In questi giorni Neil Young, un tempo eroe delle musicassette, sta presentando Pono: il nuovo supporto che ci permetterà di ascoltare musica in altissima qualità a botte di Flac, dopo esserci rovinati le orecchie con gli mp3 (o almeno il senso di Pono è questo). Tutto ciò ci pone di fronte all’insano trittico di domande gauguiniane da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo (ammesso di capire anche il perché, alle volte).
Restano in pochi ormai quelli che vengono dal grammofono, sono rarissimi quelli che li hanno attraversati veramente tutti e che ora sbarcheranno a Pono con passione. Sono in moltissimi quelli che vengono dal vinile: in questi anni di riscoperta furiosa il mondo è invaso dalla mania del vinile, dallo struscio del suono che ti fa sentire il rumore in maniera più profonda, e godere di un bicchiere di vino con la certezza di essere vintage in una realtà contorta proiettata al Flac. Il vinile insomma rivive, ma c’è chi è morto in questi anni dolorosi, o chi comunque subisce una certa agonia della storia. Parliamo della musicassetta.
La cosa dolorosa della storia della musicassetta è la mancanza di fascino, il modo in cui spesso e volentieri finisce per rompersi, il nastro che si avvolge su se stesso, devi aggiustarlo a mano (o con una bic, ma qui apriamo la storia delle penne che sono tutte introvabili intorno a te grazie ai pc), ha bisogno di uno di quegli stereo importabili (senza dimenticare il walkmen), che poi fanno rivalutare l’energia pratica di un iPod. La musicassetta ormai è un ricordo veramente offuscato di un certo breve periodo della storia. Il CD è sopravvissuto, il vinile è vivo, ma la musicassetta non è uscita indenne. E’ la grande minoranza dei supporti sonori.
Se la passa male anche l’mp3, che prende sberle ovunque e da chiunque: tutti sentiamo mp3 ma ci piace l’idea ogni tanto di offenderlo, e di ricordarci come la qualità sia andata a puttane, quasi da rimpiangere la musicassetta (che resta l’oggetto più invenduto e nascosto degli autogrill). Fondamentalmente per il suono in futuro restano aperte alcune ipotesi, oltre a Pono: il ritorno del grammofono e la riscoperta vintage delle antologie in musicassetta, del genere tutto Hai paura del buio in musicassetta venduta a prezzo alto potrebbe essere la futura frontiera del marketing musicale.
In bocca al lupo a Neil Young comunque, uomo coraggioso che vuole regalarci a 399 dollari il bel suono dei live. E amen per le musicassette.
DISCLAIMER: Questo post è sponsorizzato dalla nascente Associazione pro-Ridiffusione di Musicassette Entro Il 2016.