White Paper o di quello che si nasconde dietro agli autori

Il mondo nascosto dietro le quinte della narrazione è tradizionalmente considerato un ecosistema chiuso: elitario, gratuitamente sofisticato, anacronistico e – in definitiva – distaccato dalla realtà. Molti di noi, se pensano a un autore, visualizzano un’immagine decisamente ancien régime. Persone burbere o piene di sé, vagamente asociali e a tratti pure intrattabili. Forse è giunto il momento di allargare il colpo d’occhio sulla questione.

Parlando con gli autori, in prima persona, potremmo senza dubbio incontrarne di burberi e asociali, ma pure di energici, frizzanti, vitali. La vita – anche se riplasmata ai fini della scrittura e del cinema – è comunque la materia pulsante di cui è fatta la narrazione. Il punto è: e se, per capire un romanzo o un film, servisse capire l’uomo che respira e vive dietro l’autore? Se le due facce di questa medaglia, io narrante e uomo, fossero inscindibili e imprescindibili l’una per l’altra?

White Paper nasce proprio qui, nel punto d’incontro tra vita e narrazione. L’idea è semplice, ed è proprio quella di conoscere l’uomo dietro l’io narrante, di sporcare la letteratura di quotidiano; di invadere, pacificamente, la dimora di scrittori e cineasti, per scoprirne interessi, hobbies e idiosincrasie. In definitiva: come si racconta un professionista dell’arte di raccontare?

In pochi mesi – il progetto è online da giugno 2015 – il team di White Paper ha già avuto modo di entrare per una giornata nella vita di tre autori (il poeta Guido Catalano e gli scrittori Marcello Fois e Grazia Verasani) e di aiutarli a raccontare sé stessi, il proprio quotidiano e la propria autorialità, il proprio angolo di mondo e il proprio punto di vista sul mondo. White Paper osserva, con l’occhio curioso di chi è sinceramente appassionato alla narrazione, i luoghi e gli oggetti di cui si nutre la creatività degli autori: stanze, vicoli e quartieri; ma anche guardaroba, utensili, collezioni di dischi, libri. L’obiettivo è creare un archivio digitale – composto da video, immagini e contenuti delle tipologie più disparate – che possa finalmente riempire lo sfasamento percettivo nei confronti della figura dei professionisti dell’arte narrativa. Per sfatare un mito – quello dell’autore lontano dalla realtà – vecchio come la narrazione stessa.

 

White Paper, oltretutto, si inserisce in un contesto internazionale che preme sempre più per dare il giusto peso all’individualità e alla specificità umana dei narratori (vedi le iniziative del The Guardian). In Italia, invece, le case editrici – per prendere un esempio monolitico – si occupano ancora poco di raccontare il comparto backgroundistico dei propri scrittori; il risultato è che la percezione pubblica dell’individuo-narratore è affidata, in buona parte, al feedback parziale fornito dai social network. Il team di White Paper – composto interamente da nativi digitali – ha impostato il progetto in direzione crossmediale, lasciando sì ampio spazio all’utilizzo dei social, ma premendo anche sulla propria piattaforma Internet, sul crowdfunding e sul desiderio di impostare un rapporto diretto con le case editrici, al fine di contribuire direttamente allo sviluppo di una maggiore consapevolezza sul tema anche in Italia.

White Paper lascia gli autori liberi di raccontarsi e di fare storytelling di sé stessi. La carta bianca che dà il nome al progetto è quella di un semplice foglio A4, foglio che viene consegnato all’autore in mattinata – all’inizio della giornata di “pacifica invasione” – e che dev’essere restituito entro sera; l’intervistato ha tutto il giorno per farne ciò che vuole. Il team di White Paper definisce il momento della restituzione – in qualche modo sacrale – un rito, un momento di passaggio, una linea di demarcazione tra un prima e un dopo. Ed è proprio questo il fine del progetto: fare in modo che la conoscenza degli autori diventi un piacevole rito, un necessario momento di passaggio nel processo di fruizione di un contenuto narrativo, una linea di demarcazione tra un prima dai contorni indefiniti e un dopo in cui alla carta bianca vadano a sostituirsi i tratti unici e irripetibili della personalità e della vita di ciascun autore.

Elia Pasini

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