Portato alle stampe il loro quarto album dal titolo Bright White Light, i Drink To Me tornano in pista con un tour che toccherà da Nord a Sud tutta Italia, lambendo anche le coste della Sardegna e i rilievi montuosi della Svizzera. Dopo aver dato il via alle danze al Locomotiv di Bologna, la formazione eporediese ha fatto sosta il primo novembre scorso allo Spazio 211 di Torino, dove si trovano praticamente di casa tra le pareti fucsia e i soffitti bassi dell’accogliente locale di Via Cigna 211.
In una serata tipicamente autunnale e particolarmente torinese, in cui umidità e nebbia fanno a gara per entrarti nelle ossa, i Drink To Me pare abbiano voluto radunare qui gli amici di sempre, gli accaniti sostenitori dal quel lontano 2002 in cui cominciò il loro percorso, nonché i curiosi dell’ultima ora. Nell’intervallo di tempo prima dell’inizio del concerto avreste potuto incontrare uno dei quattro componenti della band vagabondeggiare tra l’entrata e il bancone del bar, a metà tra padroni di casa modello e prezzemolini esaltati.
Nonostante l’attesa prolungata e una partenza alle undici e mezza passate, una volta saliti sul palco i Drink To Me cominciano a scaldare pian piano i motori e dimostrano di avere le doti di un buon diesel, alternando tracce da Bright White Light a S e conquistano così l’attenzione del pubblico che affolla il locale. Si presentano sicuri e risoluti, intonando la loro nuova Endless Endless ed accelerando sulle note di Future Days, dalla ripetitività catchy e martellante.
Il cambio di formazione, con il passaggio del testimone da Carlo Casalegno a Pierre Chindemi, non intacca di una virgola il vigore e l’energia che traspare nei live, c’è però da dire che l’atmosfera in sala risulta essere decisamente più sognante, arrivando alle orecchie di tutti i presenti, catturati e immobilizzati in uno stordimento psichedelico.
E come ben sottolinea Marco Bianchi, voce della band, si tratta di un viaggio e non ci rimane quindi che lasciarci trasportare fino alla fine, per più di un’ora e mezza di abbagli sonori e sismi del cuore. Scorrono veloci Secret e Bright, ma più veloci ancora le dita sulle tastiere dei synth. Ripetitività e teste ciondolanti vanno invece a nozze durante l’esecuzione di Picture Of The Sun e Wild, la prima si schiude in un urlo quasi disperato, mentre la seconda crea non senza sagacia uditiva un effetto simile a quello del mal di mare.
Ossessivi come mai sono stati prima d’ora durante i loro live, Bright White Light si presta perfettamente al gioco. Non ci sono inibizioni, né ripensamenti e la festa continua quando sale sul palco a sorpresa (sua e nostra) l’ex bassista Carlo Casalegno per la raffica di cartellate di Disaster Area ed esplode definitivamente con Henry Miller, una delle tracce più conosciute ed amate dagli ascoltatori. Un live sfaccettato, il pedale sull’acceleratore e frenate morbide e delicate. Se capitano dalle vostre parti, fate il pieno insieme a loro!
Scaletta:
Endless Endless
Future Days
Secret
Bright
Picture Of The Sun
Space
Wild
No Treasure
Twenty-Two
Disaster Area
Henry Miller
Ecstatic
fotografie di Alessia Naccarato