Tycho – Weather

Impari a conoscere un artista, ti affezioni ai suoi prodotti, ai suoi dischi, e lui continua a maturare. Anche con Scott Hansen, in arte Tycho, è così. Lo riconosci immediatamente per il mood, per il tipo di suono che ha scelto, per le sue distese elettriche immense, costellate di aperture e loop che ti mantengono incollato.

Weather, l’ultimo disco di Tycho, a distanza di tre anni da Epoch, è un insieme di emozioni, una ricerca di liberazione e benessere interiore. Anche i titoli la dicono lunga sul contenuto: Easy, Into the Woods, No stress. Tycho è autentico, resta fedele a sé stesso, e chi lo ha apprezzato nei precedenti lavori potrà continuare a farlo anche adesso. Infatti, in Weather, si nota un certo continuum con i suoi precedenti Dive, Awake ed Epoch. Rimasto fedele a sé stesso, al tipo di suono scelto in precedenza, Scott Hansen nel contempo ha virato verso lidi più pop, senza cancellare il suo passato ambient. Infatti, in Weather si nota un uso molto più esteso della voce rispetto ai dischi precedenti. Già dalla collaborazione con Saint Sinner, molto diffusa nel disco, è possibile intuire la svolta pop, che aggiunge aperture inedite all’uso della voce, rimanendo contemporaneamente fedele alla linea sonora tracciata con i lavori passati.

Weather, con i suoi otto brani, sembra un concentrato terapeutico, votato alla crescita dell’artista. “Per ogni album, il mio obiettivo è sempre stato quello di evolvere e ampliare il suono”. Oggi Tycho raggiunge questo obiettivo collaborando con Hannah Cottrell (Saint Sinner), che riesce a rendere più umana e dolce l’elettronica, con la sua voce dolce e pacata, a tratti quasi sussurrata. L’evoluzione di Hansen passa anche dalla rottura con la geometria che in passato aveva caratterizzato le sue copertine: dal sole che si tuffa in acqua in Dive, alla geometria di Awake, ed Epoch, fino ad arrivare a una figura umana in Weather.

Weather si spacca a metà creando un buon equilibrio tra la ricerca di nuove esperienze e la fedeltà alla sua essenza. Tycho riesce a rimanere in linea con ciò che potevamo aspettarci da lui, con l’uso di melodie elettroniche synth downtempo (soprattutto in Easy, Into The Woods e nella title track Weather, le tracce a cui ha lavorato da solo). Gli altri cinque brani si discostano dai lavori precedenti grazie a un principale fattore discriminante: un uso della voce mai visto nei suoi lavori. La voce passa dall’essere un semplice elemento incidentale e sullo sfondo, quasi fosse un chiacchiericcio (come in Into The Woods, una delle tre tracce che meglio rispecchia l’estetica delle distese sonore dell’artista americano), a un vero e proprio cantato.

Il ritornello di Skate, cantato da Saint Sinner, è il riassunto di tutto il mood del lavoro: “No, I won’t save you but I’ll show you how/Get yourself off the ground/Not gonna let you down/Yeah, we could skate all day and all night long/Oh, we’re flyin’ now, not gonna let you down”. Con Tycho librarsi da terra per mezzora è più facile.


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