sbaglieranno prima o poi e invece ti ritrovi di nuovo tredicenne.
Right Action è la prima traccia del nuovo album, già annunciata con un video uscito qualche tempo fa, nel classico stile della band scozzese, che ti fa ritornare al passato, dal ritmo compulsivo e coinvolgente, dalle parole semplici e dai cori prolungati che liberano la ragazzina nascosta dentro ognuno di noi. Evil Eye, seconda traccia, ripercorre le sperimentazioni più elettroniche di Tonight: Franz Ferdinand (i bassi all’inizio che ricordano quasi Ulysses) con un sound quasi hitchcockiano dettato dall’urlo iniziale, che parte piano per poi trasformarsi lungo tutta la canzone e trascinarti all’interno dell’occhio malvagio che descrive, in cui testo e musica si fondono: «Some people wanna see what I see, some people put an evil eye on me». Love Illumination è, forse, la traccia più anonima dell’album, già ascoltata in altri album precedenti ma che, comunque, non riesce a non coinvolgerti. La quarta canzone, Stand On The Horizon, sembra ripercorrere la vena più vintage dei Franz Ferdinand, con sonorità che rivisitano la musica d’amore allucinato anni ’70-’80 coniugandosi perfettamente alla successiva Fresh Strawberries per influenze e buddyholliano contesto, senza lasciare nulla al caso. Bullet è, probabilmente, la canzone che più ti aspetti dai Franz Ferdinand e che comunque ti stupisce, inizio fortissimo e trascinante, alla The Fallen (prima traccia di You Could Have So Much Better), la seconda voce che si sovrappone alla prima, superandosi nei ritornelli rispetto al passato. Ma quando parte l’inizio di Treason! Animals capisci che sei arrivato, musicalmente, al capolavoro dell’intero album, che riesce a mescolarsi meglio con i precedenti lavori rispetto alle più sofisticate The Universe Expanded e The Brief Encounters, tracce con una sonorità onnipresente in ogni album più lounge e rilassante. Il disco è chiuso, quasi apposta, da Goodbye Lovers & Friends, realizzata da Alex Kapranos nel 2011 insieme a Boom Bip, ma riarrangiata rispetto alla versione precedente, troppo hip hop per un cd dei Franz Ferdinand: «Goodbye lovers and friends, so sad to leave you, when the lion says: “this is not the end”», ci dice la band scozzese, facendoci sperare di non dover aspettare altri quattro anni.
Right Thoughts, Right Words, Right Actions è la conferma del percorso mai stabile dei Franz Ferdinand, che dimostra (se ce ne fosse bisogno) la voglia di sperimentare e di non ripetersi della band, senza tradire le proprie origini o il passato che hanno già scritto. Meno innovativo di Tonight: Franz Ferdinand, che in alcuni sostenevano fosse la fine della band, questo ultimo album si presenta molto più completo e, per questo, più apprezzabile già dal secondo ascolto. Un disco che non ti fa sentire in colpa se ti scateni e che rende giustizia ai quattro anni passati ad attenderli. La versione deluxe intitolata Right Notes, Right Words, Wrong Order, che contiene anche le versioni live di alcune canzoni realizzate nella live session ai Konk Studios di Londra, è, poi, la ciliegina sulla torta.
Domino Records, 2013