Ieri si è concluso il Festival Internazionale del Film di Roma. Di internazionale, a dire il vero, ci sono stati solo alcuni turisti giapponesi in fuga dal guano che ha invaso la capitale. Le star sul red carpet arrivavano al massimo dalla Ciociaria e non parevano neppure troppo convinte.
Se quello di Roma è un festival che arranca, è anche perché un po’ in tutto il mondo le rassegne cinematografiche aumentano di numero e la concorrenza si fa spietata. Non tutti però intendono gareggiare con i mostri sacri di Berlino o il glam della Croisette. Esistono anche festival che, programmaticamente, fanno cagare.
Qua ne segnalo alcuni, ma, al pari delle cover di merda e dei quartieri invasi dagli hipster, si tratta per forza di numeri di una personalissima selezione.
Film4 FrightFest (UK)
Film4 FrightFest è una rassegna cinematografica londinese incentrata sull’horror, soprattutto quello trash. I titoli delle pellicole in cartellone si inseriscono più o meno tutti sulla traccia di Sadik 2, 100 Bloody Acres e Dementamania. Ma non sono gli splatter a valere al Film4 FrightFest una menzione, ma il teaser dell’anno scorso, che individua bene il target della rassegna.
Bring Your Own Film Festival (India)
Bring Your Own Film Festival, ovvero la rassegna cinematografica dei wannabe, Se avete girato un capolavoro troppo all’avanguardia per essere compreso dai produttori nostrani, questo è l’evento che fa per voi. A Puri, città sulla costa orientale dell’India, ogni anno si riuniscono videomaker muniti dei propri dvd e, una volta registratisi al festival, possono finalmente proiettare la loro opera sul grande schermo
Se siete già su Skyscanner alla ricerca del primo volo utile però, date un’occhiata alla gallery nel sito della manifestazione e lasciatevi attraversare da qualche dubbio.
Incredibly Strange Film Festival (Nuova Zelanda)
Già che vi trovate in India, consiglio una piccola deviazione sulla via del ritorno: l’Incredibly Strange Film Festival neozelandese. Purtroppo dal 2011 non si hanno notizie di questa rassegna che, unicamente per il titolo, merita di essere ricordata. Per il resto il festival disattendeva le aspettative, accontentandosi di ospitare produzioni internazionali con il comune denominatore di essersi rivelate dei flop senza speranza.
Midwest Ski Film Festival (USA)
I film a tema sportivo sono generalmente delle schifezze. Tuttavia, mentre ricordo pellicole basate sul basket, il baseball o il calcio, non ho mai sentito parlare di registi interessati allo sci. Nel Midwest americano hanno quindi pensato di dare dignità a questo non-genere dedicandogli un intero festival (di un solo giorno). Dopo poche edizioni però, la realtà ha preso il sopravvento e la scarsità di pellicole a tema si è fatta sentire. Gli organizzatori, con apprezzabile senso di adattamento, hanno quindi trasformato la rassegna in una lunga proiezione di filmati amatoriali simili a quello qui sotto. Uno spasso.
International Random Film Festival (?)
Questi sono dei geni.
La logica del festival è semplice: film in concorso, assegnazione dei premi, date e location delle proiezioni sono tutti scelti a caso. Il lavoro della giuria viene documentato anche all’interno del sito della rassegna. La correttezza del processo è garantita dal fatto che le pellicole in lizza rimangono anonime, essendo identificate da dei numeri scritti in ordine casuale. Al resto, per decretare il vincitore del premio The Spoon, penserà proprio un cucchiaio.
International Folk Music Film Festival (Nepal)
A Kathmandu è tempo di grande cinema. I miei sospetti nei confronti delle pellicole in arrivo da oriente li ho già palesati qui, ma questo festival, oltre ad un logo inspiegabile, ha un ampio respiro e invita i cineasti di tutto il mondo a portare in concorso opere riguardanti la musica tradizionale dei vari paesi. Insomma, una rassegna dedicata alle pro loco e ai lettori di Internazionale.
Cinema in the Cemetery (Australia)
La rassegna, poco più di un cineforum di quartiere, ha come particolarità la location cimiteriale. Lascia leggermente più perplessi sapere che ne esiste anche una versione per bambini. Curata dalla chiesa locale.
Hipster Film Festival (USA)
Questo festival merita di essere citato per due motivi. Il primo è che, cavalcando i tempi, già dal nome strizza l’occhio a camicie a quadri e pantaloni stretti. Il secondo è che non esiste. O almeno non ancora.
Il suo ideatore, un tipo dall’aria dimessa e molto poco hipster, al momento non è riuscito a realizzare il suo faraonico progetto. Per questo lancia un appello: in cambio di un piccolo contributo, il cortometraggio – non importa se bello o brutto, filmato da una troupe di geni o da un Nokia del 2007 – di chi finanzia verrà ammesso di diritto al concorso. Chissà perché lo scaltro organizzatore ha pensato sarebbero stati proprio gli hipster a cascarci…
Commercial Fishing Film Festival (a casa tua)
Non è esattamente un festival, nel senso che ci sono dei concorrenti e dei premi, ma non una location. I video in gara sono caricati sul sito della kermesse e il vincitore viene decretato dagli utenti. E comunque sì, il tema comune delle pellicole è proprio la pesca commerciale. Si possono quindi visionare lunghi filmati di halibut infilzati o sul rifornimento dei pescherecci. Sconsigliato a tutti quelli che non sono riusciti a finire Il vecchio e il mare.
International Christian Film Festival (USA)
Non era questa la peggiore rassegna cinematografica cristianoide, ma è quella con la più ampia gamma di film. Per non parlare della celestiale veste grafica del sito. Potenzialmente utile ai fan di quel talebano di Darwin (Evolution vs. God è stato giudicato Best Science Film di quest’anno) e agli iscritti CGIL (Faith in the Workplace, migliore pellicola educativa).