Sul NYTimes nasce un dibattito che prende come pretesto l’attentato durante la Maratona di Boston: Twitter è il medium del momento? Cioè, come ci comportiamo oggi di fronte a un avvenimento: accendiamo la tv sulla Cnn o consultiamo semplicemente la home di twitter alla ricerca di notizie e aggiornamenti? Del resto basti vedere che potere sociale sta conquistando la formula cancelletto ( # ), in che modo sta arrivando a sostituire le parole orientando il potere dell’attenzione pubblica e privata, in che modo influenza – pure – un’intera campagna elettorale, o ci informa sulla forza di un terremoto in tempo reale, o sulle conseguenze di un’alluvione. C’è una scossa in Calabria nel cuore della notte?nessun problema, mi collego a twitter e vedo cosa twittano le persone, che ovviamente sono impegnate ad aggiornarci costantemente: tanto che poi i giornali riportano i tweet di Taldeitali come informazione accertata. Red Ronnie è più seguito del Corriere della Sera, in certi casi.
E’ successa però una piccola storia di disinformazione nel caso della maratona di Boston, e cioè che questi mezzi hanno sbagliato, nel caso oltre a Twitter anche Reddit.
reddit è un sito di social news, acquistato nell’ottobre 2006 da Condé Nast Digital, su cui gli utenti possono postare link di pagine presenti su internet. La community può votare i link postati con delle freccette, “su” o “giù”. (Wikipedia)
Su reddit insomma la comanda il popolo, il trend delle notizie assistito, con freccette e umori su e giù (non escludiamo che l’umore delle frecce possa essere sensibile a chi posta cosa per chi vota cosa). La storia di Sunil Tripathi è un chiaro esempio della disinformazione che può fare un mezzo del genere. La storia inizia quando si sparge la voce della misteriosa sparizione di questo studente, e che sia proprio lui uno dei due attentatori (tra l’altro, pare ora sia stato trovato il cadavere in un fiume). Il detective della storia è una ragazza qualunque, pare portasse delle fotografie e dei confronti di fotografie con i suoi tweet originali sull’accaduto, alla fine la Cnn ha chiamato a casa della ragazza per ricevere aggiornamenti.
By clicking “retweet,” you can re-broadcast a tweet from somebody to all of your followers. A tweet, and the information it contains, can go viral in seconds. So can misinformation, as countless celebrities killed by Twitter can attest. (NYorker)
O ancora, possiamo citare l’ormai famoso fake-tweet dell’Associated Press che ha fatto addirittura tremare i mercati.
Esplosioni alla Casa Bianca e Obama ferito: grazie hacker di avere così tanto potere, e grazie twitter per il pane quotidiano da mangiare a forma di #.
Scrive Toni Servillo (in un’intervista
su Io Donna di questa settimana): “Se
essere moderni significa essere velocissimi – per non capire niente, per non
approfondire un cavolo, per non impegnarsi – allora io sono antichissimo.”
Queste parole si sono affacciate
nella mia mente mentre leggevo il tuo articolo come possibile chiave di lettura
del quesito che tu hai posto e che ci poniamo in tanti.
In questo senso credo che Twitter
sia l’effetto più che la causa. Effetto di una evoluzione tecnologica, ed in
particolare degli strumenti informatici, che ha depauperato l’idea
stessa di giornalismo ridotto ormai a mera pubblicazione e diffusione di
“breaking news”. Modifica della forma che è diventata di sostanza, in un rapido
passaggio che, nel caso del giornalismo, ha visto trionfare l’opinione raccontata
come fatto.
La possibilità di comunicare in
maniera diretta e costante e conseguentemente la speculare possibilità di
accedere alle informazioni con le medesime modalità ha distrutto in pochissimo
tempo la funzione, tipica del giornalismo, di verifica, di selezione, di
approfondimento delle informazioni stesse. Dai siti dei quotidiani, ai blog
fino all’uso di Twitter il passo è stato breve determinato com’è (e come s’è
reso necessario) dal Dio della velocità, e dalla conseguente (folle) scelta che
è preferibile precedere un concorrente nel dare una notizia falsa o irrilevante
piuttosto che bucarne una reale che non si è fatto in tempo a verificare.
In questo senso mi riallaccio ad
una richiesta che facevi in un articolo sulla fruizione di questa webzine a
proposito del film “No” e del discorso di Saviano: chiedere che si “sfogli”
L’Indiependente è richiesta sacrosanta e condivisibile ma (ahimè) anacronistica.
Perché nel momento in cui si sceglie di creare un blog o un giornale online si
sta implicitamente accettando una fruizione totalmente differente. Come scrive
Baricco ne “I Barbari”, non a caso l’espressione che si usa è “surf the net”. E “surf” è l’opposto di andare
in profondità, di immergersi, di muoversi in senso verticale per approfondire e
osservare piuttosto che farsi guidare rapidi dal vento con uno sguardo che non
può essere altro che una carrellata rapida ed inefficace sul mondo che si sta
guardando.
Quella a cui negli anni abbiamo
assistito è una mutazione senza precedenti per tempi brevissimi e per impatto.
Sottrarsi è in parte possibile ostinandosi a filtrare il mondo attuale
attraverso schemi classici, cercando ad esempio di seguire attraverso percorsi
personali l’approfondimento di ciò che maggiormente può colpire i nostri
interessi. Ma è possibile che la selezione naturale preservi chi invece si
faccia portare dal vento 2.0 e lasci sprofondare sul fondo degli abissi queste
strane creature marine che se ne stanno sotto il livello del mare.
sicuramente è una richiesta anacronistica, però dipende un po’ da cosa e come scegliamo i contenuti, se facciamo un discorso di fiducia o siamo solo presi dai single post del momento, cioè dalla notizia appunto. credo che almeno un tempo contasse molto la ”fiducia” in un progetto: ma forse erano i tempi in cui si sceglievano anche ”pacchetti di pensiero” insieme ad un giornale, e non c’era molta interattività, cosa che ha contribuito a portare anche twitter, in fondo chi sceglierebbe altro quando può sentirsi protagonista in prima persona? è una rivoluzione, su questo hai ragione, anche velocissima, e coglie tutti impreparati: ma io credo che si possa ancora fare un discorso di fiducia (illusioni!)