Correva l’anno 2002 e un album bellissimo come “Turn on the bright lights” segnava per primo il ritorno a un certo tipo di new wave anni 80 di ispirazione dark, che prendeva spunto più o meno da gruppi come Joy Division.
Ebbene sono stati proprio gli Interpol i pionieri di questa sorta di riattualizzazione del genere, con quelle atmosfere cupe, scure e le voci profonde, il basso presente. Anni dopo, lo spettro della dark-wave sarebbe ritornato ancora, avrebbe preso altre forme, per mano, tanto per citarne uno, di gruppi come gli Editors. Eppure gli Interpol, come succede a tante band, dopo quel primo straordinario disco, da questo genere si allontanarono, tentando altre strade, che, nel bene e nel male, hanno contribuito alla formazione di quell’idea musicale che oggi volgarmente e, piuttosto sbadatamente, etichettiamo come indie.
Eppure i nostri lo sapevano che non sarebbero bastate le digressioni di “Antics” o “Our love to admire” a cancellare quel suono per cui si erano da subito fatti notare. E così oggi, a ben otto anni di distanza, cercano di tornare all’origine, con un nuovo disco, che tenta di riappropriarsi di quelle sonorità e di quelle atmosfere che hanno aperto la strada a tanti. Tornano con un nuovo disco, diciamocelo, che di nuovo non ha proprio un bel nulla, ma che non fa altro che forzare quello che nel 2002 è risultato genuino e spontaneo. Il nuovo, omonimo Interpol scorre noioso, senza particolari guizzi, manca di mordente, le voci non sono incisive come al solito e non c’è nemmeno una canzone che dopo i primi ascolti resti nella testa dell’ascoltatore. Anzi, tende a distrarre, non cattura l’attenzione, scorre via come un cupo sottofondo. Non c’è nessuna “The Heinrich Maneuver” o “PDA” a tenerci svegli, spiccano giusto la notturna “Lights“, l’interessante “Barricade” o l’orecchiabile “Summer Well“.
Insomma non è che questo album sia veramente brutto, intendiamoci, è solo che passa eccessivamente inosservato, sotto tono.
Un’occasione mancata, non c’è che dire.
Brani significativi: Summer Well, Lights, Barricade
Se ti piace prova anche: Editors, Joy Division, The National