Consumare. A sfatare, con la sua solita ironia, il tabù di chi ci vede solo come consumatori è David Stewart. Nella sua “Stuff”, racconto tragicomico di stereotipi commerciali di cui ancora siamo vittime, Stewart va a sconvolgere il concetto di cosa utilizzando una tecnica che, di certo, non si caratterizza per la naturalezza. Stuff, cose, siamo noi, siamo quello che acquistiamo e le idee che ci facciamo sul mondo. Se questa esposizione non piace è principalmente perché siamo tutti messi in ridicolo da queste ricerche pubblicitaria e, silenziosamente, pensiamo di esserne parte attiva soltanto per il gusto dell’acquisto. Inevitabilmente si collega con “Vita Nova”, nel sapiente legame tra uomo e frutto della società che lo circonda. Non siamo, infatti, molto diversi dalle ragazzine che si fanno foto provocanti quando pensiamo che acquistare dei mobili design ci renda delle persone più interessanti. Il gusto della provocazione e il gusto dell’estetica non solo si fondono nella realizzazione grafica ma anche con l’argomento che si vuole affrontare. Essere consapevoli del nostro gusto per l’esibizionismo, e potersi sottrarne dalla sua sacralizzazione, potrebbe essere un primo passo, Stewart ci avverte che, magari, una sedia potrebbe avere la nostra faccia ma che quello che si siede sopra non è mai qualcosa di nobile.
Queste solo alcune delle mostre che abbiamo ritenuto opportuno menzionare, tra le tante. Un’ultima, e doverosa, citazione la merita la sublime “Rock’ Stars” di Mick Rock, raccolta di 30 anni di musica e cultura rock, da David Bowie a Andy Warhol, accessibile gratuitamente al museo di arte contemporanea Spazio Gerra, in cui l’unica errore è stato non essere nati in quel periodo. Quando si dice nascere nell’epoca giusta e con il giusto occhio.
La fotografia mi è capitata. È arrivata senza motivo nella mia vita, ha aperto bottega e ne ha preso il controllo. (Mick Rock)
Cambiare è difficile, ma essere coscienti di quello che abbiamo ci rende più preparati ad affrontare quello che sarà, la fotografia ha questo pregio, ma come tutte le grandi cose necessita di spettatori che si trasformino in protagonisti. Le mostre proseguono dopo i tre giorni inaugurali, in cui siamo stati presenti, e che hanno visto la partecipazione di Paolo Benvengnù (qui l’intervista), dei fotografi partecipanti e di altre personalità del mondo dell’arte e della cultura. Fotografia Europea è riuscita nell’intento di cogliere diversi aspetti del cambiamento, mai banali, allestendo un circuito OFF per i fotografi non professionisti (o non affermati) nei negozi della città e dedicando un progetto riservato agli under 25.
Fotografia Europea 2013, “Cambiare, fotografia e responsabilità“,
Reggio Emilia (Location varie)
Mostre dal 3 maggio al 16 giugno
Per informazioni, i biglietti e il catalogo delle mostre connettersi al sito ufficiale
http://www.fotografiaeuropea.it/