Come aveva già preannunciato a fine maggio, YouTube conferma di non voler includere all’interno del suo nuovo servizio di streaming la musica prodotta dalle etichette indipendenti che non firmeranno le clausole da loro imposte.
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La controversia tra YouTube e le etichette indipendenti riunite nel WIN (Worldwide Indipendent Network), aperta il 22 maggio scorso dalle indie labels tramite un appello alla Commissione europea e un polverone mediatico, sembra essere giunta ad una conclusione: nonostante la polemica sul valore delle realtà minori rispetto alle major, ha – prevedibilmente – vinto YouTube.
In vista del lancio della nuova piattaforma, YouTube non considererà i video provenienti dalle aziende musicali che non si atterranno alle loro clausole, anche se questo significherà escludere artisti quali Arctic Monkeys, Jack White, Radiohead e le oltre 500 milioni di views di Adele.
Lo ha confermato oggi in un’intervista al Financial Times Robert Kyncl, a capo del settore contenuti di YouTube.
Alison Wenham, responsabile di WIN, ha dichiarato che YouTube escludendoli sta commettendo un grave errore di valutazione commerciale e che da parte loro continueranno a cercare di far capire l’importanza e il valore delle etichette indipendenti all’interno di un servizio di streaming.
Non concedendo ai propri abbonati l’accesso alla musica indipendente YouTube si sta preparando al fallimento.. La stragrande maggioranza delle etichette indipendenti di tutto il mondo sono deluse da questa mancanza di rispetto e comprensione dimostrata da YouTube.
–Alison Wenham
Anche la BPI, che rappresenta la British Record Companies non sembra essere favorevole al blocco. Nonostante Universal Music, Sony Music e Warner Music (incluse in BPI) abbiano firmato senza pensarci due volte tutti i termini commerciali concordati per inserire la musica dei loro artisti nel nuovo servizio di abbonamento, hanno tuttavia detto che la musica delle etichette indipendenti non dovrebbe essere rimossa da YouTube solo perché le due parti non sono giunte ad un accordo.
Pensiamo sia sbagliato da parte di YouTube/Google minacciare di ostracizzare alcuni indipendenti – negando ai fan l’opportunità di ascoltare la loro musica, e le etichette e gli artisti la possibilità di guadagnarsi da vivere – perché non sono disposti ad arrendersi ad un ultimatum. In quanto piattaforma di video online dominante, YouTube/Google dovrebbe dimostrarsi disponibile ad negoziato pieno e leale con gli indipendenti e non abusare del suo potere.
-Geoff Taylor, CEO BIP
YouTube si dimostra così ai ferri corti con una piccola ma influente parte del settore in un momento chiave per i servizi di abbonamento musicale. Nel frattempo – e senza troppe polemiche – Apple ha iniziato a gestire un servizio di streaming musicale (Beats Music) che gli analisti si aspettano diventare più significativo una volta integrato in dispositivi come l’iPhone. Spotify, il leader del mercato, si prepara per una quotazione multimiliardaria e Amazon ha lanciato un servizio simile per i suoi utenti Prime.
Padron Google, invece, non esprime commenti.