Si fa un gran parlare di Eduard Limonov, poeta, rivoluzionario, dissidente rocker, protagonista di un romanzo che ha fatto discutere: Limonov di Emmanuel Carrère. Anzitutto questo nome, Limonov, è uno pseudonimo che in russo vuol dire granata o limone a seconda delle traduzioni: il vero nome di quest’anima ribelle russa che ha vissuto a New York e Parigi prima di tornare nella madre terra, è Eduard Veniaminovich Savenko. Dicono che il libro di Carrère sia il più sporco e più bello dell’anno scorso, anche perché ci introduce a questo personaggio esattamente sporco e bastardo. Secondo l’anedottica lo scrittore chiede a Limonov il permesso di scrivere un libro che racconti la sua vita, e lui gli domanda come mai abbia scelto proprio lui. “Lei ha avuto una vita così appassionante, romanzesca, pericolosa, una vita in cui ha preso il rischio di calarsi nella Storia”, risponde Carrère. “Una vita di merda”, fa Limonov.
L’avventurosa vita di Limonov si conclude con le proteste contro il temibile Putin, ma chissà perché i poeti vanno sempre a impelagarsi dentro cause perse.
Un misto tra «un marinaio in libera uscita e una rockstar».