Il gioco dei doppi: l’anima analogica e digitale della Torino underground

A Torino scorrono due fiumi: due grandi vene che confluiscono l’una dentro l’altra, la Dora Riparia che riempie con le sue acque il più conosciuto Po. Torino ha anche due anime, da una parte quella “berlinese”, di città votata alla musica elettronica, dall’altra la sua consolidata scena che affonda le radici nel movimento alternativo della seconda metà degli anni ’90. Proprio come i due fiumi, queste due realtà entrano l’una dentro l’altra, dando vita a progetti, evoluzioni e contaminazioni sempre nuovi ed interessanti.

Jochen Arbeit/ Paolo Spaccamonti – CLN – 9 Marzo – Boring Machines/Escape From Today

C’è una piazza a Torino, dove i due fiumi sono rappresentati simbolicamente in due grandi statue, una di un uomo, l’altra di una donna, dalle quale sgorgano due fontane; due statue realizzate al lato opposto di due chiese gemelle. Questo posto si chiama Piazza C.L.N., dove l’acronimo sta per Comitato di Liberazione Nazionale. Questo luogo, che ha ospitato uno dei capitoli più bui della storia (la piazza, con la sua architettura di stampo smaccatamente fascista fu sede del comando della Gestapo), scelto da Dario Argento anche come set di Profondo Rosso, è carico di una forte energia esoterica. CLN è il non luogo che dà vita all’incontro artistico di due personaggi che incarnano le due anime della città descritte sopra: da una parte Paolo Spaccamonti, che con la sua fedele compagna a sei corde disegna i suoi paesaggi sonori cupi e dilatati, e dall’altra Jochen Arbeit, lo sperimentatore noise-elettronico membro degli Einsturzende Neubauten. CLN, uscito il 9 marzo per Boring Machines/Escape From Today, risente positivamente delle influenze diverse dei due musicisti che si fondono, come due affluenti, fino a non arrivare più a distinguersi. Un flusso, come lo scorrere dell’acqua, che ci accompagna lungo 7 tracce strumentali della durata totale di una mezz’ora, nata da tre ore di registrazioni libere. Impossibile dire se ci sia più Paolo o più Jochen, o cosa l’uno abbia imparato dall’altro: questo disco rispetta la personalità di ognuno, nel rispetto del lavoro precedentemente svolto da entrambi e, sono sicura, con una nuova consapevolezza della strada ancora da percorrere.

TWEEEDO – We All Think We’re Good People -15 Febbraio – Calista Records/Out Stack Records

Le due anime, quelle elettronica e quella analogica, confluiscono in un altro interessante progetto che vede la luce a Torino. TWEEEDO è il frutto di un incontro artistico meno recente di quello descritto sopra, che affonda le sue radici nell’adolescenza post-punk, noise e vagamente grunge dei FUH, band della provincia piemontese in cui militano Edoardo Vogrig e Andrea Pisano, due terzi di TWEEEDO. Se la mente del progetto è Vogrig, nondimeno We All Think We’re Good People, primo ep di 4 tracce uscito il 15 febbraio 2018 via Calista Records/Out Stack Records, è allo stesso modo figlio di questa unione artistica ormai di lunghissima data, così come dell’apporto di Nicholas Remondino alla batteria e percussioni. Si apre, guarda caso, con il brano Doppelganger, questo disco dai duplici intenti: digitale, ma al contempo analogico. Suoni elettronici, ma anche chitarra e batteria. Mixer e pulsanti, ma anche plettro e bacchette. Droni e sudore. Quattro tracce dal minutaggio elevato (tutte sopra i 5 minuti) che stanno da qualche parte, tra il 2018 e i primi sperimentalismi elettronici degli anni ’80, e mi riferisco in particolare la seconda traccia Autopilot, passando, o meglio scorrendo, inevitabilmente per quei ’90 che hanno formato musicalmente la mia generazione. Un disco che loro stessi definiscono “meticcio, al contempo diretto e delicato”. Una miscela vincente di techno e “dark jazz”. Una promessa, più che una scommessa.

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