Abbiamo raggiunto al telefono Pietro Fuccio, responsabile della DNA Concerti che quest’anno sta organizzando la prima edizione del Vasto Siren Fest dal 24 al 27 Luglio. E’ interessante capire cosa hanno in mente di fare a Vasto quest’anno, e nell’attesa di conoscere l’intero programma con il cast completo del Festival riportiamo quest’intervista che ci chiarisce un poco cosa dobbiamo aspettarci dalla prima edizione del Siren Festival.
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Da cosa nasce l’idea del Vasto Siren Festival e come mai avete scelto proprio Vasto come location?
Ti racconto la storia anche perché è abbastanza divertente. In realtà l’idea è di un americano che vive nel New Jersey che da una ventina d’anni passa le vacanze a Vasto per motivi personali, e l’idea è stata sua. Non è un neanche un promoter, ma un grande appassionato di musica che tra le altre cose collabora con una radio delle sue parti, e lui ha sempre pensato che Vasto fosse perfetta per organizzare un festival, e ha cominciato a parlarne con una serie di persone tra cui alcuni organizzatori di New York, quelli dell’ATP Festival- All Tomorrow’s Parties. Per farla breve ci hanno messo in contatto, e abbiamo finito per fare questa cosa in collaborazione.
Trovo anche abbastanza indicativo il fatto che dal nostro punto di vista di Dna Concerti il discorso è stato non si fanno in Italia festival come praticamente in qualsiasi altra parte del mondo e d’Europa: sul mare o sulla spiaggia, in posti dove magari vicino alla spiaggia ci sono anche cittadine carine con un po’ di storia e di fascino, com’è Vasto da tutti i punti di vista. E trovo abbastanza buffo che ci sia voluta una persona del New Jersey, che non è nemmeno italiano o di Vasto, per far presente a noi che siamo promoter ”perché non fare una cosa qui? è perfetta”. Onestamente io non ero mai stato a Vasto in vita mia, e mi ci ha portato lui, mi ha fatto vedere tutte quelle che poi diventeranno le varie location del Festival e io pensavo fosse matto lì per lì, l’ho fatto presente anche a lui. E in realtà dopo un paio di ore che eravamo in giro gli ho detto che era un genio ed era perfetta come location per un festival. A volte noi promoter italiani siamo un po’ addormentati su certe cose, non ci accorgiamo di quello che abbiamo sotto gli occhi, e non facciamo delle cose che dovrebbero essere abbastanza normali, come son normali in tutto il resto del mondo. Per quanto mi riguarda c’è voluto un abitante di Hoboken che mi ha portato a due ore di strada da casa per capire che era il posto perfetto per fare quello che avevamo in mente.
Quindi l’idea a Vasto è di usare come location anche la spiaggia?
Le location del Festival saranno varie, la nostra idea è quella di usare proprio tutta la città di Vasto. Ovviamente stiamo ancora pianificando, è la prima edizione ed è tutto ancora un work in progress, ma la nostra intenzione è quella di disseminare palchi per tutta la città, e Vasto è un po’ costruita su due livelli: c’è la città sul mare e quella alta, che sono due situazioni completamente diverse. La parte marina potete immaginarla, la parte alta è la classica cittadina di provincia italiana, molto affascinante. Noi vogliamo utilizzare Vasto su tutti e due i livelli, per dividere un po’ la giornata in due parti: naturalmente di giorno si faranno più attività sulla spiaggia, per poi riprenderle di notte dopo i concerti tradizionali, e i concerti tradizionali farli invece su più di un palco nella città alta, cercando di collegare il tutto nella maniera più semplice ed efficiente possibile in modo che chi verrà al Festival possa non perdersi niente. Però l’idea è questa qui: cercare di creare una situazione estesa su tutta quanta la città, e che sia divertente e coinvolgente un po’ tutto il giorno. Perché un’altra cosa che secondo noi manca ai festival italiani e altrove invece è scontato, è che il festival non è un palco o due palchi con artista-cambio palco-secondo artista-cambio palco, e poi magari uno stand, qualche panino alla porchetta da mangiare, eccetera. Un festival è qualcosa che un po’ dovunque vai lo senti e lo respiri.
Seguite un modello più europeo di Festival…
Sicuramente! Quando parlo con gli agenti o i miei colleghi all’estero non si capisce proprio che cosa vuol dire Festival, perché da noi significa qualcosa di completamente diverso rispetto a qualsiasi altro paese. Il Festival altrove è quello: mille palchi, teatro, letteratura, c’è lo spazio discoteca che va avanti tutta la notte, il campeggio. Il problema è che qui certe cose non hanno mai attecchito, non hanno mai neanche funzionato i festival in realtà.
Come mai secondo te qui in Italia questo modello di festival non è riuscito a funzionare?
Un po’ l’ho appena detto, secondo me chiunque sia stato a un festival italiano negli ultimi venti anni (e comprendo anche i nostri, per carità, non me la prendo con gli altri colleghi) si è accorto che non sono festival divertenti come quelli che si fanno in Croazia, in Portogallo, e in qualsiasi altro posto, perché è proprio il concetto di festival che è completamente diverso. Anche se sappiamo che musica in Italia vuol dire molto spesso cose che coi festival europei c’entrano molto poco, anche in Italia ci sono gli appassionati di musica, basti pensare a quanti italiani vanno fuori al Primavera Sound, e lo fanno perché sanno che lì si divertono: hanno una dozzina di ore di divertimento assicurato, musicale e anche non musicale, e un’atmosfera di un certo tipo. E io credo che tutto questo in Italia non si sia mai trovato anche nei migliori festival che abbiamo fatto, perché sono stati costruiti in un’altra maniera. Poi c’è che il grosso degli italiani se gli dici musica pensano a Laura Pausini, a Jovanotti e Ramazzotti, cioè ad artisti che è anche difficile da far suonare nel contesto dei festival, perché qualsiasi artista straniero gli metti vicino stonano.
Quindi l’idea è quella di riproporre un po’ questo modello, ma senza copiare nessuno. Chiaramente tutti i festival vanno localizzati rispetto al posto dove li fai, andare a prendere il Benicàssim e portarlo in Italia non so quanto potrebbe funzionare. Però la formula è quella: un festival deve essere divertente, devi andar lì e sapere che per tre giorni incontrerai persone che non conosci, ti divertirai, scoprirai delle band e degli artisti che non conoscevi, o approfondirai la conoscenza di band e artisti che conoscevi poco, puoi mangiare, puoi stare al sole, puoi fare mille cose tutte all’insegna dell’arte e del divertimento. Questa sarà la linea guida.
Quindi pensate sul lungo periodo, un appuntamento che poi dovrà diventare fisso negli anni?
Sì, sicuramente. Anche perché pensare di fare una sola edizione di un festival, pensare di guadagnarci economicamente e poi ritirarsi, non è fattibile. Tutto questo richiederà pazienza da parte di molte persone, per esempio le istituzioni spesso e volentieri possono essere un primo ostacolo, ma speriamo che ci diano più tempo possibile la possibilità di giocare, divertirci e sperimentare con questa idea. Dunque, speriamo i veri frutti dell’idea si vedano nel tempo e per più tempo possibile, però speriamo anche di partire col piede giusto e che il pubblico comprenda e apprezzi la formula e che venga a dare un occhio. Noi pensiamo che ne varrà la pena.
Il cast del Vasto Siren Festival è partito subito forte, con nomi come i National, i Mogwai o John Grant. Ci saranno altre sorprese?
Speriamo che ci siano, ovviamente ci sono altri nomi con cui siamo in trattativa, e le trattative con gli artisti stranieri sono sempre un po’ più lunghe e lente. Non mi sbilancio, ma per i prossimi giorni potremo annunciare qualche altro nome abbastanza corposo. Sicuramente ci saranno tanti concerti.
Come verranno suddivise le quattro giornate del Festival?
L’obiettivo è di avere due giorni di festival vero e proprio che saranno venerdì e sabato, mentre giovedì e domenica saranno più dedicati a delle vetrine o eventi di chiusura. Però anche qui stiamo ancora lavorando su delle cose, e non vorrei portarmi sfortuna da solo, ma penso che saranno parecchio interessanti per chi apprezza quello che abbiamo annunciato fino ad oggi. E penso ci saranno motivi in più per stare un altro paio di giorni a Vasto.
A questo punto siamo curiosi di sapere quando sarà annunciato l’intero programma del Festival, con la line-up completa?
Diciamo che non ci hanno aiutato molto queste tre settimane praticamente di ponte infinito che abbiamo avuto, e quindi il lavoro di tutti è stato un po’ rallentato per cause di forza maggiore. Ma io spero che la settimana prossima (ndr. questa) potremo riuscire a fare qualche annuncio di un po’ di artisti, lasciandoci un po’ di tempo per annunciare il tutto entro la fine del mese di maggio. Ho capito che darsi delle scadenze precise al primo anno per un festival è difficile, ma entro la fine di maggio dovremmo avere il programma completo.
Un’ultima curiosità: attrezzerete quindi anche il camping a Vasto?
Stiamo lavorando anche su questo, sì. L’idea è di organizzare diversi tipi di accomodation per persone che abbiano esigenze e disponibilità economiche diverse, quindi dal camping fino all’albergo. Credo di poter ufficializzare che abbiamo già fatto un accordo con Festicket, che è un’organizzazione internazionale che vende pacchetti per festival praticamente dovunque in Europa, comprensivi di biglietto, di alloggio, e tutta una serie di altre piccole facilitazioni. Intanto stiamo cercando di muoverci anche autonomamente per organizzare qualcosa a un livello più nazionale, andando incontro il più possibile alle esigenze del pubblico per essere il più ospitali possibili, rendendo il più semplice possibile l’accesso a tutte quelle che saranno le attività del festival.
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LINE UP (in aggiornamento)
THE NATIONAL
MOGWAI
John Grant
Alexis Taylor
The Drones
Dry the River
Soft Moon
And more to come!
25 e 26 luglio 2014 – Vasto (Ch) – Siren festival
Biglietti:
40 euro + d.p. venerdì
35 euro + d.p. sabato
60 euro+d.p abbonamento venerdì e sabato
Prevendite disponibili:
www.ticketone.it <http://www.ticketone.it/> call center 892 101
www.vivaticket.it <http://www.vivaticket.it/> call center 892.234
www.ticket.it
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info:
siren@sirenfest.com – www.sirenfest.com