“Io ero, quell’inverno, in preda ad astratti furori.
(…) Questo era terribile: la quiete nella non speranza.”
(Elio Vittorini – Conversazione in Sicilia)
È un po’ questa l’emozione che si avverte ascoltando questo album: “la quiete nella non speranza”.
Vi chiederete perché mai paragonare Mr. E. a Vittorini e alla sua scrittura neorealistica; bhé potrà “suonarvi” strano, ma i due hanno molto in comune:
Entrambi si gettano a fondo nel vortice della vita, ricercano nella scrittura le proprie radici e si proteggono, grazie a questa, dalle sofferenze vissute, dalle esperienze non volute, dai disegni che il destino amaramente ha architettato loro. Ma mentre per Vittorini il tutto si basa sulla guerra, sulla resistenza e solo in “Conversazione in Sicilia” indaga su se stesso, Mr. E. lo fa sempre, in tutti gli undici album che dal 1996 ha pubblicato.
In particolar modo in “The Cautionary Tales Of Mark Oliver Ever, “nella quiete” degli strumenti orchestrali tra cui troviamo (tra gli altri): violini, viola, fagotto, corni inglesi e francesi, clarinetto, sassofono, tromba e un glockenspiel, possiamo intuire la “non speranza” nella voce di Mark Oliver Everett, e percepire la sofferenza che lo accompagna da sempre: la morte di tutti i suoi familiari. Proprio per la natura così introspettiva e personale di questo album, ha deciso di aspettare più di un anno, pubblicando prima “Wonderful Glorious” agli inizi del 2013, nonostante questo fosse già completato.
Il fatto che Mr. E. sia strano lo testimonia il fatto che metà dei pezzi “già pronti” siano stati da lui stesso buttati via e riscritti da capo, dopo averci meditato ancora di più e non accontentandosi, come disse lui stesso in un intervista: “Se non mi sento a disagio, vuol dire che non sono abbastanza vere, dovevo scavare ancora un po’ più a fondo”.
Ancora più strano è il fatto che faccia chiaro riferimento alla sua famiglia nella canzone più “allegra” dell’album “Where I’m From” dove dice: “Tre spettri sedevano con me sul divano ieri sera/inseguendo il tempo passato / E’ un bel po’ che non ci ritrovavamo tutti insieme/e sapete che ci penso spesso.”
Le canzoni sono quasi tutte malinconiche, passando da “Cockdown Hurricane” a “Dead Reckoning” da “Mistakes Of My Youth” ad “Answer” che sembra voler rispondere agli enigmi che l’album pone sin dal principio, come le domande “Chi Sono? Dove Sono? Perché Sono Qua?”, quindi l’ascolto dell’album non è dei più semplici, perché è vero che Mr. E. si pone le domande, ma contemporaneamente cerca anche di rispondersi, e noi siamo lì, aspettiamo una soluzione, aspettiamo che tutto si risolva, non possiamo fare altro che unirci a lui. Paradossalmente l’ultima canzone si intitola proprio “Where I’m Going”, e già da un primo ascolto capiamo che (perlomeno in quest’album) non troveremo mai una risposta esaustiva a tutte le domande.
Si ritorna un po’ all’esempio su “Conversazione in Sicilia” di Vittorini, quando Silvestro, il protagonista accompagna la madre a curare i malati e di punto in bianco le chiede: “Hai mai visto un cinese?” e dopo svariate domande e svariate risposte che Silvestro pone alla madre il dialogo si conclude così:
– E quando ha fame e soffre, che cos’è?
– Bene, è la fame – mia madre rispose
– Soltanto? – dissi io
– Come no? Disse mia madre – Dagli da mangiare e tutto è passato. È la fame.
Io scossi il capo. Non potevo avere strane risposte da mia madre, eppure chiesi ancora:
– E il cinese?
Mia madre, ora, non mi diede risposta …
Track List:
1. Where I’m At
2. Parallels
3. Lockdown Hurricane
4. Agatha Chang
5. A Swallow in the Sun
6. Where I’m From
7. Series of Misunderstandings
8. Kindred Spirit
9. Gentleman’s Choice
10. Dead Reckoning
11. Answers
12. Mistakes of My Youth
13. Where I’m Going