Sfidare l’apatia della domenica sera non è mai impresa facile, men che meno se il maltempo che imperversa fuori dalle finestre rende particolarmente attraente l‘accoppiata pigiama-piumone nell‘imperitura lotta tra vita sociale e depressione pre-lunedì. I ragazzi di Hope It Rains, però, se ne fregano ed inaugurano il mese di dicembre portando nella parte alta della provincia di Salerno, al Circolo Tenax di Scafati per la precisione, uno degli esordienti più interessanti di questo 2013, il siciliano Stefano Alì.
Classe ‘78, nato a Catania e cresciuto a Siracusa, Alì si affaccia sul mercato discografico nello scorso mese di gennaio, con l’album La rivoluzione nel monolocale, prodotto da Lorenzo “Colapesce” Urciullo e uscito per La Vigna Dischi, senza proclami ma con tanta sostanza da offrire. Ed è proprio questo che ci si attende dall’esibizione live in programma: nessun fuoco d’artificio o evitabili smanie di protagonismo sul palco, bensì una sincera trasposizione delle storie semplici e quotidiane racchiuse nel disco, dalle quali farsi trasportare per qualche decina di minuti.
Formazione di due soli elementi – Alì, chitarra e voce, e il “tuttofare” Davide Iacono (il nome Veivecura dice niente?) a suonare tutto il suonabile – l’impostazione sonora risulta meno minimalista di quanto si possa immaginare e arrangiata con cura e precisione.
Mentre sullo sfondo scorrono immagini tratte da Star Wars, a fare da ponte con l’ironico Darth Vader protagonista del video del singolo “Cash” e stilizzato sulla locandina del tour, Alì imbraccia la chitarra e riscalda immediatamente l’atmosfera con “Le nostre bocche incollate”, uno dei brani più immediati dell’album, incentrato sulle immagini di una storia d’amore autosufficiente e rassicurante tra le calorose mura domestiche.
Muovendosi dalle ritmiche “country/blues” di “Per la gioia di Woodoo” e “Cash” ai toni più delicati di “Maggio” e “Armata fino ai denti”, in un’alternanza intervallata dal bellissimo inedito “A me il mare piace quando è sera”, Alì prende confidenza con il palco e, con uno sguardo sempre vagamente nostalgico, offre al pubblico poco folto ma attento, la sua narrazione fatta di vite che non si perdono dietro una romanzata ricerca dell’impossibile ma che affrontano il quotidiano con dignità e coraggio, in un susseguirsi di scene che ciascuno può facilmente identificare con il proprio vissuto.
Nelle battute finali del concerto, spazio alle tracce più intense de La rivoluzione nel monolocale: ritorna l’amore nella sua forma più viscerale in “New York”, mentre ampi spazi riflessivi si aprono in “Roulette” e “Continuare a vendere oro”, quest’ultima impreziosita in coda da effetti dal sapore “nordico”, nei quali il tocco di classe di Davide Iacono è ben evidente.
Si chiude, così, con il tributo ad uno dei nomi di punta del cantautorato indipendente italiano, quell’Alessandro Fiori che, tanto da solista quanto in gruppo, riesce sempre a stupire per la qualità del proprio lavoro: il brano scelto è “Fuori piove”, rivisitato sì senza stravolgimenti ma mantenendo comunque in pieno lo stile Alì.
Dopo dieci pezzi e circa un’ora di set, cala quindi il sipario su un’esibizione densa, che conferma quanto di buono ascoltato su disco: Alì è senza dubbio uno dei nomi su cui puntare per il prossimo futuro, autore e musicista genuino e coi piedi ben piantati a terra, abile a raccontare senza frivolezze questi anni bui.
Ci si saluta quasi come vecchi amici e, mentre fuori inizia a piovere (di nuovo) per davvero, si va via con la rinnovata consapevolezza che, qualche volta, abbandonare la pigrizia per una birra ed un po’ di buona musica non può che fare bene all’anima.
Foto a cura di Daniele Turriziani
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Setlist
- Le nostre bocche incollate
- Per la gioia di Woodoo
- Maggio
- A me il mare piace quando è sera
- Cash
- Armata fino ai denti
- New York
- Roulette
- Continuare a vendere oro
- Fuori piove (cover Alessandro Fiori)