È da poco uscito il nuovo album degli Smashing Pumpinks, Monuments to an Elegy, che fa parte di quel ciclo di musica per il progetto Teargarden by Kaleidyscope che si concluderà il prossimo anno con un nuovo album. Il 2015 è anche il ventennale dell’uscita di Mellon Collie and the Infinite Sadness, ma Corgan ha già ribadito che non intende commemorare in alcun modo la cosa (almeno per ora dice così). In un’intervista recente al Wall Street Journal intanto avvisa il pubblico che l’anno prossimo è quello giusto per dare l’addio al rock: il disco del 2015 e via.
Corgan dice che ormai non esistono più i veri fan di un tempo, non c’è più una vera esplorazione profonda del lavoro dell’artista, come nei Novanta. Ricorda il Lollapalooza del ’94, e lo riconosce come il momento in cui gli Smashing iniziano ad avere contrasti con le altre band (quell’anno sono il gruppo più importante del festival, anche se quel posto era dei Nirvana prima del suicidio di Cobain). C’è tempo anche di lanciare qualche frecciatina ai Pearl Jam e ai Foo Fighters, dicendo che sia un mistero che riempiano ancora gli stadi, perché ”non hanno le canzoni” e ”non hanno evoluzione”. Qualche giorno fa inoltre Corgan aveva ribadito che i veri due geni dei Novanta fossero lui e Kurt Cobain, superando l’astio che aveva avuto all’epoca col leader dei Nirvana. Con Cobain ha condiviso anche Courtney Love (pre e post) e a proposito racconta che, nonostante il sesso fosse mitico, lei non stia poi così bene con la testa.
Qui sotto possiamo ascoltare l’ultimo album di Corgan, il decimo degli Smashing Pumpinks.