29 Luglio 2012
Radar Festival, Padova
Nel cuore di Padova c’è una piccola oasi verde in cui, in questi giorni, c’è abbondanza di compagnia, cibo, birra, bella gente e buona musica. Si tratta del Radar Festival, la cornice che questa domenica sera ha degnamente ospitato, anche per recuperare il fallimento causa pioggia della corrispondente serata organizzata in chiusura del Macello Festival, uno dei gruppi di elettronica più in voga del momento: gli Iori’s Eyes. Forte del successo riscosso dal loro ultimo disco Double Soul, uscito per La Tempesta International, questo duo milanese è uno degli alfieri del dream pop nel nostro paese ed era molta, da parte mia, la curiosità circa la riuscita in formato live della loro musica.
Verso le dieci, mentre la gente è ancora seduta ai tavoli a sorseggiare alcolici, sul palco sale il gruppo di apertura della serata, il duo Welcome Back Sailors che, armato di voce e synth, si appresta a rompere il ghiaccio. Il loro set dura quasi tre quarti d’ora e la piacevole ed elegante elettronica che propongono richiama numerose persone sull’erba del sottopalco; si viene così a creare il giusto clima per l’arrivo della band headliner.
Clod e Sofia salgono sulla pedana verso le undici abbondanti, accompagnati da Giacomo Fiocchi alla batteria per le occasioni live, e cominciano a suonare senza grandi introduzioni proponendoci fedelmente i pezzi forti della loro ultima fatica. Why here she is? apre il concerto in un clima quasi ambient, a tratti inquietante che subito si incatena alla traccia successiva, All the people outside are killing me, sinuosa ed invitante ed a Bubblegum altro brano del loro primo full-lenght. Su una splendida Matter of time, tratta dall’ep omonimo, mi avvicino maggiormente al palco per tentare di risvegliarmi da quella sensazione di distacco che mi stava impedendo di apprezzare per bene la musica che ascoltavo. La scelta si rivela opportuna, ad una distanza ragionevole vengo investito dalle note calde e vibranti dei bassi di Sofia, sia quelli elettronici prodotti dai sintetizzatori sia quelli emessi dalle corde del suo strumento. Qui devo premettere che ho una vera e propria adorazione per le quel tipo di basi, specialmente quanto sono eleganti e languide come quelle degli Iori’s Eyes, nonché messe in risalto da un impianto generoso ed alieno alle sbavature; mi sono dunque accomodato sull’erba soddisfatto ed ho potuto continuare il mio ascolto da una prospettiva più coinvolta. Il concerto è proseguito dividendosi tra l’ultimo lavoro e quelli precedenti; tra le altre urge ricordare D.Y.S.W.R.T.W. ed il suo trascinante giro di accordi, la lenta e malinconica Pull me down e As always, direttamente dal loro ep And everything fits in the yellow whale, in una esecuzione al contempo dolce e maestosa. Clod accompagna la musica ad una forte gestualità che lo rende un frontman ideale e si giunge così, quasi senza rendersene conto, all’ultimo brano del set, Winter olympics; le tinte fosche di quest’ultimo non sono sufficienti ed il pubblico, soprattutto dalle prime file, insiste per ottenere una seconda uscita. Possiamo così godere del finale sulle note di The Boat, pezzo colmo di riverberi onirici che chiude degnamente un live qualitativamente alto ed emotivamente toccante.
Al termine i musici si intrattengono a lungo con il loro pubblico dimostrando una sincera disponibilità ed una totale assenza di snobismo. Si conclude così tra risate e convivialità questa calda serata estiva, e l’unico rimpianto che rimane è quello di una partecipazione fin troppo tiepida e limitata rispetto alla validità dell’evento proposto. In ogni caso i fortunati presenti hanno avuto modo di testare sul campo l’abilità di questo duo milanese che, nonostante la giovane età, ha dimostrato competenza tecnica e padronanza scenica non indifferenti.
Setlist
- Why here she is?
- All the people outside are killing my feelings
- Bubblegum
- Matter of time
- The merging
- D.Y.S.W.R.T.W.
- Something’s comin’ over me
- Take me to the other side
- Vlad
- Pull me down
- As always
- Winter olympics
Encore
- The boat