Yo La Tengo @ Limelight

10 marzo 2013

Limelight, Milano


Sono circa le 20 quando i primi appassionati varcano l’ingresso del Limelight, piccola discoteca milanese che occupa l’unica data Italiana del tour di “Fade”. Mi avvicino e approfitto della possibilità di guadagnare un invidiabile posto sotto il palco, sebbene il locale non sia gigantesco e la visuale resti praticamente garantita a tutti. Tre simpatici alberelli di cartone (stile scuola materna, per intenderci), costituiscono la scenografia dello stage, praticamente diviso a metà. La parte davanti, stretta e intima, con tanto di batteria minimal, ospita il set acustico che apre il concerto, mentre in quella dietro, più tardi, impazzerà la furia elettrica dei nostri. Il terzetto americano si fa attendere per un po’ , ma alle 21:30 le luci si spengono e gli Yo La Tengo salgono sul palco: Georgia Hubley alla batteria, James McNew alla 12 corde e Ira Kaplan alla chitarra acustica. Li guardi in faccia e sembrano così rilassati, sorridenti. Attaccano a suonare, la ritmica e le chitarre in sincrono e da adesso in poi un religioso silenzio si imbatterà sul locale. “Sometimes the bad guys come out on top / Sometimes the good guys lose / We try not to lose our hearts, not to lose our minds” sussurra Ian con la sua voce che mai come ora si fa flebile e lieve. Il brano che apre il set acustico è una versione da brividi di Ohm, gli arrangiamenti orchestrali del nuovo album vengono messi da parte per fare posto ai brani nudi, che però continuano ad avere quella forza e quella sincerità che li contraddistingue. E allora accade che un brano come Paddle Forward, spoglio delle sue corrosive chitarre elettiche possa essere apprezzato come una limpida ed aperta sequenza di accordi, fatta da chitarre cristalline e piene, gonfie di ritmo, accompagnate da una batteria rigorosamente suonata con le spazzole per non rovinare l’atmosfera intima. La parola chiave del set acustico è delicatezza e la vena folk dei nostri viene subito fuori. Nella prima parte i brani di “Fade” la fanno da padrone  ma con il trittico formato da  Our Way to Fall, Winter A-Go-Go e I’m On My Way, si fa un salto indietro nel tempo. Bellissimi gli arrangiamenti acustici che fanno sognare di stare a teatro, comodamente seduti per gustarli meglio. Stupenda la voce di Georgia quando si impadronisce del microfono, tra la timidezza e la spontaneità. I’ll be around è un pezzo strepitoso e Ira si scalda alla chitarra per la seconda parte del live che lo vedrà indiscusso protagonista. Una scanzonata Decora chiude il set acustico.

Mezz’ora di doveroso cambio palco, il tempo di spostare gli alberelli di cartone sul retro e lasciare spazio agli amplificatori, alla batteria completa e al vastissimo parco chitarre che Ian sfoggerà, poi gli Yo La Tengo salgono sul palco. La partenza è psichedelica e sincopata, Stupid Things tra melodia e lacerazione rompe il muro di silenzio del Limelight. La metamorfosi della band è in atto e se tutti abbiamo amato il set acustico, sappiamo perfettamente che d’ora in poi ne vedremo delle bellissime e infatti è tutto un continuo crescendo di psichedelia e suoni noise. L’acidità strappa capelli di Evanescent Psychic Pez Drop, la tensione di Flight Lesson e il rock’n’roll scatenato di Watch Out For Me Ronnie. Guardare il camaleonte cambiare colore è un’esperienza mistica, ciò che prima era delicatezza ora si trasforma in furia, i feedback si impadroniscono della scena, la batteria martella, il basso inizia a pulsare seriamente e le code si fanno sempre più lunghe, i brani si allungano a dismisura, le chitarre vengono violentate. E’ delirio: Double Dare scioglie il sangue,  Ohm viene riproposta in chiave elettrica e poi quella chiusura del set canonico che vede in fila due pietre miliari di “I can hear the heart beating as one” come Sugarcube e Little Honda  da fare impazzire tutti i presenti, invasi dalla potenza sonica della band americana. La chitarra di Ian percossa in ogni modo possibile, affida ai feedback la conclusione del concerto. Ci sarà il ritorno sul palco per un breve bis, tre brani per ricordarci che la loro anima non è ancora finita, che sono ancora capaci di incendiare con Upside-Down e di straziare con la bellissima cover di Tried So Hard affidata alla soave voce di Georgia. Poi le luci si spengono, definitivamente.

Gli Yo La Tengo sono tutto e il contrario di tutto, una band che da oltre 20 anni riesce a fare musica oltre ogni confine, mischiando il pop al noise, la violenza alla semplicità, il calore del folk con l’acidità delle chitarre. Un live indimenticabile, ma del resto qualcuno si è mai dimenticato di un loro concerto?


Setlist:

Acoustic

  1. Ohm
  2. Paddle Forward
  3. Our Way To Fall
  4. Winter A-Go-Go
  5. I’m On My Way
  6. The Point Of It
  7. Cornelia and Jane
  8. I’ll Be Around
  9. Decora

Electric

  1. Stupid Things
  2. Evanescent Psychic Pez Drop by Yo La Tengo
  3. Flying Lesson
  4. Well You Better
  5. Watch Out For Me Ronnie
  6. Periodically Double Or Triple
  7. Before We Run
  8. Double Dare
  9. Ohm
  10. Sugarcube
  11. Little Honda (The Beach Boys cover)

Encore

  1. Upside-Down
  2. Nervous Breakdown (Black Flag cover)
  3. Tried So Hard (Gene Clark cover)
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