Al giorno d’oggi, chissà perché, non va di moda essere filonazisti e nemmeno professarsi fan dei Cani. Chissà se si tratta solamente di una coincidenza.
Priebke ormai puzza più di un appartamento Erasmus spagnolo e nello stesso tempo non riesco a trovare nessuno disposto ad ammettere di aver ascoltato Glamour fresco d’uscita, manco a pagarlo oro.
Mi sono chiesto come mai, dal momento che vivo in Italia.
E così mi sono interrogato su come potessi rendermi utile per questa gente alle prese con i propri incoffessabili scheletri dell’armadio. Magari parliamo di persone più sensibili e suscettibili di quanto non si possa pensare e che hanno bisogno di una guida-tutorial per poter fronteggiare i pregiudizi della gente al fine di permettere loro di fare apertamente coming out grazie ad una serie di congegnate argomentazioni.
Ma poi è arrivato Odifreddi, con il suo intervento provvidenziale sui gradi epistemologici delle verità e sulle camere a gas, e così ho dovuto fare i conti, come ogni blogger e uomo di cultura che si rispetti, con quella specie di matrioska di logorroiche confutazioni di Quit the Doner che risponde alle polemiche su Odifreddi che aveva risposto a un commento di un tizio, Christian Raimo che risponde a Quit the Doner che aveva risposto alle polemiche su Odifreddi che aveva risposto a un commento di un tizio, Odifreddi che risponde a Christian Raimo che aveva risposto a Quit the Doner che aveva risposto alle polemiche su Odifreddi che aveva risposto a un commento di un tizio e Vanessa Roghi, l’amica che fa la storica alla quale Raimo ha chiesto di intervenire dandole ragione, che risponde a Odifreddi che aveva risposto a Raimo che aveva risposto a Quit the Doner che aveva risposto alle polemiche su Odifreddi che aveva risposto a sto cazzo di commento di un tizio.
(e come se non bastasse, tutto questo condito dai tweet di Gianni Riotta)
Non si viveva così tanto fermento intellettuale dai tempi dell’affaire Dreyfus, o dall’appassionante querelle libertaria Carofiglio-Ostuni. Tutto questo mentre si scopre – ma in realtà lo si sapeva da un po’ – che il presidente della nazione più cazzuta al mondo spiava i governi di altri stati, alleati compresi (e l’unica ad aver alzato la voce è stata una culona evidentemente non troppo inclonabile).
Ad ogni modo io credo che la questione sia molto più semplice di quello che sembri.
Odifreddi è un pirla. Quit the Doner ha esagerato con le seghe mentali, perché se un pirla dice una pirlata non c’è questione epistemologica di sto cazzo o premio Macchianera che regga, e, per quanto riguarda Raimo e l’amica fan di Democrazia Proletaria, sezione armata, che l’uso personale della storia da parte degli intellettuali è pane quotidiano, da Pansa a quelli che vivono nel Valhalla autoero(t)ico dell’antifascismo rosso.
E se continuo per la tangente è solo per far contenta la Gio – il boss – che ci teneva tanto visto che sapeva di questo mio pezzo work in progress mentre nell’internet un sacco di gente stava dando di matto per dire la propria in merito a questo irrinunciabile “talk of the town” (voi però potete saltare questo opinionitume da un tanto al chilo, andando direttamente alla lista, quella con le figure sotto).
Io credo che Odifreddi faccia parte di quella sfera di personaggi che sono andati oltre al principio del cogito ergo sum, cioè quello del cogito ergo fatturo che sottende il ribaltamento prospettico del “sono e quindi penso” e quindi te lo vengo a dire, ad ogni costo, a discapito di qualsiasi coro di “e sti cazzi”.
Che è un po’ lo scopo dei social, dopotutto, quello di scassarci le palle con le opinioni non rischieste e di dare adito a qualsiasi parere, meglio ancora se quotato. E infatti, se eleviamo tutto ciò alla potenza mediatica nelle mani di un maître à penser pronto a dire cazzete vip, allora avrai una serie di repliche, polemiche e confutazioni filologico-epistemologiche a effetto slavina.
E tutto questo perché il matematico dei salotti bene che festeggiano i compleanni di Veltroni o che stappano la bottiglia ogni volta che muore un Welby o una Englaro di turno dice che, beh, non avendole viste all’opera con i suoi occhi queste camere a gas e, non avendo studiato approfonditamente tale fenomeno, per quanto gli riguarda, la questione rimane un’opinione degli altri a cui lui per comodità si adegua. Anzi no, non degli altri, ma del “Ministero della Propaganda”.
(per dire che il responsabile di CasaPound della mia regione, durante un’intervista, ammise al sottoscritto, senza tanti problemi o giri di parole, che l’Olocausto, camere a gas comprese, rimaneva un dato di fatto, senza tanto accennare a mistificazioni storiche ad uso e consumo di qualcuno. Poi, certo, continuava facendo l’elenco dei crimini di guerra dei “buoni”, ma per lo meno non negava Auschwitz & Co. Un’intervista divertente e istruttiva: mancava solo Capitan Harlock)
E quindi niente, “due più due fa quattro” e “Napoleone è morto a Sant’Elena”, piuttosto delle Idi di Marzo, Porta Pia o il Maurizio Costanzo Show, sono verità di “diverso valore probatorio”, da una parte una “verità di ragione” e dall’altra una “di fatto” come i matrimoni gay e, bla bla bla bla, puoi anche dubitare dei metodi di rilevamento storico del dopoguerra anche se tu uno storico non sei, puoi anche parlare di Ministero della Propaganda Sionista-Atlantico-Massonico-Juventina, magari conservando il medesimo riserbo anche sulle testimonianze dei sopravvissuti, sui loro racconti, sui morti, sulle immagini e sulle cicatrici e i tatuaggi dei reduci, da Primo Levi in giù, perché tanto tutto è confutabile e perché la storia non sarà mai come la somma degli angoli interni di un triangolo che è sempre pari a 180°, mentre gli ebrei qualche volta sono pure degli stronzi, però rimane il fatto che Odifreddi rappresenta pur sempre un uomo di grande intelletto, genialità e arguzia straordinaria.
Ma tornando a noi, l’ultimo dei Cani e la timidezza dei filo nazi (sì, questo post alla fine verrà più lungo di un longread di Quit the Doner o di un articolo breve di Micromega).
Mi son sempre chiesto perché i (cripto) nazi debbano negare di essere nagaziosti. Della serie: negazionismo alla seconda. Credetemi che di nostalgici convinti e impenitenti ne ho conosciuti parecchi, eppure molti di loro sono i primi a smentire l’Olocausto: ma per quale ragione se, in fondo, si è d’accordo con le tesi del Mein Kampf?
“No, Hitler non l’avrebbe mai fatto!”. E perché? Tutti ad ammirare Zio Adolf, a condividere le sue idee, a congratularsi con le sue imprese, e poi tutti a scopare la cenere sotto al tappeto.
E magari lo dicono incidendo un casino di musica di merda, tra una conferenza sulle Foibe e un’altra su Tolkien, tra un “camere a gas propaganda massonica” e “olocausto menzogna dei giudei” durante il Giorno della Memoria, per poi inneggiare/accendere i roghi dei campi rom e augurare la morte ai negri sulle bagnarole nel Mediterraneo.
Bipolarismo nero.
L’altro giorno un leader dell’estrema destra ungherese si è dimesso dopo aver scoperto di essere ebreo. Un po’ come se si scoprisse che Vito Crimi è un Rothschild, o che non si lava le camicie con la Wash Ball, o che non si confessa con Grillo via streaming oppure che suo cugino in realtà fa parte del Bilderberg. Questo per dire quanto sia esteso e carsico un tale antisemitismo.
Tutto questo mentre Wikipedia, e non solo Stormfront, tiene online liste di ebrei, di omosessuali e di zingari, ma questo non significa per forza che i tizi inquietanti che ogni tanto ci chiedono soldi per la loro libertà di enciclopedizzare lo scibile umano vogliano salvaguardare anche il loro pubblico, diciamo così, “non conforme”. Fatto sta che certe info sono, e rimangono, di pubblico dominio.
Così come, fino all’altro giorno, il domicilio di Priebke. Tutti antifascisti picchiatori di casse da morto al funerale del vecchiardo e tutti gli altri giorni paladini su Twitter.
Insomma, com’è facile immaginare, quando ci sono certi argomenti di mezzo la gente si prende male. Figuriamoci quando i Cani se ne escono con il loro secondo album.
E quindi, se da una parte esiste il nazismo sommerso, dall’altra esiste pure un nazismo sorto a causa della (legittima?) insofferenza verso un gruppo indie come i Cani, che in questo caso non sono esattamente i migliori amici degli hipster ma i capri espiatori degli haters.
Non so voi, ma io se chiedo in giro non trovo nessuno che mi dica che i Cani gli vanno a genio o che si è andato a prendere la loro ultima fatica. Forse perché sono pieno di amici stronzi.
“I Cani? Ma che sei scemo?” Perché, c’hanno la rogna? Forse una forma di autodifesa nei confronti della massa critica di massa e di quell’opinionificio obbligatorio nei tempi dei social network e del web 2.0. Forse sono rimasti scottati dall’hype dei Daft Punk. Forse dire di non aver ascoltato Glamour al giorno d’oggi fa figo.
Poi magari vai a controllare la loro cronologia e hanno lo streaming di Glamour su YouTube cliccato tanto quanto i video di X-Art su X-Videos, o l’ultimo di Miley Cyrus.
Oppure peggio, schifano i Cani e sull’iTunes hanno la discografia dei Simple Red. Cose così.
E allora mi son detto, perché non mettermi nei loro panni andando incontro a tutta questa gente incapace di gestire i propri scheletri dell’armadio? Perché non suggerire loro delle scuse e dei metodi per rendere note le proprie vergogne ma con delle scuse plausibili e dei ragionamenti convincenti? Lo ritengo un argomento di pressante attualità.
Ecco quindi una lista di motivazioni o assi della manica da giocare per negazionisti timidi e amanti dell’ultimo album dei Cani. Finalmente.
L’Indiependente per il sociale.
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Cari negazionisti mimetici, ecco un po’ di consigli per negare di essere negazionisti. La gente vi addita, ma voi non prendete paura. Ci sono io qui con voi.
«Non sono io antisemita, sono loro che sono ebrei!»
Esatto. Puoi anche contestare il fatto che io non creda all’Olocausto o a quelle cifre, ad ogni modo non puoi di certo negare l’esistenza dell’EBRAISMO MONDIALE! Volto alla supremazia planetaria e all’oscurantismo mediatico sui crimini perpetrati da Israele.
Voglio dire, anche Kant diceva che l’ebraismo non è una religione ma una repubblica invisibile e transnazionale, fatta di uomini e interessi politici.
E senza tirare fuori i Rothschild e l’NWO, puoi sempre snocciolare i crimini d’Israele come grani di un rosario. Vale a dire:
1) la commissione dell’Onu per i Diritti Umani ha definito le azioni dell’esercito israeliano in Palestina «crimini di guerra e un insulto all’umanità»;
2) una risoluzione Onu dell’82 definì il massacro di palestinesi a Sabra e Chatila «sotto la responsabilità di Ariel Sharon» un «atto di genocidio»;
3) Israele è stato guidato da leader condannati per terrorismo, dal Mandato Britannico in Palestina, dalle Nazioni Unite e dai suoi organi inquirenti;
4) tra i condannati: Abraham Stern, Menachem Begin e Ariel Sharon, quest’ultimo condannato nel ’53 e responsabile del massacro di 1.700 civili dell’82;
5) Ephrahim Katzir, futuro presidente di Israele, nel ’48 mise a punto un veleno per accecare i palestinesi, raccomandandone l’uso;
6) sempre nel ’48 il Ministro dell’Agricoltura del neonato stato di Isreale, a proposito dei massacri dei civili palestinesi, disse: «Adesso anche gli ebrei si sono comportati come nazisti, e tutta la mia anima ne è scossa»;
7) Ben Gurion, tra i fondatori di Israele, scrisse: «Dobbiamo usare il terrore, l’assassinio, l’intimidazione, la confisca delle loro terre per ripulire la Galilea dalla sua popolazione araba», «c’è bisogno di una reazione brutale. Se accusiamo una famiglia, dobbiamo straziarli senza pietà, donne e bambini inclusi. Durante l’operazione non c’è bisogno di distinguere fra colpevoli e innocenti», questo 30 anni prima di Hamas e 50 dal primo razzo Qassam su Israele;
8) Abba Eban, ex ambasciatore israeliano dell’ONU disse: «Il quadro che emerge è di un Israele che selvaggiamente infligge ogni possibile orrore di morte e di angoscia sulle popolazioni civile, in una atmosfera che ricorda regimi che né io né il signor Begin [Menachem, futuro premier di’Israele] oseremmo citare per nome». John Dugard, Special Rapporteur sudafricano dell’ONU per i Diritti Umani, nel 2007 scrisse che l’occupazione israeliana era apartheid razzista sui palestinesi e che Israele doveva essere processato dalla Corte di Giustizia dell’Aja;
9) fa sempre comodo citare Norman G. Finkelstein, intellettuale ebreo, figlio di vittime dell’Olocausto: «se gli israeliani non vogliono essere accusati di essere come i nazisti, devono semplicemente smettere di comportarsi da nazisti».
10) L’ARMA SEGRETA, ovvero l’elenco di intellettuali ebrei contrari alla politica aggressiva sionista di Israele: Einstein, Norman Finkelstein, Tariq Ali, Uri Avnery, Akiva Orr, Prof. Adel Safty, Edward Said, Ur Shlonsky, Edward Herman, John J. Mearsheimer e Stephen M. Walt, Shraga Elam, Tanya Reinhart, Amira Hass, Avi Shlaim, Oren Ben-Dor, Gideon Spiro, Francis A. Boyle, Meron Benvenisti, John Pilger, Gideon Levy.
Chi cazzo sono sti qua, vai a saperlo. Quello che conta è che se i bonzi sionisti non si sono ancora convinti della bontà delle tue tesi e che il punto non è il tuo (cripto) nazismo ma il loro, allora sentiti libero di strillare impunemente la parola WELTJUDENTUM come una checca esagitata del Terzo Reich.
«Non sono negazionista, sono revisionista»
Anche se in tasca c’avete l’accendino del Duce e di Vasco Rossi.
Per caricare la dose potreste prendere in causa Noam Chomsky, “KE E UN’INTELLETTUALE DI SINISTRA!!1!”, da anni schierato a fianco di Faurisson, che oltre ad essere uno dei più noti negazionisti europei è pure francese, in nome della libertà di ricerca storica.
Se poi volete farla fuori dal vaso potreste anche citare il grande medievalista Franco Cardini: «La storia o è revisione continua o non è storia». Porca puttana, Pansa c’ha fatto un casino di soldi con quei suoi libri, ci sarà quindi un motivo, no?
A quel punto avrete già convinto più di qualche elettore del PD, se non addirittura Corrado Augias.
(nel video un esempio di revisionismo storico)
«Ma va che saranno stati, sì e no, 300.000: NO! MAI METTERLA SUI NUMERI!!!»
Ecco, evitare il pallottoliere che se tutto va bene oltre che storia avevate sotto anche matematica, al liceo o a quella specie di scuola professionale che non avete frequentato molto.
Fate piuttosto passare il seguente messaggio: “il numero delle vittime non mi interessa, poiché non cambia il dato di fatto: un olocausto è un olocausto, qualsiasi olocausto [e non importa se qualche migliaio di vittime non è la stessa cosa di farne fuori M-I-L-I-O-N-I, lasciate perdere, ché tanto sti froci non c’arrivano a capire che perdere 6 a 0 anziché 1 a 0 con gol in fuorigioco non è la stessa cosa] e infatti nella storia si sono ripetuti altri terribili stermini, com’è avvenuto in Ruanda, nel Darfur, in Nigeria, in Burundi, a Zanzibar, in Indonesia, in Cambogia, a Timor Est, nel Bangladesh, in Vietnam… e per finire c’è Gaza e la Palestina”.
Poi vabbé, è ovvio che a voi di tutti sti negri in realtà non frega un cazzo, ma questa argomentazione può riportarvi al punto uno, evitando elegantemente la questione spinosa delle vittime della Shoah, che è un discorso infinito come quello sugli scudetti della Juve.
«E poi c’è nazismo e nazismo»
Esatto, lo sanno tutti. C’è il nazismo di Hitler e poi c’è il nostro imperialismo. Ecco, questo si che va bene eh? Se siamo noi quelli che bombardiamo allora significa che stiamo dalla parte giusta, vero? Almeno in questo modo teniamo lontani quei beduini che lapidano le donne e che vogliono aprire un altro kebabbaro sotto casa nostra! Mi raccomando però, andateci piano con questa argomentazione. Ricordatevi: voi non siete guerrafondai, siete patrioti che vogliono difendersi.
Fate gli euroscettici:
Andate giù di Signoraggio, Eurozona e Bruxelles: è un ottimo metodo per deviare l’attenzione e focalizzare le critiche su un nuovo obiettivo o Male Assoluto. Se qualcuno vi accusa di essere un neo nazi, prendetevela con l’Euro, funziona sempre.
Un espediente vecchio come il cucco: dentro ogni buon italiano si nasconde un nazionalista reazionario devoto al Tricolore pomodoro, mozzarella, basilico, e all’evasione fiscale, e quindi smerdare l’Europa, la tecnocrazia, le banche centrali, rappresenta un metodo infallibile per sviare il discorso e fare proseliti tra i grillini.
(Per un veloce ripasso consiglio qualche dispensina su www.paolobarnard.info)
Fate i colti o al limite i sarcastici:
Anche Céline era antisemita. E quindi? Non dovremo più leggere libri di Ezra Pound, Lovecraft, Eliot, Evola, Grass, Ratzinger?
Ecco, magari se volete evitare i soliti esempi triti e ritriti e volete essere più contemporanei vi suggerisco Auslander, che è un ebreo strafigo che ha scritto un libro dove il protagonista-marito-capofamiglia frustrato e nevrotico si trasferisce con moglie e figlio in una casa di campagna nella quale Anna Frank sta nascosta in soffitta. Anna Frank che nel frattempo è diventata una vecchia stronza, moribonda e demoniaca, intenta a scrivere il suo secondo best seller.
E insomma, il libro è pieno di battute acide sugli ebrei e sull’Olocausto: potreste far finta di essere brillanti e mascherare il vostro filonazismo in un esilarante attitudine politicamente scorretta. Poi se qualcuno vi accusa fate come Luttazzi e dite di aver copiato apposta.
Se non vi piace leggere, andateci giù di Sarah Silverman: YouTube è pieno dei suoi sketch, inoltre è ebrea e pure fregna. I comedy nerd su Twitter apprezzeranno un po’ di sano autoironico umorismo antisemita. E se qualcuno avrà qualcosa da dire fate come la Guzzanti, strappatevi le vesti e appellatevi alla libertà di satira.
Magari a differenza di lei fate davvero ridere.
Gattini!
È risaputo che i nazisti erano ambientalisti e animalisti, amavano molto più i gattini, i cani, gli animali e gli alberi di molti altri esseri umani. Hitler era pure vegetariano e quindi per dissuadere i perbenisti rompicazzo potete sempre intenerirli con qualche immagine di reparti dell’SS impegnati a carezzare morbidi batuffoletti di pelo.
«Quando c’era Lui i treni erano in orario»
E non importa se erano diretti ad Auschwitz, Birkenau, Dachau, Treblinka e compagnia bella, perché Mussolini ha bonificato l’Agropontino, la battaglia del grano, le case chiuse, la riforma Gentile, le pensioni, l’Imu e molto altro per il popolo italiano, prima ancora che lo Stato Sociale fosse un gruppo di merda.
Elencare i grandi meriti del Duce, omettendo i soliti dettagli della guerra persa, le leggi razziali, la persecuzione fisica e liberticida e un paese sconfitto, lasciato in rovina e affidato alla mercè del cannibalismo atlantico, può suonare ambiguo, ma sono però in molti a darvi ragione in questo senso. Dai leghisti ai berlusconiani, passando per qualche buon prete lefevriano.
«Ho fatto gli scout»
E vabbé, qui vincete facile. Per il politicamente corretto sarete intoccabili anche se avete la Hitlerjugend dentro.
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Ok, e per i fan dei Cani come la mettiamo?
Io c’ho pensato a lungo e non sono effettivamente riuscito a trovare degli argomenti per giustificare l’ascolto del loro nuovo album. Tant’è vero che non l’ho fatto nemmeno io. E a essere sincero non c’ho manco voglia di rimediare.
L’unico consiglio che mi viene da darvi è il seguente:
Dite di aver scaricato il nuovo dei Cani perché siete dei blogger e dovevate scrivere la recensione.
Ormai ne esistono talmente tanti che il mercato della musica scaricabile si potrebbe reggere solo su di loro/noi. Se non avete un blog apritene uno, oppure potreste sempre far finta di essere redattori dell’Indiependente.
Magari fa figo dire pure quello.