WAXTAPE 2 | Intervista a Ceri Wax

Una serie di figure, antropomorfe ed animali, disegnate con quel tratto regressivo ed infantilizzante con cui a inizio 900 gli artisti cercavano di riprodurre l’ingenuità espressiva degli uomini delle caverne, girano attorno a quello che si intuisce essere lo spettro di una qualche traccia musicale in una danza tribale e rituale. Una festa primitiva.

Si presenta così la copertina realizzata da Stefano Adamo per il WAXTAPE 2 di Ceri Wax, uscito ad inizio novembre per Undamento. Dopo il colossale WAXTAPE, venuto alla luce in quattro movimenti durante il 2022, il produttore trentino con base a Milano torna a farci ballare con un disco che è una dichiarazione d’intenti. Un album visionario in cui viene proposta, e creata, un’altra realtà, un altro modo di stare al mondo e di stare insieme, comunitario, gentile, lento: spontaneo.

WAXTAPE 2 è un racconto che fin dalla prima traccia, Cerca Dentro, ci fa immergere nella Ritmo Foresta”. Un luogo altro, dal grande significato simbolico (e aggiungerei anche politico), in cui I ragazzi del sole si ritrovano a venerare l’onda sinusoidale (non a caso la più semplice e per questo fondamentale onda sonora), lontano dalla frenesia urbana e lavorativa della metropoli. Ritmi dance e percussioni tribali si mescolano ai bassi e a riverberate e sfuggenti spingendo l’ascoltatore ad esplorare cosa si celi oltre La Porta dei Sogni, in una Transe! mistica e collettiva che coinvolge spirito e corpo. Con Dio Corpo Pensiero Energia il disco tocca il suo apice e sui tamburi sincopati si spicca il volo alla maniera degli sciamani d’altri tempi e d’altri luoghi, in un’esperienza extra-corporea (Alta QuotaParaibaAmpiezza).

Ma non crediate che si tratti di un’esperienza solo mentale, anzi, tutt’altro: è proprio prendendoci per il basso ventre che Ceri riesce a liberarci dalla carne. Mimando il movimento avvolgente della sinusoide, il percorso che il WAXTAPE 2 ci indica va dal corpo allo spirito, e di nuovo dallo spirito, ora purificato dal suono e dalla danza, al corpo rinnovato. É un processo di Guarigione Infinita, questo, è il racconto di una catarsi perennemente rinnovabile, e perennemente da rinnovarsi.

                                                                                                                                                                                                                                      SEGUE INTERVISTA

 

COME È NATO QUESTO DISCO? QUALI SONO STATE LE INFLUENZE (MUSICALI E NON)? COME LO HAI PRODOTTO?

WAXTAPE II è la continuazione del primo volume. In questi due anni non ho mai smesso di produrre e ho raccolto una grandissima quantità di brani. Come ogni volta la parte difficile è scegliere quali far uscire. Nel primo WAXTAPE li avevo messi quasi tutti, questa volta ho scelto quelli che secondo me meglio descrivevano l’evoluzione del mio pensiero. Grande fonte di ispirazione è stata la musica Trance e Progressive anni ’90, ma anche influenze più tribali. La mia grande speranza è che, come in ogni cosa che faccio, il vero filo conduttore riconoscibile sia il mio intimo modo di tradurre del mondo in musica. Tante delle tracce che ho scartato è perché troppo manieristiche, ho dato spazio a quelle che sentivo più mie, correndo il rischio di risultare diverso. Cosa che nel mercato musicale attuale è purtroppo un difetto.

COS’È LA RITMO FORESTA? E CHI SONO I RAGAZZI DEL SOLE? COME TI IMMAGINI CHE VIVANO?

La Ritmo Foresta è un luogo magico dove succedono cose imprevedibili. Gli animali parlano, le piante danzano e i Ragazzi del Sole vivono in simbiosi con questo mondo. Al contrario della Città, dove i numeri sono utilizzati per classificare e giudicare le cose, nella Ritmo Foresta la matematica diventa magia e filosofia. La grande Onda Tonda ricorda a tutti come le cose continuano a cambiare e ad alternarsi in armonia.

I Ragazzi del Sole conoscono bene l’amore, sentimento perduto nella Città. È il tramite con cui si connettono con l’universo.

QUAL È L’IMPORTANZA DELLA FESTA E DEL BALLARE PER TE? QUAL È LA TUA IDEA DI FESTA?

È una forma di educazione. Facendo festa impariamo a gestire i nostri eccessi e a liberare le nostre emozioni fondendole con quelle degli altri. Liberando il nostro corpo dalla rigidità del mondo produttivo, rendendolo flessibile e sensibile al ritmo muoviamo anche i nostri pensieri che, inseguendo melodie ancestrali, diventano limpida energia. Fondendo le energie nella collettività possono nascere imprevedibili traiettorie di vita.

I TITOLI DELLE TUE CANZONI SONO SEMPRE MOLTO EVOCATIVI, È COME SE RACCONTASSI UNA STORIA USANDO SOLO PAROLE CHIAVE. COME LI SCEGLI?

Non lo saprei dire con certezza, molto probabilmente sono la sintesi di ragionamenti o esperienze vissute nel periodo in cui stavo facendo quella musica. Ci sono brani che mi suggeriscono loro il nome.

DIO CORPO O PENSIERO ENERGIA? IL SOGNO, LA TRANCE, LA VISIONE SONO ESPERIENZE PIÙ CORPOREE O SPIRITUALI?

Credo che le due esperienze siano molto connesse tra loro e siano spesso una la conseguenza dell’altra e viceversa. Il pensiero diventa parola, la parola diventa azione. La parola però, a volte, è un tramite imperfetto tra il mondo interiore e quello esteriore in quanto linguaggio povero. Ci sono emozioni che proviamo ma non conosciamo un termine adatto per spiegarle. La musica, il corpo, l’espressività, la poesia portano con sé quella misteriosa magia che muove il mondo.


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