Sarà perché lo conosco da sempre. Ero ancora una bambina e già nelle televendite di Mondial Casa ragazzine languide coccolavano per ore un materasso. Sorridendo. La mia generazione è cresciuta cullata dal sorriso entusiasta di B., che non ci ha mai abbandonato, regalando momenti di altissima comicità, visti e rivisti su YouTube. E poi le barzellette, i processi, le donne. Quanti ricordi! Per chi, come me non ha avuto altro premier all’infuori di lui, è un momento complicato. Mi par di soffrire della sindrome di Stoccolma, quella condizione psicologica nella quale una persona vittima di un sequestro può manifestare sentimenti positivi nei confronti del proprio sequestratore. Allora meglio fare un bel passo indietro. Studiare, ripassare, e ricordare. Per essere sicuri di non commettere più gli stessi errori.
La Top Ten per numero di visualizzazioni su You Tube digitando la parola chiave “Silvio Berlusconi” ripercorre solo una minima parte dei tanti momenti di ilarità mista a vergogna che B. ci ha regalato in questo (quasi) ventennio. Al primo posto B. che snobba la Merkel all’ingresso del summit della Nato di Badan Baden, secondo classificato B. che litiga con Gianfranco Fini. Terzo posto per il video originale dell’Inno del Pdl «Meno male che Silvio c’è» (ndr – momenti bassissimi della nostra storia!).
Ansiosa di sfogliare il numero di Internazionale «Bye Bye Berlusconi» e ammirando l’ironia della prossima copertina dell’Economist, voglio ricordarlo anche nei suo momenti migliori. Il trattenuto entusiasmo della celebre e mai passata di moda «Discesa in campo» del 1994, l’illuminato discorso al Parlamento europeo, dove per rispondere a una più che sensata domanda dell’europarlamentare tedesco Martin Schulz magnificò le bellezze italiane (dopo avergli dato del kapò). (Ero all’università, l’ho guardato e riguardato milioni di volte, passando dall’incredulità, alla vergogna, alla rabbia, per finire con l’ilarità).
In queste ore concitate, mentre aspetto di vederlo comparire di fronte alla folla che lo aspetta di fronte a palazzo Chigi, voglio ricordarlo spensierato, allegro, quando ancora villa certosa non era la casa del bunga bunga e lui poteva cantare con Apicella mostrandosi per quel che è sempre stato, un bravissimo intrattenitore.
Non par vero, ma siamo vicini, molto vicini alla fine. Una questione di ore. Repubblica ricorda i 19 anni «sotto il segno del Cavaliere». Il Corriere della Sera ripercorre passo passo i suoi «Cinquantamila giorni».
Massimo Gramellini, nel suo Buongiorno di oggi sulla Stampa, gli dà la Buonanotte. Per chi non vuole perdersi nemmeno un minuto di una giornata che ha tutta l’aria di essere una di quelle da non dimenticare, c’è il Post. E per chi vuole condividere l’emozione del momento, su Twitter il trend è #finecorsa. Andrà a finire così?