10. Cosmo – Disordine
9. I Cani – Glamour
Glamour, a sorpresa, tradisce in parte quella vena da “ennesimo gruppo pop romano” per inoltrarsi in uno stile diverso che paga il prezzo del passato con cui deve fare i conti, di influenze troppo ampie per potersi integrare, costituendosi come una scelta coraggiosa (o molto furba) che, però, potrebbe non funzionare. (Francesco Pattacini)
8. In Zaire – White Sun Black Sun
Sette tracce, sette soggetti astronomici cui viene affidato il compito di travolgere l’ascoltatore tra impianti percussivi dirompenti e chitarre graffianti, che spaziano dal noise al funk alla psichedelia pura, mantenendo però sempre un’impronta compositiva ben salda. (Mario Esposito)
7. Julie’s Haircut – Ashram Equinox
Il nuovo album si caratterizza per una commistione di generi, lo spazio è dato tutto alla musica, per la prima volta non ci sono parole, (..) creando una sensazione che ha quasi del surreale, ma considerarlo un disco ambience sarebbe sottovalutarlo. La potenza degli strumenti si libera e lascia il resto all’immaginazione di chi ascolta. (Francesco Pattacini)
6. Brothers In Law – Hard Times For Dreamers
5. His Clancyness – Vicious
Lavoro registrato a Detroit, presso gli studi della High Bias Recordings, Vicious ha tutto il fascino delle migliori produzioni internazionali, ricco com’è di sfumature che rimandano ora al glam, ora alla psichedelia, passando per il più ammiccante indie-rock, con un tratto compositivo che tuttavia non perde mai la sua personalità. (Mario Esposito)
4. Blue Willa – Blue Willa
L’album dei Blue Willa, partorito sotto la direzione di Carla Bozulich, è un astro intriso di aggressività e passione, tribalismo e new-wave, dalle influenze punk e che con le logiche modaiole alle quali siamo abituati nella nostra terra non ha niente a che fare. Se poi ci fermiamo seriamente ad ascoltare, scopriamo un nuovo meraviglioso mondo, difficile e labirintico con il quale confrontarci e perderci con piacere. (Eugenio Maddalena)
3. Fine Before You Came – Come fare a non tornare EP
Sono usciti a sorpresa lo scorso giugno con l’Ep, Come Fare A Non Tornare, che è un flusso di coscienza dall’impatto torrenziale, sospinto dalle vivide immagine di una quotidianità di pensieri, niente di più, niente di meno. L’inatteso ritorno degli FBYC, però è ben più che un’esplosione improvvisa: parlare di dischi della maturità in alcuni casi vale anche per gli Ep, ed è proprio questo il caso di dirlo. (Ilaria Del Boca)
2. Soviet Soviet – Fate
Fate è un percorso tortuoso nell’oblio, è una speranza, ma anche una condanna, una presa diretta con la realtà, un occhio fisso sulla società. Con la sua forte energia è l’espressione di una vitalità accesa, non un richiamo alla morte o a straniere forze oscure maligne. Fate è chiaro e ruvido, nè più nè meno, come il sonno senza riposo quando il mattino diventa sera e la sera ritorna mattina e non rimane che mandare al diavolo il jetlag. (Ilaria Del Boca)
1. Massimo Volume – Aspettando i barbari
Un nuovo disco dei Massimo Volume riesce sempre, inevitabilmente, a farci sentire un po’ più nudi, ad ogni ascolto. Duro e struggente. (Salvatore Sannino)