Il nuovo piccolo incanto degli Yo La Tengo, This Stupid World, è un tentativo di affondare in un sentire comune. Come racconta la band di Hoboken, chi non sarebbe d’accordo oggi a sottoscrivere che questo stupido mondo può ammazzare; ma ancora: “è tutto quello che abbiamo”, come cantano nella inquieta titletrack. Lo stupido mondo con le sue imperfezioni è pure qualcosa a cui ci si può affezionare, e se domattina ci svegliassimo in un pianeta estraneo chissà se non arriverebbe pure a mancarci il mondo, per come lo conosciamo. O forse no. Ira Kaplan, Georgia Hubley, James McNew non danno risposte, ma agitano inquietudini.
Dai un ascolto al nuovo album This Stupid World, e senti i suoni avvolgenti che hanno caratterizzato la musica del gruppo americano nei quasi quarant’anni della loro carriera; quel suono è qualcosa come casa – gli Yo La Tengo che fanno gli Yo La Tengo. Fughiamo qualche sospetto: nello studio di registrazione non si sta facendo l’innovazione; non si sta scoprendo un nuovo modo di approcciare la musica; non si sta ribaltando il mondo, si lascia che sia stupido, e contemporaneamente che sia tutto ciò che abbiamo per stupefarci; lo si lascia suonare, rianimare con una violenta scarica di noise che distorce la percezione sonora e annichilisce l’io. A volte il mondo è una ballata soffice, altre volte è sopraffatto da rumore e voci, stridii e frastuono, e la chitarra di Ira Kaplan è poderosamente presente e gratta l’orecchio.
“No need to cast the l Ching
Let the four winds blow, let the night astound”
Nella sua brillante andatura This Stupid World è una cordigliera di montagne che si menano in basso verso le nebbiose pianure. Si comincia con la salita irta, assordante e sporca di Sinatra Drive Breakdown, ma poi il suono si lascia modulare, scende repentinamente di quota, si scarnifica negli arpeggi mistici di Tonight’s Episode, fino a sfiorare le distese desertiche di una ballata celeste come Aselestine, dove la voce di Georgia Hubley pare riemersa dai migliori tempi andati, e ti rimette in pace. This Stupid World vive di affascinanti contrasti. La lotta in chiaroscuro tra suono e rumore, distorsione e folk ballad, ci assale per tutto il disco – e lo fa delicatamente, nella maniera spezzata degli Yo La Tengo, che prima ti fanno le fusa e poi ti iniettano rumore in testa, spargendo cenere e fiamme. Il gran finale è Miles Aways, maestosa e impavida come una mareggiata che arriva all’improvviso, elettronica, apolide. Non era semplice per un gruppo così amato nel mondo dell’alternative-rock, dare alle stampe un album che si ascolta con lo stesso piacere di come si ascoltavano dischi capitali come And Then Nothing Turned It, o I Can Hear the Heart Beating as One. I YLT ci riescono, senza spingersi oltre e recuperando atmosfere che ci sono care. This Stupid World è semplicemente fantastico.
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