YouTube si appresta a lanciare un nuovo servizio di musica in streaming. Non ancora venuto alla luce, il futuro rivale di Spotify e Deezer genera già polemiche: i termini dei contratti proposti non prevedono sconti per le etichette indipendenti, che se non accetteranno le condizioni dettate da You Tube, vedranno i loro contenuti esclusi dal servizio.
Una schiera di labels indipendenti americane decide di manifestare il proprio dissenso e concede al gigante di Silicon Valley ventiquattro ore per rivedere il progetto.
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Stando a sentire le numerose etichette indipendenti che negli ultimi giorni stanno esprimendo il loro rancore negli Stati Uniti e in tutto il web, YouTube ha rifiutato di negoziare accordi separati con entità private minori, invece di offrire garanzie sui diritti di copyright all’interno del suo ultimo progetto.
La piattaforma più importante del mondo ha così sottoposto a blocco immediato i contenuti di ogni etichetta indipendente qualora queste si rifiutassero di siglare i contratti previsti, non negoziabili. In altre parole, o le etichette si adeguano alle decisioni di YouTube, o rimarrano fuori dal nuovo servizio musicale.
Tra tutti i capi d’accusa, la WIN (Worldwide Indipendent Network) – l ’organizzazione che rappresenta la comunità della discografia indipendente – ha alzato la voce più di tutti riguardo gli accordi proposti.
Secondo i membri dello staff WIN, i contratti in vigore sono estremamente sfavorevoli e sottovalutano le potenzialità di partner come Spotify, Rdio, Deezer all’interno del corrente panorama discografico.
“Ci è stato detto da una delle più grandi compagnie mondiali di accettare termini secondo noi fuori luogo per il corrente mercato discografico. Questo non è corretto e non è il modo di fare affari” -Alison Wenham, CEO WIN
“Il funzionamento del mercato digitale è essenziale e affrontare pratiche commerciali come queste significa distruggere la competizione e l’innovazione. Google dovrebbe usare i suoi muscoli per sviluppare un sistema di remunerazione che riconosca l’80% di tutte le nuove uscite, così importanti per l’offerta di YouTube, come prodotto generato da indipendenti” –Helen Smith, Impala
“Siamo in completo disaccordo con la decisione di YouTube, che usa il suo potere contrattuale per letteralmente forzare a livello commerciali il settore indipendente. Vedere ora come YouTube tratta le etichette indipendenti, dopo che queste creano ogni anno contenuti da cui trae profitto, è sconcertante.” –Luciana Pegorer, manager ABMI
Sempre secondo le fonti WIN, gli accordi separati sono invece possibili, in quanto YouTube parrebbe averne già negoziati con tre major: Sony Entertainment, Warner Music e Universal Music Group.
19 etichette indipendenti passano al contrattacco e a loro volta si rifiutano di essere soggiogate dal potere e – come in una vera e propria guerra – concedono a YouTube un ultimatum di ventiquattro ore per provvedere a modificare le clausole in questione, rendendole più consone alla loro situazione.
Passano gli anni e a breve potremmo tutti scattare una foto con un battito di ciglia ma l’eterna lotta “major-indipendenti” è ancora accesa e piena di paradossi.
Scissioni, accordi e ultimatum sembrano riecheggiare la storia dei partiti politici italiani: la Universal come la DC e la WIN come il PC in opposizione.
Nel frattempo Spotify – che fa un po’ il Berlinguer della situazione– si rivela con sempre più decisione il modello unico da seguire. Se si arriverà come allora ad un compromesso – se non storico, discografico – lo vedremo allo scadere dell’ultimatum.
Il nuovo competitor di Spotify, che avrebbe dovuto essere lanciato nei primi mesi del’anno, dovrà probabilmente aspettare l’estate 2014 per uscire dal guscio.
(Via: Digital Music News)