Salvare il mondo dall’essere senza fiori. (Emanuel Carnevali)
In questo mese c’è chi si è chiesto ma che cos’è questo L’indiependente che passa da una recensione dei Massimo Volume a un aforisma di satira sociale, dalle parole di Peppino Impastato a quelle di Kurt Cobain? Il lettore di webzine indie in generale è solo in cerca di una lettura sbrigativa dei pezzi da ascoltare per la settimana, selezionare quale condividere, scoprire la novità del mese, il sound d’oltreoceano sconosciuto, leggere l’intervista a Sempronio (Tizio e Caio sono mainstream), e non perdona chi esce dall’idea che ha in testa dell’ecosistema indie. Però.
Però L’Indiependente è assolutamente indifferente a certi schemi, non è nato per dirvi ‘’questo è il disco che dovete ascoltare questo mese’’, che voi ascoltiate o meno il disco che recensiamo non ci riguarda. Siete abbastanza liberi e (qualche volta) vaccinati da ascoltare i Deerhunter piuttosto che Sufjan Stevens, oppure far finta di ascoltare Walkmen e Amor Fou mentre in realtà il vostro i-pod passa solo Tiziano Ferro (e viceversa, non si sa mai).
La nostra filosofia è l’indipendenza autentica: Cobain è autentico, Impastato è autentico, Carnevali è autentico, la musica è autentica, Sempronio e Tizio e Caio possono essere autentici, le parole lo sono, Dos Passos, il baffetto di Nick Cave, la Fender di Jimi Hendrix, la penna folgorante di Roberto Bolano, gli occhi dello/a sconosciuto/a di turno che avete incrociato in una nottata in cui vi sentivate sentimentali, lo sparo che fa saltare in aria il cervello di Mark Linkous, il cadavere di Jeff Buckley che gorgheggia nell’acqua, i passi di un bambino immigrato straziato da dolore di dovervi chiedere l’elemosina per ricevere un sorriso dal padre, i film che i clericali non ci fanno vedere, lo scazzo di un incontinente che deve pagare 1 euro per pisciare alla stazione (questione su cui apriremo una causa sociale), la cappa conservatrice che si è creata sulle nostre teste negli ultimi anni, e ci impedisce di vedere le grandi speranze.
Questa è la My Way dell’Indiependente. La puoi cantare come Frank Sinatra, farla classica, come tutti se la aspettano. E la puoi cantare alla maniera di Sid Vicious, sconnessa, apparentemente non-sense. Enjoy yourself!