Tom Verlaine è il nome di un’atmosfera

Se mai avete sentito Marquee Moon dei Television, sapete quanto può essere entusiasmante il suono della chitarra di Tom Verlaine. Se ancora non siete stati toccati da questa esperienza di suono e di vita, per quale ragione ve la siete perduta. È tempo di recuperare uno degli album più influenti della storia della musica. Qualcosa che sta lassù in compagnia di dischi come The Velvet Underground & Nico. Un vertice. Con la scomparsa di Tom Verlaine è naturale e involontario che risalgano alla mente certe atmosfere della seconda metà dei Settanta, e oltre i Settanta – atmosfere che da qui a distanza, in un futuro più patinato, potrebbero sembrare quasi perdute, al meglio sfumate. L’era bianca della new wave, dei musicisti che facevano musica per urgenza. La stagione della scalfittura. Fotografie sbiadite del CBGB, lo storico locale di Ny. Il legame con Patti Smith. Il sodalizio con Richard Hell. La natura più pura e selvaggia del punk. La magrezza estrema di Thomas Miller aka Tom Verlaine. La copertina di Marquee Moon. Quella vena della musica della metà del Novecento di ispirarsi ai poeti, prendergli un nome. Tom Verlaine è il nome di un’atmosfera. Un suono di chitarra. Un’incisione che scortica la pelle. Un certo modo di intonare il cantato.

 

Tom Verlaine ha lasciato questa terra, e la memoria comune di chi lo ha ascoltato è piena di bellissime epifanie. Le vediamo mentre si compongono come piccoli frammenti da un mondo che è stato. Le ascoltiamo sotto forma di musica schiacciando il play su album solisti come Dreamtime, dove chitarra e voce si incrociano nel suono sporco e grigio dei primi anni Ottanta. Reggeva la chitarra come un arco da cui scoccavano frecce invisibili e sonore rivolte a un futuro che da quelle avrebbe preso ispirazione. È forse qui che possiamo ammirare la profonda influenza di Verlaine, una certa atmosfera che ci ha lasciato addosso. C’è un sapore di blue-tristesse in questo commiato – ma per un momento possiamo abbandonarci a questo sentimento, rotolarci dentro attraverso la musica che ci è rimasta, nell’illusione che il tempo non sia mai passato, perché ne senti il suono inciso sopra un disco. Se Tom Verlaine che ascende al girone dedicato al CBGB dovesse avere un suono, probabilmente sarebbe questo disco qui.

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