Anche se non ce n’eravamo mai andati, torniamo dopo una lunga pausa, senza aver riflettuto praticamente su niente (il caldo lo impedisce). La situazione non è cambiata poi così tanto, però abbiamo un sito nuovo, dall’aspetto che ricorda vagamente i colori della bandiera greca, e non è un caso che non abbiamo scelto i colori giallo-nero-rosso tedeschi, o quelli della bandiera francese che lasciamo ai film di Godard; forse non si tratta di un caso se ci è piaciuto a pelle il blu e il bianco, se somigliamo al crac greco, e alla rivolta del suo popolo, ad Atene e Sparta, Achille che muore per un colpo al tallone, e via dicendo; e poi l’estate torrida, che ti penetra come tabacco fin dentro le ossa e i polmoni, i capelli bagnati da una bottiglietta d’acqua raccattata per strada, la benzina che brucia, e l’acqua fredda.
In questa estate violenta, che è appena iniziata ma si è già lasciata preannunciare, mentre sbocciavano i racconti dal MiAmi a Milano, mentre dio o il caso si scavavano una fossa da soli dalla vergogna di aver fatto crepare qualcuno sotto un palco, un qualunque altro palco, e si annunciava la corsa allo sconto della benzina, c’era ancora la libertà dalla nostra parte, e quella non se ne va mai: che tu voglia o meno è il tempo di decidere, barcamenarti tra le varie ipotesi, e capire quanto ti è vicina la Grecia, tanto che vorresti imbarcarti per prendertela tutta. Non si sa mai cosa succederà, ma tra tutte le ipotesi di libertà ci sono le certezze, e quelle scorda di togliertele dalla testa e prenditele.